giovedì 27 dicembre 2012

Le castagne del prete

L'odore di castagne del prete appena sgusciate che ti penetra nelle narici e ti fa scoprire l'odore delle montagna

 Il tramonto di un cielo annuvolato, su di una Napoli illuminata; da guardare ad occhi spalancati mentre il freddo e il rossastro si riflettono nell'iride.

Il rumore del panariello della tombola, mentre i numeri vorticano all'interno, e io che urlo "questo è la mano e questo è il culo del panaro".

Il presepe costruito con amore e passione, con cui puoi trascorrere le ore a sbirciare nelle case, incantarti sulla cascata, il fornaio, la fruttivendola, i "piennoli" appesi; osservare il più possibile come se volessi diventare parte di esso.

 Il braciere che arde, l'incenso e le scorze di mandarino, che sprigionano il loro intenso odore e creando un sottile e leggero fumo bianco, quasi fosse uno spiritello che danza nel silenzio della stanza.

 Il sapore dello spaghetto alle vongole alle otto di sera, con le posate delle grandi occasioni, mentre la tavola indossa la tovaglia buona, il vino è sulla tavola e il Presidente della Repubblica parla; ma nessuno lo ascolta.

Il sapore del vino rosso con la neve che si scioglie in bocca, le labbra diventate porpora per la coraggiosa merenda, mentre le gambe sono affondate nel manto soffice e dal cielo grigio cadono fiocchi bianchi.

 Il sospiro, il pensiero di questo ciclo che si ripete, con il nostro bagaglio di luoghi comuni, più pesate di un arredamento sulle spalle; agli immancabili resoconti, alle aspettative, ai buoni propositi, alle promesse e a tutto quello che la mente umana ha bisogno per andare avanti. Quello che non ci sarà, mi mancherà.

 By Kirby 






lunedì 24 dicembre 2012

mercoledì 19 dicembre 2012

Fenomenologia dell'offesa troia

L'etimologia della parola “troia” è di origine latina barbarica. Perciò nata dalla popolazione Celtica. Il termine era utilizzato per indicare la femmina del maiale. E' detto per ingiuria a una femmina sporca fisicamente o moralmente.
Se la definizione troia nel corso del tempo è stata associata a una prostituta, il suo uso, anche con sinonimi dialettali si è diffuso in maniera capillare Giusto per citarne alcuni abbiamo il toscano, bagascia e il napoletano, zoccola (per un approfondimento sull'argomento dei sinonimi, consultare l'esaustivo articolo "Viaggio siculo in compagnia della parola buttana" http://www.operaincerta.it/archivio/039/articoli/blangi_2.html.)
Oggi l'offesa troia è usata in modo sistematico come una sentenza morale senza appello. La moglie che tradisce il marito è una troia. Una ragazza che fa sesso con due ragazzi contemporaneamente è una troia, una ragazza che lascia un ragazzo per stare con un altro è una troia, Una ragazza che si veste in modo provocante è una troia, una ragazza che ammicca in modo malizioso un ragazzo è una troia. Una ragazza che mostra il suo seno in web cam a uno sconosciuto è una troia.
Quest'epiteto è espresso indistintamente da uomini e donne. Non è presente nessun fenomeno di solidarietà femminile a riguardo. Le donne sono soggiogate da questa visione maschilista, additando a troia anche una semplice rivale d'amore.
In pratica tutto quello che riguarda la sfera sessuale di una donna è denigrato e può essere usato per accusarla di troiaggine. L'uomo immune a quest’offesa è offeso rivalendosi contro sua madre e diventa così un figlio di troia.
Come abbiamo detto quest'offesa indica un giudizio morale. La morale di una società è la risultante della cultura della società di quel momento. Quindi la morale è un concetto labile e in costante evoluzione. Per mia nonna, nata in un altro momento storico, è contro la morale che una ragazza sia fuori di casa dopo le nove di sera. In alcune antiche civiltà di nomadi è ammesso l'infanticidio se i bambini nascono nel periodo di spostamento del gruppo.
Anche se siamo dotati di libero arbitrio il giudizio altrui ci condiziona sempre, la nostra morale; e la morale delle persone influenza la società stessa un tempo era permesso il delitto d'onore e un tempo non era permesso l'aborto. Gli uomini scrivono le leggi e nel rimanere su posizioni antiche si crea una società chiusa e inamovibile.
Ergo, per tutto questo la parola “troia” è la chiave per una società più uguale e giusta, usala con moderazione.


       By Kirby


sabato 15 dicembre 2012

Il Matrimonio

Racconto per il Premio Santa Margherita 2012



Il matrimonio
A fine pasto, come dessert intingeva dei biscotti all’anice in un bicchiere di Merlot. Era Antonio Basile, cuoco in pensione, caro amico di mio padre. Ritiratosi in una tenuta con vigneto, ogni anno partecipavamo alla sua festa del raccolto. Mentre gli ospiti trascorrevano la giornata a raccogliere l’uva lui era in cucina a prepararci le sue specialità. Non aveva seguito nessun corso, la professione di cuoco l’aveva imparata lavorando sin da quando era giovane, affianco a professionisti. Omone grosso e canuto, con occhi tondi e neri, lo sguardo vivido di una vecchia volpe che si aggira per le vigne, questo era Antonio. Curioso della vita, era capace di farti cento domande se non ti conosceva, e accompagnava con espressioni di meraviglia le tue risposte.
Quel giorno c’era anche Laura, avevamo avuto un brutto litigio la mattina, era presente solo per salvar le apparenze e non disdire all’ultimo momento; nulla da meravigliarsi, infatti, la nostra storia dopo cinque anni non sembrava destinata a continuare. Grazie a quella mattina di lavoro riuscii a distendere i pensieri. Passeggiare tra i filari con l’odore della terra che penetra nelle narici, afferrare quei grappoli morbidi tra le mani e riempire i cesti di vimini, mentre il sole ti sorride sul viso, è qualcosa che ti scalda il cuore; l’inizio di una magia che terminerà solo mesi più tardi.
Rientrati in casa all’ora di pranzo la fame incombeva, per fortuna il padrone ci accolse con un invitante vassoio di tagliatelle alle erbe aromatiche. Il profumo caldo e denso ci avvolse facendoci dimenticare la fatica accumulata durante giornata.
«Ho raccolto la salvia e il timo stamattina nell’orto dietro casa» disse sorridendo. Sul tavolo c’erano bottiglie di Müller Thurgau da accompagnare alle pietanze.
Seduto di fronte alla mia ragazza, il mio disagio tornò, fui silenzioso e distante durante il pasto, forse non era destino restare insieme, forse eravamo troppo diversi, questi pensieri occuparono la mia testa, e allo stesso modo, quando sollevavo la testa per guardarla, lei non sembrava serena.
Come secondo arrivarono i bocconcini di tacchino con porro e timo; mentre poggiava la casseruola sul tavolo, Antonio mi chiese di andare a recuperare un coltello grande. In cucina mi raggiunse per chiedermi cosa stesse accadendo, così gli raccontai dei miei pensieri. Mi ascoltò concentrato, poggiandomi una mano sulla spalla mi rassicurò dicendo: «Non preoccuparti, la giornata è ancora lunga».
A fine pasto, Basile versò con tranquillità un bicchiere di vino, alzò il calice e raccolse il silenzio della tavola «Quando sono sceso in cantina, avevo una missione, trovare il compagno a una pietanza cremosa e saporita» disse come se stesse raccontando una leggenda. «Potevo scegliere tra tante bottiglie, ognuna con la propria anima: dolce, delicata, frizzante, intensa, speziata…» continuò con aria solenne. «Perché il vino e il cibo sono due persone che s’incontrano, hanno bisogno di amalgamarsi a vicenda per raggiungere un’armonia e non tutti sono nati per andare d’accordo» sorseggiò il vino e finì «Ho scelto con decisione il Müller Thurgau perché con il suo profumo di fiori di campo e di agrumi, dal sapore asciutto e ricco di gusto, era la scelta sapiente per il matrimonio perfetto».
A quelle parole lei ed io incrociammo gli sguardi sorridendo.
Antonio mi guardò con complicità e disse «Un brindisi alle coppie perfette».
Cari amici, senza di lui, ora Laura ed io non saremmo alla nostra festa di nozze. In alto i calici, vorrei fare questo primo brindisi alla memoria di Antonio Basile un uomo buono come il vino.


  By Kirby

martedì 4 dicembre 2012

Un sogno chiamato Svizzera

Quando ero piccolo, mi piaceva la Svizzera perché era neutrale. Giudicavo il debito pubblico come causa delle spese sostenute in guerra. La Svizzera era ricca perché non aveva sostenuto spese inutile per conflitti.
In un recente sondaggio dell'Economist il paese più felici in cui nascere è appunto la Svizzera seguita dall'Australia. Una classifica tenuta conto di criminalità, istruzione, assistenza sanitaria e clima.
Come tutti sappiamo siamo una società fondata sull'economia capitalistica.
In parole semplici vuol dire che per il benessere del paese occorre una costante circolazione di denaro. I settori su cui un paese basi può fondare un forte sistema economico possono essere l'industria, l'agricoltura, il turismo...
Il sogno della Svizzera felice si è infranto quando ho capito lo scopo della sicurezza bancaria elvetica.
La svizzera è uno dei paradisi fiscali, cioè uno di quei luoghi, dove le regole funzionano in maniera diversa. Le banche dei paradisi fiscali ricevono i soldi dalle criminalità organizzate, dagli evasori fiscali e dai corrotti. Sottraendo denaro al prorpio Stato e aggiungendoli al paradiso fiscale. Non c’è etica in questa raccolta perché il denaro non ha faccia; e questi paradisi, anche se sono su di una black list, hanno sistema economico è in perfetta sintonia con gli altri stati.
Ecco la sottile ma feroce differenza. Questi Stati a livello politico sono trattati diversamente ma non a livello economico. La politica è sempre costretta a inseguire il sistema economico, aggiornando le sue leggi.
Ogni mondo è paese, chi segue le leggi devi rigare dritto e chi no pazienza.

La soluzione? Io sogno un bel finale alla Stefano Benni con un nuovo dittatore italiano (Bonito Napoloni) che salito al potere, conduca i nostri nuovi aerei da guerra per i cieli e dichiari guerra alle banche svizzere.
Ka-boom 



By Kirby

sabato 1 dicembre 2012

La fredda guerra

Vorrei iniziare questa storia dal video dell'artista Isao Hashimoto, una semplice animazione che visualizza le bombe atomiche fatte esplodere dal 1945 al 1998. In mezzo secolo oltre duemila bombe sono esplose per ragioni sperimentali (Tranne ovviamente quelle di Hiroshima e Nagasaky).
Quando ero piccolo, ci fu una mobilitazione ambientalista contro il governo francese che sganciò una bomba atomica nell'atollo di Mururoa. Nel pensare a tutte quelle bombe precedenti mi vien quasi da sorridere per la protesta.
Questa dimostrazione di muscoli ha avuto il suo apice tra gli anni 60 e gli anni 70 nella famigerata guerra fredda. Ma anche se le bombe atomiche sono fuori moda ora, gli stati sono sempre pronti a giocare a Risiko con le nostre vite.
La dichiarazione degli Usa: «Israele ha il diritto all'autodifesa». Dove per auto difesa s’intende bombardare la Palestina, è l'effetto più lampante di un’alleanza militare.
Chi guarda il documentario film-documentario "Che fino ha fatto Bin Laden" capisce che l'Arabia Saudita non ha simpatia per l'occidente.
Gli Usa hanno bisogno di un alleato potente vicino ad Ai paesi arabi.
Ecco che da un certo punto in poi, supportare militarmente lo stato ebreo diventa una costante.
Scudi spaziali, droni, l'Iran che viene osteggiato per i suoi esperimenti nucleari.
La guerra fredda non è mai finita, anzi sono aumentati i paesi che vi partecipano. Tutti devono preoccuparsi di tenere le loro potenze militari aggiornate e non usare quel denaro per i poveri. La novità peggiore e che queste guerre si combatteranno anche in campo economico. Guerra ed economia sono sempre andate a braccetto e la Cina che acquista il debito degli Usa è solo l'ultima evoluzione.
Guarda caso gli stati neutrali sono quelli considerati paradisi fiscali, come Lussemburgo e Svizzera.
Perché gli Stati del pianeta Terra si possono paragonare a dei bulli di quartiere. I più forti tengono in pugno i deboli.



By Kirby