sabato 31 dicembre 2005

sabato 24 dicembre 2005

I soliti auguri sono noiosi: Buona Pasqua, felice ferragosto e tanti auguri di festa del ringraziamento a tutti


                                     by Kirby


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domenica 18 dicembre 2005

Riflessioni...


Tav ? No, Grazie


La sigla T.A.V. indica treni ad alta velocità, in grado di raggiungere velocità notevolmente superiori ai normali eurostar. Questi treni necessitano di linee ferroviarie apposite.
Una di queste linee ferroviarie , è stata progettata per unire l’Italia alla Francia (probabilmente sarà usta sia per trasporto merci, sia per trasporto pubblico). Dovrà passare per la Valle di Susa dove avverrà il traforo della Catena Alpina. Qui inizia la serie di problematiche che hanno portato alla protesta dei cittadini che abitano nella valle.
La Valle di Susa è la tipica valle alpina con i sui caratteristici tratti paesaggistici; la tipica locazione turistica invernale; con le tipiche comunità montane; e le tipiche persone che sono nate e vissute nella valle e la riconoscono come il loro habitat naturale. Senza essere consultate, è stato deciso che per la valle sarebbe passata la nuova linea ferroviaria. Premesso che una linea TAV ha a prescindere un impatto ambientale maggiore delle classiche linee, e che il foro da realizzare sarà di almeno il doppio di una normale galleria ferroviaria.
Che cosa credete abbia pensato quella comunità ha saputo che la loro terra sarà violentata in modo così drastico? ( Qui non ci sono anarchici che vogliono disobbedire, ma semplici cittadini che vogliono proteggere la valle affinché rimanga così per loro e per i loro figli).
Questo è solo la punta di un iceberg di una serie di problemi che sembra siano ignorati.
E’ stato appurato che la montagna contiene amianto, tutti sanno, ma nessuno si preoccupa che il traforo libererà nell’aria ignote quantità di questa sostanza cancerogena. L’impatto ambientale è immenso, basti pensare che per trasportare i detriti sarà realizzato un nastro trasportatore di 30 Km!
Il costo di questa “grand’opera” sarà di almeno 13 miliardi d’euro di cui il 60-80% saranno pagati dallo Stato con i nostri soldi.
I vantaggi di questa mostruosità? Una linea veloce per collegare Francia e Italia. Non so voi, ma a me sembra un po’ poco( posti di lavoro? Solo temporanei).
Credo che quando si pensa di costruire una qualsiasi struttura di qualsiasi dimensione, i geni al potere dovrebbero mettere su una bilancia i pro e i contro. Ebbene “uno studio commissionato dalla Comunità Montana Bassa Valle di Susa alla Società di ingegneria dei Trasporti Polinomia, rivela che la linea sarebbe giustificata se nei prossimi anni transitassero 40 milioni di tonnellate di merci lanno, per un totale di 350 treni al giorno, uno ogni 4 minuti alla velocità di 150 km/h, alternati da treni passeggeri a 300 km/h”.
A che serve una tale offerta se non c’è una tale domanda? Chi ci guadagna realmente? Ma i passeggeri che vanno tanto di fretta non possono prendere un aereo?
Qui posso fare delle semplici ipotesi: le aziende che la costruiranno,tra 10 anni le aziende che usufruiranno di tale linea per le loro merci (forse spenderanno di meno per il trasporto ma sicuramente non abbasseranno i prezzi delle loro merci.), Trenitalia che si troverà una line nuova di zecca avendo speso ben poco rispetto al suo costo… e poi nessun altro?
Credo che un fattore fondamentale sia la volontà dei geni che stanno al potere di dimostrare al popolo di essere bravi perché hanno costruito una “grande opera” (ponte sullo Stretto docet).
Un giorno potranno vantarsi di essere stati responsabili di questa o quella “grande opera”; come dei bambini che fanno gara a chi fa la scoreggia più rumorosa.
Sembra di essere tornati indietro nel tempo dove per aggiudicarsi voti si promettevano scuole, ospedali, acquedotti, strade…
Tutto in nome di un progresso che macina i diritti dei cittadini. I geni al potere non hanno capito che l’attuale progresso non consiste nel costruire cemento su cemento, ma sviluppare nuove tecnologie (investire per fonti energetiche migliori?no eh?), o valorizzare il settore turistico (i geni al potere dovrebbero farsi il culo per valorizzare tutti i nostri prodotti locali, e ripudiare prodotti esteri).
Quei benedetti 13 miliardi potrebbero essere spesi in centinaia di modi migliori: migliorare i servizi, incrementando il personale in scuole, ospedali…e acquistando nuove strumentazioni; contributi per famiglie povere; o ancora investendo nella ricerca scientifica.
Come dice un cartello di protesta No Tav “Che bello, mio figlio tra vent’anni potrà fare Torino-Lione in 2 ore, e io devo aspettare 8 mesi per un ecografia alla prostata”


                                                                          By Kirby


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lunedì 5 dicembre 2005

Un racconto, forse non adatto a tutti per i suoi contenuti espliciti (Bukowski docet)


Lo scarafaggio


 Che macello di persone! Al centro sociale c’era una notevole affluenza di persone. Una serata di musica era in programma quella notte. Musica reggae e tecno in due diverse sale. Non era solo quell’insulsa musica a portare tutti là dentro, ma bensì il freddo pungente dell’esterno che invogliava a trovare un posto in cui ripararsi. Mancava più di un mese a Natale , ma nella strada dov’era il centro sociale, già c’era un’illuminazione con scritto “BUONE FESTE”; uno stupido specchietto per le allodole per invogliare gli allocchi a spendere i loro soldi.
Andai a serata già iniziata, per non attendere fuori al freddo e al gelo di poter entrare.
Ero nella piccola sala in cui c’era musica tecno. Sempre meglio di quella sala di merda del reggae, dove tutti quei fumati hanno reso l’aria irrespirabile. Qui al massimo ci sono degli impasticcati che non fanno male a nessuno. La stanza e molto piccola, il soffitto basso e una moltitudine di persone entra ed esce dalla stanza. Quando inizia la musica le luci sono totalmente spente, rendendo l’esperienza ancor più claustrofobia.
Sono seduto su una sedia con una birra in mano totalmente nel buio, con una musica ridondante e un manico di deficienti che si muove in modo convulso: “Che serata del c…o!” urlo. Nessuno mi sente la musica e troppo alta…
Dopo un po’ che mi sono autolesionato i timpani con quella musica vado nella zona neutra a scolarmi unaltra birra. Rimango ad ascoltare i discorsi altrui senza proferir parola,
Nel piccolo androne c’era una scultura interamente di ferro: raffigurava un robot o un cyborg, era alto più di due metri. Tutte le stanze sono strette e prive di norme per la sicurezza, una qualsiasi situazione di pericolo creerebbe una strage. Le pareti erano piene di graffiti, locandine, e scritte varie. Gli avventori del locale parlano, bevono e fumano; in maggioranza sono maschi, ragazze in minor parte, di fi..e nemmeno l’ombra…
Dopo una terza birra, arriva al centro sociale Erik.
- Ciao
-Ciao
- Sei arrivato da molto?
- Appena, tre birre fa.
- OK. Che facciamo ?
- Cerca di rimediare un paio di tizie per la serata.
- prima però, fammi fare una canna, per inaugurare la serata
- Fai come ti pare, intanto vado in bagno…
Il bagno era di quanto più simile ci fosse a quello di una metropolitana. L’anticamera era dipinta di bianco, ma stracolma di scritte sul muro. In un angolo c’erano due ragazzi che mettevano della polvere biancastra su di una scheda telefonica, in fila per il bagno c’è una ragazza sui diciotto anni, con dei capelli rasta; vicino a lei un uomo (?) con più di trent’anni. La ragazza ha la schiena al muro, lui si trova al suo fianco, con il busto rivolto verso di lei, una mano poggiata al muro e il capo leggermente inclinato. Non sono un sociologo, o uno psicologo, ma riconosco in un attimo quando qualcuno applica qualche tecnica d’abbordaggio.
La vista di quella scena suscita in me disgusto, non per il tentativo in sé di “rimorchio” ma perché quel tipo m’infastidiva. Capelli quasi del tutto rasati, pelle bianca da far schifo, pancia alcolica (quel tipo di pancia che viene a formarsi con il consumo quotidiano d’alcool), il suo sguardo da ebete, ciliegina sulla torta cercava di abbordare una ragazza molto più piccola di lui.
Lo sguardo della ragazza rivolto lontano dal suo volto, mostrava la sua insofferenza per quel tipo…
Il bagno si liberò, cosicché la ragazza poté fuggire dal suo aguzzino. Contemporaneamente, arrivò un amico del coglione che s’intrattenne a parlare con lui. Quando la ragazza uscì dal bagno, mi scaraventai nel suo interno, perché la mia vescica stava per esplodere.
Com’era facile da immaginare, quel bagno era un vero e proprio cesso: mattonelle bianche, ma con le inseparabili scritte, uno specchio vicino al lavabo rotto in due, urina sul pavimento (quando si è sotto effetto di droghe o alcool è difficile centrare il buco..), e l’intero del water era ricoperto da una misteriosa vernice verde…
Uscito dal bagno non c’era più nessuno nell’anticamera, tirai un sospiro di sollievo e mi accinsi a raggiungere Erik.
Stava fumando la sua canna e intanto aveva già attaccato a parlare con delle ragazze (carine, ma nulla di più). Gli faccio cenno di andare a prendere una birra.
Intanto il locale era nell’ora di punta, pieno di gente, rendendo difficoltoso il passaggio in diversi punti. Compro il mio bicchiere di birra, sfortunatamente, nella ressa qualcuno mi urta e rovescio quasi tutto il contenuto della birra sulla mano. Nel voltarmi e cercare di vedere il responsabile, rivedo il playboy da strapazzo proprio dietro di me. Non posso essere sicuro che sia stato lui ma inizio ad odiarlo…
Dopo aver preso unaltra birra ritorno da Erik ma lui non è scomparso insieme alle ragazze. Forse è andato a far due salti con le ragazze, penso. C’è troppa ressa per cercarlo, lo aspetterò qui.
Sono seduto su una sedia vicino all’anticamera del bagno, ho i nervi a fior di pelle, e non ho la minima intenzione di rivolgere la parola a qualcuno; mi limito ad osservare e giudicare gli altri: un tizio sta dormendo di fronte a me; chissà cosa si è calato per dormire con tutto questo fracasso.
Passano alcune decine di minuti e di fronte ai miei occhi passano due fi..e interessanti. Indossano vestiti sciccosi, non certo usuali da queste parti. Nemmeno il tempo di ammirarle, che ricompare essere ignobile, vergogna della specie umana, che rivolge la parola alle “passere”, mormora qualcosa per conoscerle.
Se c’è una cosa che odio sono gli scarafaggi, quegli insetti di piccole dimensioni, coriacei, neri e veloci, hanno suscitato in me ribrezzo fin da piccolo; ebbene, quel tipo iniziavo ad odiarlo quanto gli “scarrafoni”.
L’approccio dura pochissimo e le “passere” volano via in men che non si dica.
Come se non fosse successo nulla, lo scarafaggio si muove verso la mia direzione; si rivolge al mio vicino di sedia e con fare disinvolto gli chiede una sigaretta, ricevuto una risposta negativa arriva di fronte a me, si abbassa e poggiando una mano sul mio ginocchio domanda: “ Ehi amico, hai una sigaretta?”.
Muovo il capo per dargli la risposta negativa, lui va via. “Cosa ? quello schifoso mi ha toccato? L’essere più viscido della città ha messo una mano sul mio ginocchio? Scarafaggio di merda!” penso.
Lo seguo con lo sguardo, si dirige verso il bagno, vado dietro di lui. Nell’anticamera non c’è nessuno, quindi entra direttamente nel cesso. Un attimo dopo entro anche io: è di spalle sta per abbassarsi la cerniera, sente aprire la porta alle sue spalle, si volta, e gli arriva in pieno folto il mio pugno per inaugurare la festa, alza le mani per difendersi, ma la mia stazza lo sopraffa facilmente. Una ginocchiata alla sua pancia alcolica lo piegano in due, un leggero mugolio esce dalla sua bocca, porta le mani dove ha ricevuto il colpo, scoprendo il volto; ritorno a sferrargli un paio di pugni alla faccia da ebete, ora completamente insanguinata. Cade senza forze a terra, respira affannosamente (si sa gli scarafaggi sono duri a morire). Continuo ad infierire colpendolo con un calcio. Ho l’adrenalina alle stelle, le mie mani sporche del suo sangue tremano completamente, inizio a sudare; appena il tempo di rendermi conto di ciò che è successo ed esco dal cesso tenendo le mani intasca.
Mentre sto per uscire incontro Erik: “Ma dove eri finito?” Domanda , “ Vieni che ti presento le ragazze&hell
ip;”
“ No grazie, questa sera mi sono stancato in altri modi, vado a casa” dissi “ sapevi che odiavo gli scarafaggi?”

                                                  by Kirby


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