martedì 30 settembre 2008

Riflessioni di un vecchio porco
(Gli sposi)

Stavo passeggiando; ho visto in una vetrina di un fotografo le foto di un matrimonio. C’erano questi due sposi tutti sorridenti, indossavano i classici vestiti di quest’occasione. La sposa era molto bella, un vero peccato che fosse coperta.
Non capisco perché gli sposi in questa’ occasione speciale non possano farsi fotografare in abiti succinti, non disdegnando ti mostrare seni e falli. Credo che ci sarebbe da guadagnare tutti con quest’iniziativa. Gli sposi che spendono soldi ed energie, tra truccatori, palestre, parrucchieri, per rendersi i più belli e possibili fotografandosi in pose sexy conserverebbero un ottimo ricordo del loro matrimonio e della loro giovinezza . Probabilmente nello sfogliare dopo tanti anni il loro album di nozze ritroverebbero la passione scomparsa.
Per non parlare di parenti e amici che troverebbero sicuramente di loro gradimento una foto del genere come bomboniera di nozze, ad eccezione di qualche zia puritana e retrograda, sono sicuro che avrebbe molto successo l’iniziativa. Ho sempre rimpianto il non poter aver visto al matrimonio di mio nipote, la sposa sotto questo punto di vista. Allegra e leggiadra; avrei sicuramente scucito un regalo di nozze più generoso vedendola con le natiche in fuori.
Queste foto messe in vendita dal fotografo potrebbero attirare molte persone. Non solo maschi attirati dalla bellezza di una sposa
che mostre le sue grazie , ma anche donne che vogliono consigli per della biancheria stuzzicante, o per osservare meglio le belle curve di quella sposa per capire se sia merito di madre natura oppure le mani abili di un chirurgo estetico. Diciamo la verità anche la foto di qualche bello sposo sarebbe oggetto del desiderio di donne passaggio che guardano per caso la vetrina del fotografo correrebbe ad acquistarla.
Il ricavato delle vendite andrebbe a dividersi tra il fotografo e gli sposi che riceverebbero così un introito per portare avanti la famiglia visto che i tempi d’oggi è sempre più difficile far quadrare i conti.
Le foto più belle potrebbero essere raccolte per creare un calendario. Il calendario dei sexy sposi, una novità che farebbe furore e capeggerebbe nella cabina di ogni camionista.
Nessuno mi venga a dire che non tutti possono permettersi di mostrare il proprio corpo: una sposa è sempre bella, l’importante che sorrida e abbia le tette al vento.



    By Kirby



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domenica 21 settembre 2008

L'ultima lezione (seconde ed utima parte)

- Professore, come fate a parlare di matematica quando il paese va in rovina?
Il silenzio dell’aula fu rotto dalla domanda di Matteucci il rappresentante di classe che durante la manifestazione arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.
Il prof. rimase a fissarlo per un attimo, quasi a riflettere su quella domanda poi disse: “Questa non è la sede di un partito è una scuola, se non sei interessato alla mia lezione, puoi anche andare via”. Non usò un tono severo per rispondere al ragazzo, ma la frase ottenne lo stesso il suo effetto. Continuò a fissarlo in attesa di una replica.
“Scusi professore” rispose lui.
Al termine della lezione Rossi si sentiva turbato, sapeva bene che tutto era riconducibile e quello che era accaduto con Matteucci, anche se non aveva da recriminarsi nulla c’era qualcosa che non andava. Andò alla ricerca del bidello filosofo per l’istituto; lo trovò nel corridoio del secondo piano con dei documenti in mano.
Quest’ultimo vedendolo arrivare verso di lui con un’espressione pensierosa capì che era successo qualcosa.
-Professore ha bisogno di qualcosa ?
- Possiamo parlare con calma da qualche parte?
- Un attimo, consegno queste carte e sono da lei.
Il prof. in tono liberatorio gli raccontò l’accaduto ; di cosa aveva detto Matteucci in modo quasi irriverente e come avesse riposto lui.
Perché è turbato? Domandò lui.
- Perché vorrei fargli capire che sono dalla loro parte, mentre ora probabilmente è l’opposto.
- Cosa c’era di male se avesse passato del tempo a parlare della protesta che ha coinvolto i ragazzi?
Il mio ruolo è insegnare la matematica, non fare tribuna politica.
- Se al posto di quella lezione, oggi, avesse impiegato l’ora a discutere della situazione politica ed economica che sta affrontando il paese, avrebbe fatto di lei un irresponsabile, che non compie il suo lavoro ?
-Assolutamente no. Rispose lui sicuro.
- Bene non crede che dietro l’irruenza di Matteucci ci potesse essere una necessità di dialogo?
-Credo di si
- La parte di educatore è il suo scopo principale, non lo dimentichi.
Il professore annuì
-A parer mio dovrebbe chiedere scusa al ragazzo e almeno per una volta mettere da parte la matematica per una lezione d’attualità. Gli psicologi in televisione dicono sempre che i giovani d’oggi non hanno figure di riferimento, la famiglia è disgregata, e cose simili … insomma saprà meglio di me … probabilmente è così.
Rossi ascoltava con attenzione e poi concluse: “Sì, domani gli chiederò scusa” .
Il giorno dopo, il professore entrando in classe, cercò con lo sguardo Matteucci, ma non lo vide. Si sedette alla cattedra e apri il registro di classe. Lesse il suo cognome era tra gli assenti e si corrucciò; era l’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie. Si domandò se l’assenza del ragazzo fosse stata causata dalla sua reazione. Non avrebbe visto Matteucci prima di due settimane. Lasciò stare l’idea di un dibattito politico e fece alcune interrogazioni. Al termine della lezione semplicemente , augurò ai ragazzi di passare delle vacanze serene.
Marco Rossi non si era mai sposato. Trascorse le festività a casa con i suoi due gatti, Malachia e Penelope, due gattoni neri a pelo lungo. A cosa era dovuta la sua solitudine sentimentale ? Non lo sapeva nemmeno lui. A chi gli chiedeva ciò, egli rispondeva semplicemente al destino. Un matematico fatalista ecco cosa era Marco.
Il primo di gennaio arrivò la bomba, un importante istituto di credito era fallito, e la borsa con sequenzialmente era crollata. In tv ora le dichiarazioni dei governanti non erano molto rassicuranti. La parola “recessione” economica iniziava a comparire da più parti Finalmente il pessimismo si stava diffondendo pensava Rossi, forse ora cambierà auspicava. Una bella insurrezione popolare magari.
Al rientro dalle vacanze con sollievo vide al suo posto Mateucci. Lasciò stare le scuse e il resto, era trascorso troppo tempo da allora, ma si ripromise di impiegare un’ora per una lezione d’attualità se si fosse presentata l’occasione.
Il tempo trascorse, e nonostante la crisi incombente tutto trascorreva in modo normale. In fondo alle persone non era ancora cambiato nulla. Ma la povertà avanzava lenta e inesorabile. Le famiglie più vicine alla soglia di povertà rimanevano invischiate .
Un inverno duro e rigido che fece che peggiorare la situazione economica del paese.
- La gente comincia a essere stufa, ci sono le prime rivolte e i primi disagi evidenti. Gli disse il bidello filosofo una mattina incontrandolo nell’atrio
- Già, e domani c’è una nuova assemblea d’istituto disse il professore. Posso dare uno sguardo al suo giornale ?
Il bidello gli porse il giornale. Gli articoli di prima pagina erano tutti riferiti alla situazione economica
-Siamo arrivati a questo ormai, ad auspicare un collasso del paese per un’insurrezione popolare e un rinnovo politico?
- Si probabilmente è così, ma questo porterà sofferenze e disordini gravi.
- Mentre noi saremo a qui a osservare dalla finestra
- Parli per lei, se tutto ciò avverrà ne prenderò parte. Rispose il bidello.
Quel giorno Marco Rossi vide per l’ultima volta Matteucci. Lo incrociò nel corridoio. Si scusò per l’atteggiamento poco democratico che aveva avuto e si offriva di fare un dibattito sulla situazione attuale. Il ragazzo sembrò piacevolmente sorpreso e gli disse di non preoccuparsi.
- Sono sicuro che tu stia facendo buone cose. Fu l’ultima cosa che gli disse.
Il giorno dopo ci fu l’assemblea d’istituto congiunta in tutto il paese e convocato una nuova manifestazione. Questa volta ci furono scontri e disordini. Mateucci fu arrestato e quando fu rilasciato, lasciò il paese.
Rossi si rammaricò per l’accaduto ed ebbe un senso di colpa per la sorte di quel ragazzo. Avrebbe potuto impedirlo? Magari con un discorso in classe. Probabilmente no. Il senso di colpa che aveva era di corresponsabile della società che aveva portato all’emigrazione di un ragazzo, che per altro non aveva completato il suo ciclo di studi.
La situazione decadde inesorabilmente, e a marzo ci fu il patatrac. Istituti di credito che congelano i conti degli utenti furono, rivolte e assalti. Parlamentari soggetti a lancio di pietre e monete. Sembrava di essere tornati indietro di 50anni, con la differenza che non c’era nessuna guerra in corso per il paese. L’assalto ai forni descritto nei promessi sposi non era più una testimonianza del passato, ma sintomo di un oscuro presente.
Ci fu un tasso di evasione scolastica spaventosa, anche perché l’emigrazione era al massimo storico. Da parte sua Rossi non sapeva nemmeno quale sarebbe stato il suo destino, Continuava a compiere il suo dovere d’insegnante. Il bidello filosofo era scomparso dal giorno del crack. Chissà cosa stava facendo ora si domandava il prof. Avrebbe voluto parlargli, aveva trovato in lui qualcuno con cui confrontarsi.
A un mese dalla fine dell’anno scolastico il governo era stato mandato va con le cattive maniere e con spargimento di sangue. La situazione era delicatissima e instaile sulle future sorti del paese. Chiunque sarebbe potuto salire al potere in quel momento. Fu proclamata una chiusura a
nticipata delle scuole.
Il professore si ritrovò da solo nell’aula per la sua ultima lezione dell’anno. A ricordare tutte le vicende di questi mesi, i suoi ragazzi, a Matteucci e chissà qunti di loro costretti ad emigrare come i loro antenati, a domandarsi se quella era l’ultima lezione della sua vita.
In questo turbine di pensieri qualcuno disse:
- Le ho portato il giornale vuole dargli un’occhiata? Era il bidello che entrava nella’aula. Aveva un braccio fasciato e legato intorno al collo e impugnando il giornale.
- Che cosa ha fatto al braccio?
- Ferita di guerra, nulla di grave, non si preoccupi guarirò presto. Sorrise e aggiunse “Sono venuto ad assistere alla sua ultima lezione”.
Il professore si alzò dalla sedia, andò alla lavagna e prese il gesso. Poi scrisse
“W L’ITALIA”.

            By  Kirby
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domenica 14 settembre 2008

L'ultima lezione (prima parte)

Il professore pulì la lavagna con il cassino. Era l’ultima ora di lezione del primo giorno di scuola. Alle sue spalle c’era la classe che aspettava in silenzio. Per Mario Rossi quel silenzio era irreale, forse era solo la sua fantasia. Stamattina avevano comunicato la notizia del fallimento della principale compagnia aerea del paese. E ciò aveva riportato ripercussioni sull’ economia nazionale, con migliaia di dipendenti disoccupati, proteste, manifestazioni e agitazioni varie. A renderlo inquieto era un giro vorticoso di pensieri. L’inconsapevolezza dei suoi alunni e la conseguente calma che regnava. Ad agitarlo ulteriormente era l’attività imbonitrice dei funzionari di stato. Tutti a rassicurare e additare colpevoli. In questo quadro di italiana quotidianità non mancano ovviamente gli sciacalli. Per un attimo pensò trasformare la lezione di matematica di una d’informazione culturale, poi torno sulla retta via e incominciò scrivere…
Terminata la lezione aspettò che i ragazzi uscissero, poi prese il registro di classe e andò via.
Nel corridoio incrociò il nuovo bidello, un uomo più giovane di lui di magro e il viso squadrato. L’aveva visto poche volte, non aveva ancora confidenza con lui. Noto sotto al suo braccio che aveva un quotidiano. Senza nascondere l’imbarazzo, gli chiese di poter dare un occhiata al giornale. In prima pagina ovviamente c’era la notizia del fallimento, di dichiarazioni politiche e sindacali. Rossi scosse la testa. Segni di decadenza del paese, metaforicamente parlando ere caduta una torre del castello pensò.
- Professore cosa pensa a riguardo ?
- La vedo una brutta faccenda, fatti del genere non fanno altro che alimentare l’ansia e la preoccupazione generale. Lei invece ?
- La gente è sempre preoccupata, secondo me la cosa peggiore e che “loro”, i nostri cari parlamentari non sembrano per niente preoccupati, si comportano come sempre, a incolparsi a vicenda, a giocare a scarica barile; vecchia abitudine italiana
Il prof. Sorrise e disse : “Lei non sembra un normale bidello…..pardon un collaboratore scolastico”.
- Si figuri, forse perché sono un laureato, non credo c’è ne siano molti di collaboratori con tale titolo di studio.
“La cosa mi sorprende molto in verità, e in cosa ?”
“Filosofia”.
I giorni trascorsero e arrivò l’autunno. Al telegiornale si parlava di tempi difficili, ma non irreparabili. La linea del governo era sempre la stessa, tagli economici a destra e a manca e si provano riforme che generano solo malcontento. Uno di questi tagli riguardò alla scuola che generò la rivolta studentesca. Le decisioni prese gravavano molto sull’istruzione. Anche se i politicanti auspicassero al buon senso comune e l’opposizione non faceva altro che gettare benzina sul fuoco invocando una caduta di governo. Una situazione critica che culminò con la finanziaria. Con l’arrivo di novembre Il professore si ritrovò l’aula deserta. Prima la regolare assemblea d’istituto, poi una straordinaria. Seguì l’assenza per una manifestazione nazionale. L’agitazione studentesca quel mese fu di fuoco. Gli studenti chiedevano diritti e la risposta del governo fu di gendarmi in assetto antisommossa.
Quel giorno il prof rimase seduto nel silenzio dell’aula a leggere il giornale.
Il bidello lo vide tutto solo e gli disse “Che cosa ci fa qui? Aspetta i suoi alunni?”.
Rossi distolse lo sguardo dl giornale e disse: “Sono un po’ preoccupato per loro, sono giovani e poi questa è la loro prima vera lotta. Erano anni che non accadeva una cosa del genere; tutto era così assopito prima , e ora improvvisamente la rivoluzione”
- La storia ci insegna che le persone fanno la rivoluzione quando non hanno nulla da perdere. In caso contrario sono occupate a proteggere il loro orticello
Il prof annuì.
- Anche noi potremo essere in piazza a manifestare, ma siccome non ci tocca direttamente, lei è seduto alla cattedra e io vago per il corridoio.
-Sono qui perché in qualche modo vorrei essere vicino ai miei ragazzi sebbene solo spiritualmente. Questo, comunque, non vuole essere una giustificazione. Non mi creda un ipocrita.
- Non si preoccupi, perche in quel caso gli ipocriti sarebbero due.
Dopo una settimana di tensione, di scontri e arresti si scese a patti, in parte gli studenti avevano ottenuto ciò che volevano.
I giorni che precederono le vacanze di natale, il prof. riebbe la sua classe.
Vedendoli notò in loro un cambiamento. In loro c’era uno sguardo diverso e c’era più fermento, i ragazzi parlavano.
Il prof dentro di se aveva un certo orgoglio. Gli sarebbe piaciuto congratularsi con loro per la vittoria ottenuta, ma si trattene, non voleva dare l’immagine di un docente sovversivo e istigatore.
- Mi fa piacere che siete tornati , così possiamo riprendere il nostro programma. Disse alla classe quinta. “Non dimenticate che avete un esame da compiere alla fine dell’anno.
Detto questo s’avviò alla lavagna e impugnò il gesso; i ragazzi si zittirono. Poi una voce si elevò dal silenzio
- Professore, come fate a parlare di matematica quando il paese va in rovina?

(Continua)

               By Kirby
    
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domenica 7 settembre 2008

La felicità secondo Ciccio

Prendete l'auto oppure  l'autobus o ancora il treno, in una calda giornata d'estate. Recatevi in un qualche paesino di mare, ed entrate in una di quelle  osterie sconosciute e rustiche dove ad andarci sono solo i vecchietti  del posto.
Iniziate a godere della pace che regna in questo luogo.
Ordinate un piatto di calde  alici fritte appena pescate e mezzo litro di fresco vino bianco .
Gustate la pietanza in ongni suo millimetro di sapore; il vostro palato raggiungerà la pace dei sensi.
Questa è la felicità, e se siete abbastanza sensibili sarete in grado di commuovervi.

By Kirby

Rumori consigliati: I Dead Can Dance con la canzone Musica Eternal


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martedì 2 settembre 2008

Diretto Carrara-Firenze-Napoli


Carrara, paese di anarchici, cavatori e scultori. Ogni piazza del centro ha una statua o una scultura. Se con una linea immaginaria uniamo queste statue, si ottiene la forma di una stella. Anche dalle vie secondarie e dai vicoli è sempre pronta a spuntare una piccola scultura o fontana rigorosamente in marmo. Dalle fontane cittadine sgorga un’acqua freddissima. Tante fontane a Carrara e dintorni. Acqua proveniente dalle sorgenti delle Apuane. Qui ci sono le cave di marmo: Il suolo in cui affondano le radici storiche, culturali ed economiche del paese.
Le cave sono quella madre terra che ha partorito qualsiasi cosa ci sia a Carrara, dalle persone alle poesie.
I tempi cambiano; e se prima il movimento anarchico era diffuso su larga scala e con ampi consensi, ora tutto è inghiottito in un processo appiattente e omologante. Le persone sono occupate per la maggior parte a proteggere il loro orticello e in piazza Giacomo Matteotti c’è aria di cambiamento.
Firenze, città di orefici, attori e operatori turistici.
Il centro storico di Firenze è una fotografia del passato, un gioiello inestimabile. Anche la più piccola statua che vi si può incontrare è densa d’arte. Forse, è l’aria artistica che si respira a rendere affascinante anche i battenti dei portoni.
I fiorentini hanno una grande eredità che proteggono diligentemente. Col tempo alcuni rischiano di peccare d’avidità. Fontane della stazione a secco per favorire l’acquisto di bevande. Sanzioni in nome di un decoro cittadino. Restrizioni che minano le piccole libertà di ogni giorno, quasi a voler costringere le persone a una particolare norma di condotta.
Napoli, città di pizzaioli, musicisti e camorristi.
Napoli è bella tutta. Una cartolina pulsante, un lungomare impagabile, meraviglie archeologiche e geologiche, castelli, piazze , opere d’arte, aspetti esoterici, artigianato locale, culinaria sublime.
Una fusione di diverse città: il caos di Roma si mischia all’arte di Firenze, il tutto circondato dal folklore e la criminalità di Rio. Camminando per vicoli decadenti e pericolosi è possibile trovare una chiesetta antichissima e diroccata: questa è Napoli.
La migliore d’Italia se non ci fosse un segmento delinquente e ignorante che mina la vivibilità.
Infine c’è il Vesuvio, il “grande fratello”. Tutelato come Parco Nazionale; ma un giorno si sveglierà e trasformerà tutto a volere suo.


Pensiero del giorno : "...Dobbiamo fare in modo di restare per sempre insieme"

Rumori consigliati. Caparezza con la canzone "Bonobo Power"

                      By Kirby
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