venerdì 31 dicembre 2004


Ho terminato il travagliato racconto



Auguro a tutti un sereno Capodanno



I 13 sospiri (ultima parte)



Entro nell’aula studio; un calore avvolgente mi sorprende piacevolmente.



“Che tempismo, hai sentito l’odore?”. Esordisce un amico al mio arrivo, tutto intento ad accendere una canna d’erba.



“Modestamente ho sviluppato un olfatto per queste cose…” rispondo.



Seduto tra gli amici, in questa piccola stanza, rende la mia mente calma.



L’effetto è eccentuato dall’erba.



“Che cosa facciamo stasera?” Domanda una voce dal coro.



“Verso le sette, c’è un po’ di musica in piazza…” risponde un altro.



Così il tempo passa allegramente, facendo quattro chiacchiere tra amici…



Sicuramente la migliore fase della giornata.



All’ora stabilita usciamo dall’università. Siamo assaliti da un vento freddo; stringendo i denti e camminando compatti ci rechiamo al concerto.



Siamo qui in attesa dell’inizio (intanto prepariamo un'altra canna). Suoneranno una serie di gruppi semi-sconosciuti.



A parer mio, la miglior cosa da fare nel scegliersi i membri di un gruppo è avere un elemento dotato di molto carisma, uomo o donna non importa. Credo sia più importante di una bella cantante. Diciamoci la verità, senza elementi carismatici, nei live non si otterrà mai il massimo dal rapporto col pubblico; nonostante si possa essere molto bravi a suonare.



Il primo gruppo inizia a suonare. Il suono che esce dalle casse è uno di quelli danzerecci. Alcune persone sotto il palco iniziano a ballare. I musicisti suonano gradevolmente, anche se i due cantanti sono di scarso impatto scenico.



“Dubito che faranno strada..” Mormoro con aria saccente nell’orecchio di un amico.



Egli annuisce senza proferir parola, e continuando a ballare.



La performance del gruppo dura all’incirca mezz’ora, Il pubblico sembra abbastanza soddisfatto.



Il gruppo successivo ha melodie decisamente più rock…



Le stesse persone che prima danzavano ora stanno pogando.Un paio di spinte e sono anch’io nella mischia…



Non c’è nulla da pensare, si spingono più persone possibili per entrare nella zona-pogo. Una breve occhiata per cercare l’avversario; poi caricarlo portando tutto il peso sulla spalla, sentire il proprio corpo cozzare e giusto il tempo di un respiro è tutto finito.Pronti per un nuovo scontro.



Attenzione se il vostro avversario è un infame potrebbe abbassarsi all’ultimo momento, facendovi miseramente cadere a terra.Questa è solo una delle molte azioni che si possono fare nella zona-pogo. Più la sala è gremita di persone, più sono possibili azioni. A parer mio il massimo è il surf: una tavola umana è spostata da un mare di persone…



Giusto il tempo di sudare, di farmi venire il batticuore e sono nuovamente fuori.



Ho un treno da prendere alla stazione. Saluto frettolosamente gli amici e lascio alle mie spalle la musica.



La notte è calata sulla metropoli, il gremire di persone è scemato, la puzza di smog pure. Trascino stancamente il corpo fino al convoglio che mi riporterà a casa.



La stazione è abbastanza gremita, gli ultimi ceppi di pendolari prendono il treno insieme con me.Il sedile su cui mi siedo è molto freddo, un brivido percorre la mia schiena, facendomi scrollare le spalle.



Il treno inizia il suo viaggio…



Il paesaggio bidimensionale che osservo dal finestrino sembra tornare al suo posto, dopo averlo spostato con il treno di stamattina. Un’altra giornata metropolitana è trascorsa. Ecco un altro treno che corre in direzione opposta al mio. Altri 13 sospiri risuonano nella mia testa, questo treno sfreccia veloce e scompare in pochi istanti; ricompare il paesaggio buio.



Sono arrivato alla stazione. Che ore sono?



“Sono le ventuno..” Dico a me stesso. Sono passate 13 ore dall’ultima volta che ero in stazione.



Domani mattina sarò di nuovo qui per ritornare alla metropoli….



La vita è proprio monotona e ripetitiva………



Se non si mostra attenzione per le piccole cose………



 



                         By  KIRBY



 



Pensiero di fine anno: A san Silvestro si è pieni di buono propositi e speranze per il nuovo anno, ma se non si cambia di una virgola, non cambierà niente



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 


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mercoledì 22 dicembre 2004


Spero di finire il racconto per il 2004



I 13 sospiri (quinta parte)



Sono seduto sulle scale del palazzo, dove abita la mia amica. Sono frastornato dal vino, confuso per l’accaduto. Rivivo mentalmente gli istanti di poco fa.



Eravamo a pochi centimetri di distanza, potevo sentire il suo respiro, stava per accadere qualcosa di cui forse pentirsi. Forse sarebbe stato un semplice bacio, oppure no? Meglio non pensarci.



Esco dal portone, forse l'amica è affacciata al suo balcone, aspetta la mia uscita per dirmi qualcosa. Cammino senza voltarmi indietro, imbocco la prima strada disponibile per non cadere in tentazione; così scompaio nel gomitolo di strade.



“Uff...” . In alcuni momenti capita di pensare a voce alta. “Inizia..” A capitare troppo spesso nei miei confronti. Per fortuna, in queste strade isolate nessuno può sentirmi.



Siamo nel primo pomeriggio, le saracinesche sono ancora abbassate. Finito di camminare senza una meta, ritorno all’università.



Sono di nuovo nelle piccole strade anonime e solitarie; il silenzio regna sovrano.



“ Ma cosa?…”. Un tumulto proveniente dalla vicina piazzetta attira la mia attenzione. Avvicinandomi con circospezione, riesco a distinguere delle voci soffocate e dei rumori sordi. Fermato dietro un angolo assisto alla scena.



Nella solitaria via, un uomo è fronteggiato da altri tre. A poche decine di metri dal mio sguardo, i tre si avvalgono della superiorità numerica per sopraffarlo.



Il solitario è in posizione prona, indossa abiti sgualciti, e ha una folta chioma.



“Cazzo”. Uno dei tre vigliacchi inizia una lunga serie di calci ai danni del poveretto. Calci rapidi e violenti, indirizzati al corpo dell’uomo.
Gli altri due assistono impassibili alla scena



Sono impietrito dalla paura, vorrei urlare, chiamare aiuto, ma il mio istinto trattiene i miei movimenti.



Un calcio sferrato alla testa, fa accasciare la vittima a terra. Immediatamente i tre, caricano il corpo in un auto parcheggiata vino a loro.



Per evitare di essere notato, torno sui miei passi ed entro in un portone aperto.



Sento il rombo dei motori, una sgommata di ruote, il rumore di un auto che si allontana, il ritorno della pace nella piazzetta.



Nuovamente in un portone. Poche immagini hanno sconvolto i miei pensieri.



Pochi istanti fa un uomo era sul marciapiede. Chi era? Chi erano i suoi aggressori? Che cosa aveva fatto di male? Domande cui non posso dare una risposta si susseguono nella mia mente.



“Mhmmm….”



Un uomo inerme, calci sferrati in rapida successione, un auto parte di corsa…



“Che orrore…”



Ancora impaurito vado sul luogo del misfatto. Prescindendo da alcune macchie scure non ci sono altri segni di colluttazione.



La piazzetta è ancora vuota, d’altronde cosa ci si aspetta da una stradina secondaria.



Che cosa dovrei fare ora? Chiamare la polizia? No, grazie; troppe complicazioni.



Forse è stato solo un sogno, un lavoro della mia fervida fantasia, un residuo del vino bevuto a pranzo. Probabilmente quella macchia c’era già da prima….



Riprendo, così il mio cammino. Tra i vicoli che percorro, qualche altro essere umano inizia a riapparire.



Una vecchia è affacciata alla finestra della sua casa a piano terra; non avendo altro da guardare mi osserva mentre le passo davanti.



Sento il suo sguardo miope, squadrarmi dalla testa ai piedi. Il mio passo diventa pesante, rallento la velocità. Sento nel mio organismo qualcosa di strano, inizio a sudare, una fitta al torace blocca la mia marcia. Qualcosa risale dal mio esofago, un rigurgito, per un attimo il vino stava per ritornare all’aria aperta.



Tutto termina con un sonoro rutto.



Chissà cosa avrà pensato la vecchia, vedendomi di spalle, rallentare, fermarmi ed emettere quel suono….



Credo di aver bevuto troppo, ma nemmeno il tempo di riprendermi ed eccomi tornato all’università.



 



                                     by  Kirby


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lunedì 20 dicembre 2004


Pensiero del giorno: Prima di lamentarti per quello che non hai, ritieniti fortunato per quello che possiedi



                                                                  by Kirby



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giovedì 16 dicembre 2004


E si ricomincia....



I 13 sospiri (quarta parte)



E’ quasi mezzogiorno; esco dall’università coi nervi a fior di pelle.



Il cielo minaccia pioggia; nuvole grigie sovrastano la mia testa, un vento freddo soffia contro di me.



Sono senza ombrello, ma ho altro cui pensare. Mentre attraverso le piccole strade, una sottile pioggia inizia a cadere sulla mia testa; ma non importa.



Cammino a testa bassa, un’amica m’aspetta in piazza. Non vedo l’ora di raggiungerla per vomitare fuori la mia frustrazione.



A causa della pioggia la piazza è semi-deserta, con lo sguardo la cerco.



Eccola là. Agita la mano, seduta sulla scalinata della chiesa. Un ombrello variopinto la protegge dalla pioggia. Il suo ombrello è l’unica nota di colore in questa grigia giornata metropolitana.



“Com’è andata? ” domanda lei.



“Male…” rispondo. “Fammi riparare sotto l’ombrello, che ti spiego…”. Inizio a spiegare il fattaccio. Quando si racconta qualcosa di spiacevole a qualcuno, inconsciamente, si tende a limare la realtà, affinchè il nostro interlocutore non possa far altro che annuire dandoci ragione.



“E poi…”. Eccomi ora a raccontare le difficoltà incontrate nel preparare l’esame. Tutto ciò non serve a niente. Le sterili lamentele non portano a nulla di buono. In queste situazioni si corre il rischio divagare in altri piagnistei, facendo annegare l’interlocutore nelle nostre lacrime.



“Piuttosto parlami di te….”. Bene, ascoltare gli altri è ciò che mi occorre per distrarmi.



Intanto la pioggia inizia ad essere insistente; per strada non c’è più nessuno.



“Ripariamoci in un bar, ti offro un caffè, qui c’è il rischio d’inzupparsi d’acqua”.



“Grazie…”. Risponde lei.



A pochi passi c’è un anonimo bar che capita a proposito. Sulla soglia del bar un caldo avvolgente, fa dimenticare il freddo della strada.



Prendere un caffè in un bar, un gesto così semplice, fatto da milioni di persone ogni giorno. Si può contare sulle dita di una mano, le volte in cui l’ho fatto…



Ma perché ora inizio a pensare a queste cose? C’è qualcuno che parla con me, ed io penso a tutt’altro. Sono un povero stupido, pieno di seghe mentali.



Terminata la pausa caffè, usciamo dal bar. La pioggia si è placata; ma un’umidità pervade l’aria, facendo supporre che non sia finita qui.



“Se m’accompagni al supermercato ti ospito a pranzo!”. Propone lei con modi gentili. Accetto senza pensarci due volte.



Il piccolo supermercato è sotto casa sua. Appena entrati, un’orgia di colori invade i nostri occhi. Tutti i prodotti sembrano posti affinchè sia acquistato il più possibile.



Credo non sia il nostro caso. Gli studenti universitari che vivono da soli; acquistano il minimo indispensabile per sopravvivere uno o due giorni (almeno per quanto riguarda quelli che conosco io).



Ecco la nostra spesa: pane, pasta, uova…



Intanto compro una bottiglia di vino. A mio parere indispensabile in un pranzo con gli amici.



Dopo pochi minuti siamo in cucina a preparare il lauto pasto.



“Dobbiamo preparare anche per le tue coinquiline?” domando.



“ No, non credo vengano a pranzo” lei risponde.



Strano, poco più di un’ora fa, ero incavolato nero; ora sono rasserenato parecchio…



Sono seduto a tavola con un piatto di pasta fumante, un bicchiere di vino e una grande amica accanto.. “ Che bella la vita!” sbotto io improvvisamente.



Lei inizia a ridere; ed io dietro di lei…



Ahahahah….



E pensare che… no ora basta pensare godiamoci questo momento….



Il tempo passa, il vino pure. Un formicolio alla testa mi avverte di questo particolare.



Il lauto pasto è giunto al termine; siamo nella fase digestiva.



Ci troviamo seduti a tavola; sul tavolo abbiamo i resti del pranzo. Bottiglie vuote, piatti unti, tovaglioli sporchi, il tutto circondato da briciole di pane.



“Mmmhhh….”. C’è qualcosa che non quadra, qualcosa di diverso, rispetto a quando abbiamo incominciato.



“Mmmhh…”. Che giramento di testa non riesco a pensare.



Ora ci sono; siamo molto più vicino seduti. Forse involontariamente senza accorgercene, ci siamo avvicinati.



“….” . Continuiamo a parlare del più e del meno ma i nostri gesti sembrano essere entrati in sintonia.



No, non va bene; il vino gioca brutti scherzi. Cavolo che giramento di testa non riesco a controllare le mie azioni. Siamo entrambi vittime del vino, non ragioniamo bene, meglio smettere.



Cazzo! Mi ha sfiorato la mano! Devo interrompere questa brutta situazione.



Ohi ohi. Ho il cervello annebbiato, non riesco a reagire.



Perché poi dovrei reagire? Non è meglio farsi trascinare dalle situazioni?



Discorrendo amichevolmente, i nostri sguardi sono sempre più compiacenti.



Eppure c’è qualcosa che non torna. Un angolo della mia mente dice di fermarmi; ma non ricordo il motivo.



Ecco le nostre teste che si avvicinano al rallentatore.



Eppure…



Ho bisogno di ricordare. Ho ancora qualche minuto…..



Nel momento in cui sento una mano che stringe le mie, un fulmine mi illumina



Istantaneamente, mi alzo di scatto, lasciando cadere la sedia dietro di me.



Barcollo fino alla porta. L’immagine della mia fidanzata è stampato nella mia testa.



“Io vado, ci vediamo” Queste le uniche parole che pronuncio prima di chiudere la porta di casa alle mie spalle. Lasciando sola la mia amica con la sua mezza sbronza.



A passo incerto scendo le scale….(continua)



 



 



                                                                       By   Kirby 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 


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giovedì 2 dicembre 2004


Pensiero del giorno:Nonostante tutti i colpi che si possono prendere, al dolore non ci si abitua mai



Riprendo lo sciopero contro la sfortuna: Inutile visitare questo blog per almeno un paio di settimane



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giovedì 25 novembre 2004

Interrompo per questa volta "i 13 sospiri" (sempre che a qualcuno possa interessare) per pubblicare alcune leggi di murphy fatte in buna parte dal sotto scritto


Le leggi di murphy



  • Legge di Murphy

Se qualcosa puo andar male, lo fara


<span style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: Rockwell Light; mso-bidi-font-size: 16.0pt"> Legge di Herman

Un buon capro espiatorio vale quasi quanto una soluzione.


<span style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: Times New Roman; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Consiglio di Kirby su herman


Se nella ricerca del capo espiatorio tutti gurdano te, comincia a pregare

 


Teoria di Carlyle sulle chiavi


In un portachiavi che contiene diverse chiavi, se ne svilupperà una che non apre niente.


Corollario di Kirby sulle chiavi


 La chiave che non apre nulla sarà la prima ad essere presa ogni volta


Legge di Heine


Bisogna perdonare i propri nemici, ma non prima che siano stati impiccati


I° teoria di Kirby sui treni


Quando si arriva alla stazione, il treno è sempre in procinto di partire, costringendoci a correre


II° teoria di Kirby sui treni

Se arrivati in stazione, non c?è il treno, significa che è appena partito

<span style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: Times New Roman; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Corollario alla seconda teoria sui treni


Se arrivati alla stazione , il treno  dovrebbe arrivare a momenti, porterà un enorme ritardo


<span style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: Times New Roman; mso-bidi-font-size: 10.0pt">II° corollario alla seconda teoria dei treni


Se il treno arriva nello stesso momento in cui arrivate voi, si guasterà e non partirà più


<span style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: Times New Roman; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Legge sull?attesa dei mezzi pubblici


l?attesa di un mezzo pubblico è proporzionale alla fretta che si ha


 


Legge dellindividuo

   Nessuno e veramente interessato o capisce quel che sta facendo chiunque altro.

corollario: Se fai qualcosa di stupido , tutti concentreranno l?attenzione su di te


Legge di ferro delloligarchia

   In ogni attivita organizzata, in qualsiasi sfera, un ristretto numero di
   persone si mettera a comandare e gli altri eseguiranno.

Estensione di Kirby:se non sarai il primo a dare gli ordini, sarai il primo a cui affideranno il lavoro


<span style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: Rockwell Light; mso-bidi-font-size: 16.0pt">Ottava regola di Finagle

Il lavoro déquipe è essenziale. Ti permette di dare la colpa a qualcun altro


 


<span style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: Times New Roman; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Assioma di Kirby sulla gerarchia lavorativa


In teoria chi sta più in basso lavora senza responsabilità. Chi sta in alto organizza con molte responsabilità


In pratica chi sta più in basso se sbaglia è fregato. Chi sta in alto fa lo scaricabarile


 









Osservazione di Zenone


Laltra coda va più veloce.


<span style="FONT-SIZE: 12pt; COLOR: red; FONT-FAMILY: Rockwell Light; mso-bidi-font-size: 16.0pt">Variazione di OBrien sullOsservazione di Zenone


Se si cambia coda, quella che si è appena lasciata diventerà immediatamente la più veloce.


Corollario di Kenton


Continuare a cambiare coda le rallenta entrambe e fa infuriare tutti.


<span style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: Rockwell Light; mso-bidi-font-size: 16.0pt">Guida pratica alla scienza moderna

1. Se è verde o si muove, è biologia.


2. Se puzza, è chimica.


3. Se non funziona, è fisica.


Estensione di Cerf


4. Se non si capisce, è matematica.


5. Se non ha senso, è economia o psicologia


Estensione di Kirby


6. Se è duro e ti cade su un piede è geologia


7. Se morde è zoologia


8. Se esce sangue è chirurgia


9. Se contemporaneamente non si capisce e non funzione è ingegneria


<span style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: Rockwell Light; mso-bidi-font-size: 16.0pt">Legge di Wagner sulle riprese sportive

Quando fanno un primo piano di un atleta, starà sputando, grattandosi o mettendosi le dita nel naso.


Osservazione di Kirby: Totti non conosceva questa legge


Leggi di Kirby sul compito in classe


Se fai un copiare qualcuno, otterrà un voto migliore del tuo


Se sei tu a copiare, verrai scoperto


Legge del presidente


Se un Presidente non lo fa a sua moglie, lo farà alla Nazione.


Assioma di Ego sulla vita umana


Tutto va a farsi friggere


 


                                               By    KIRBY


 


 


 


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martedì 23 novembre 2004

Pensiero del giorno: Quelli che si limitano,saggiamente, a ciò che sembra possibile; non avanzeranno mai di un passo.


(tratto dal film: " morte di un matematico napoletano")


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sabato 20 novembre 2004


Nonostante la situazione non sia peggiorata; sospendo il mio sciopero



I 13 sospiri (terza parte)



Eccomi qui all’università. Il maestoso edificio che mi sovrasta, ormai non è in grado più di impressionarmi. Dati i diversi anni che lo frequento. Tanto più oggi; con i grattacapi  cui sono sottoposto. Per mezzo di un esame; la mia mente sarà sottoposta ad una lunga e lenta tortura psicologica.



Aggirandomi per l’edificio, incontro volti noti a cui rivolgo il mio saluto distratto.



In questi momenti, sembra di vivere in un mondo ovattato; le mie percezioni sembrano diminuire.In pratica sono intontito, e tutto ciò che accade all’esterno sembra non tangermi.



Alla fine del lungo corridoio bianco c’è l’aula del giudizio.Qui, alcuni saranno mandati in paradiso e altri all’inferno.Fuori l’aula ci sono i miei compagni di ventura.Dopo il rituale saluto passo a tastare la preparazione altrui: “sei preparato? “ ,”quanto tempo hai impiegato?” , “questa cosa l’hai capita?”,”da dove hai studiato?” . Queste frasi sono una costante irrinunciabile ad ogni esame. Quasi fosse il saluto di riconoscimento di una setta segreta.



“Sta arrivando!”, qualcuno sussurra. Dall’altra parte del corridoio si scorge la sagoma del nostro boia.



Il boia si trascina stancamente lungo il “miglio bianco”. In questi momenti nessuno di noi ha un aspetto rilassato; il terrore scorre sui nostri sguardi.



Per il boia è un giorno come tutti gli altri; per noi un piccolo giudizio universale.



Attraversato il corridoio, il carnefice entra nell’aula; noi lo seguiamo.



Inizia l’appello. Inizio a contare quante persone mi separano dalla mia sentenza…uno due tre..dodici…:”Presente”.



Sono tredicesimo;ciò non mi sconvolge dato il mio scetticismo.Il brutto sarà aspettare tutto il tempo….



In religioso silenzio tutti ascoltano i primi esami, poi la folla si disperde.C’è chi va a fumare, chi a prendersi il caffè, chi cerca di distrarsi parlando d’altro.



Io non ci riesco.L’attesa logora i miei nervi.Aspettare dodici sentenze significa, almeno un paio d’ore…



E’ passata un'ora. Odio questi momenti, le mie budella sono in subbuglio, sento la mente annebbiata,non riesco più a pensare….



Ci siamo, dopo tocca a me. A questo punto cercare di ripetere non servirebbe più a nulla; quello che è fatto è fatto.



“Mi dica la differenza fra…”



Bene, alla prima domanda sono in grado di accennare un discorso…



Ecco che accade l’imprevisto;non ricordo più come continuare. I secondi di silenzio sono pesanti come macigni….



Così il boia per darmi respiro cambia argomento:”In cosa consiste l’esempio….”



Cazzo! Proprio questo dovevi domandarmi? Di tutti gli imputati, giusto a me dovevi chiederlo?



Inizio a dire qualcosa sperando nella fortuna. Il boia annuisce per qualche frase. Sforzo la mia mente di creare un discorso che nel mio cervello non è mai esistito.Più vado avanti e più arrivo al punto di non ritorno. Il boia inizia ad interrompermi per le stronzate che inizio a dire.Fa qualche domanda. Il mio cervello ormai è andato in fumo;non riesco nemmeno a ricordare definizioni che ricordavo benissimo. Apro bocca giusto per non interrompere il mio silenzio.



Dopo aver capito che questo argomento non è pane per i miei denti, mi dice di tornare la prossima volta. Mestamente annuisco, ed esco dalla scena….



Sfiga,sfiga,sfiga.Almeno la metà degli imputati non era in grado di rispondere esaustivamente alla domanda; e a chi poteva mai domandarla? Che palle,il sol pensiero di dover rifare l’esame mi annichilisce. La mia sentenza per oggi è stata l’inferno. Maledetto boia,maledetto il corridoio,maledetta l’università…



Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno. Mentre mi dirigo fuori dall’edificio mi dedico a considerazioni filosofiche: L’università è una metafora della vita; non è detto che l’impegno che hai profuso per un obiettivo sarà ricompensato. Molte volte c’è qualcuno che con minor sforzo ottiene più. Spesso la fortuna gioca un ruolo decisivo. Talvolta i più intraprendenti si salvano con il minimo danno.



E come una qualsiasi guerra metropolitana, solo il tempo guarisce le ferite riportate.



 



                                            By  KIRBY



Pensiero del giorno:Non pensare che domani sia un altro giorno; ma pensa a fare qualcosa di buono oggi



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domenica 14 novembre 2004

Per protestare contro un periodo sfortunato, oggi sono in SCIOPERO, fino a periodo indeterminato
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mercoledì 10 novembre 2004


Pensiero del giorno:Meglio pentirsi per aver fatto qualcosa di sbagliato, che, pentirsi per non aver fatto



                                                                                    By   Kirby



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domenica 7 novembre 2004


13 SOSPIRI (2 parte)



Eccomi qui nella grande piazza.Un limpido cielo azzurro e grigio, mi sovrasta.



Oltre agli uomini sono presenti veicoli (Dicesi veicolo: quel mostro di ferro capace di inghiottire una o più persone; trasportarle da un luogo ad un altro, per poi espellerle fuori a mò d’escrementi) d’ogni genere, che rendono, il tutto ancora più caotico della stazione.



Noi pedoni (così ci chiamano con disprezzo da quegli escrementi ambulanti), nella metropoli siamo esiliati sui marciapiedi.



Proprio mentre attraversavo la piazza, una volta notai qualcosa di strano.Mentre passavo davanti ai venditori ambulanti di mattoni, sottoforma di cellulari e gli illusionisti delle tre carte; una serie di fischi attirò la mia attenzione. Era uno degli ambulati che scambiava fragorosi fischi con una persona dall’altro lato della piazza. Non riuscivo a vedere l’interlocutore, ma, ebbi dei sospetti. Dall’altro lato della piazza, c’era, oltre agli altri ambulanti (marocchini, cinesi…), il solito anomalo venditore.



Questo tizio, sin da quando ho iniziato a frequentare la metropoli, ha sempre venduto un solo e semplice articolo: una coppia di topolini giocattolo che ballano a ritmo di musica. Mi sono sempre domandato come possa vivere vendendo questo semplice articolo.Fatto stà che quel giorno, all’altezza di quell’uomo sostava un veicolo con degli uomini in divisa.Che strana coincidenza!



Mentre rimembro questo episodio sono su uno dei corsi principali della metropoli.Le serrande dei negozi iniziano ad alzarsi, per mostrare le vetrine.



Incredibile, una della serrande è semi-distrutta con cocci di vetro che fuoriescono; come un corpo steso a terra cui fuoriescono le interiora, circondato dalle persone in divisa. Allo stesso modo il negozio martoriato, era circondato da uomini in divisa e non. Deve essere stata una notte movimentata, per la metropoli.



Continuo a camminare; riflettendo sul episodio. Forse l’accaduto ha qualcosa in comune con i strani fori che presentano alcune vetrine; chi può dirlo?



Bene, sarà meglio lasciare i corso principale, e andare di vicolo in vicolo, in modo rendere il percorso sensibilmente più breve.



Nelle strade secondarie il rumore dei mostri di ferro e minore, e nei vicoli la loro presenza è quasi nulla. Camminare in queste strette stradine, non si riesce ad avere la concezione del tempo (a prescindere dal giorno e dalla notte), infatti, l’affluenza è sempre la stessa; poche anime transitano in un atmosfera silenziosa.Silenzio interrotto solo da qualche radio o televisione.La voce di qualcuno rimbomba nel vico, forse uno scippo, oppure qualcuno che chiama qualcun altro, o una lite tra parenti.



A pensarci bene qualche riferimento temporale in queste zone può essere fatto dall’odore di cibo che proviene dalle case.Un profumo che fuoriesce da tutte le finestre e si uniscono per condensarsi sulle pareti dello stretto vicolo e stimolare l’appetito del viandante. In quei casi possiamo affermare con certezza che è ora di pranzo!



Senza accorgermene, divagando nei miei pensieri sono arrivato alla mia meta…  (continua)



 



                                                  BY    KIRBY



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martedì 2 novembre 2004


Pensiero del giorno: Vincerà Bush o Kerry? Tanto rimarrà il solito mondo di merda!



                                                                         BY  KIRBY



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domenica 31 ottobre 2004


Ho cercato di fare qualcosa più impegnativa.Spero non sia noiosa



13 Sospiri (parte prima)



 Odio la mattina. Il mio organismo è ipersensibile. Non riesco a bere acqua, al massimo un po’ di caffè; figuriamoci mangiare cose troppo impegnative; più di qualche biscotto non posso ingurgitare. Il mio cervello è come annebbiato, non riesco a ragionare bene fino a mezzogiorno. Sono anche facilmente irritabile, molto spesso mi sveglio con luna storta. Rari sono i momenti in cui la mattina sono tranquillo. A pensarci bene, sono rari i miei momenti di tranquillità durante tutta la giornata, infatti, sono quasi sempre scontroso con tutti, qualsiasi cosa mi vada storto, mi altero all’inverosimile. Soprattutto la mattina, è meglio che nessuno mi rivolga la parola.



Sono quasi le otto; è meglio che vada alla stazione a prendere il treno. Non vedo l’ora di tornare a dormire.



Ecco che arriva il treno…sono le otto in punto.



Il treno è semi-vuoto, la cosa strana e che, nonostante ogni postazione presenti quattro sedie, solo una di queste è occupata. Le persone che salgono ad ogni stazione cercano una postazione totalmente libera prima di sedersi vicino a qualche sconosciuto (quasi avessero paura). Dal canto mio utilizzo questa premura solo se non c’è nessuna ragazza carina, seduta da sola.



Eccoci qui; in questo piccolo vagone, 5 persone, ognuno nella sua postazione.



Io, un uomo di mezza età, un ragazzo, una signora, ed un altro ragazzo.



Ognuno coi propri pensieri, proprie paranoie, problemi personali, le rispettive paure, speranze personali. Tutti stimo guardando il paesaggio orizzontale che scorre d’innanzi a noi. Ad un tratto rallenta; il paesaggio si ferma. Alberi immobili, case impietrite, muri di cinta sull’attenti, solo il mare continua il suo dovere; è una stazione ferroviaria. Dopo pochi attimi la giostra riprende il suo giro.Poco dopo una nuova sosta; ma non c’è nessuna sosta ad aspettarci, ci fermiamo in mezzo al nulla.



Già, ora, siamo noi ad aspettare: l’eurostar delle otto e un quarto…eccolo che passa in tutta la sua folle corsa contro il tempo.



Tu-tum tu-tum tu-tum…..



Ho impiegato un po’ di tempo per capire l’origine di quel rumore.In pratica lo spostamento d’aria di ogni singolo vagone crea questa specie di sobbalzo.



Quasi fosse un respiro veloce è affannato del treno.



 Contando i sobbalzi risalgo al numero dei vagoni….1 2 3 4 5 6 ….11 12 13!



Ogni volta che conto sono sempre 13. Tredici respiri che equivalgono a tredici vagoni, sfrecciano d’innanzi a me in pochi secondi, poi, tutto tace.



Il mio treno riprende la sua corsa per una nuova stazione (altro giro altra corsa…)



Attraverso i finestrini osservo la mia meta.Questo luogo è dotato di uno strano abito grigio che lo avvolge.Forse sarà la cosidetta cappa di smog creata dai suoi abitanti per proteggersi dal freddo invernale e dagli eccessivi raggi solari…..



Arrivato nella gran metropoli: cerco di scendere dalla giostra.Un turbinio di persone vuol salire mentre io voglio scendere; a mala pena riesco a scivolare via dalla grande folla, utilizzando i piccoli spazi che si vengono a creare tra un uomo ed un altro durante il loro spostamento.Ecco fatto sono fuori! Da quel mostro senza testa e senza coda, quale è la folla. In quei brevi attimi mi sono sentito un verme che si sposta nel sottosuolo attraversando gli interspazi tra le rocce.



Tra pochi minuti sarò all’aria aperta, appena superato questo piccolo labirinto di scale e corridoi ritornerò nel caos, nella metropoli



 



                                                                                 BY     KIRBY



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domenica 17 ottobre 2004


Niente di speciale; in questi giorni sono un po impegnato.Idem la settimana prossima(niente post)



I soliti Ignoti



Un giovedì mattina, la vecchietta entrò con fare sicuro nel piccolo supermarket adiacente casa sua.Aveva una missione da compiere: fare la spesa settimanale coi pochi soldi rimasti della pensione.Aveva studiato a fondo tutte le offerte del supermarket per riuscire nella prova settimanale: portare a casa una fettina di carne.



Si aggira tra gli scaffali con un calcolatrice in mano; alla disperata ricerca dei prodotti più a buon mercato: pane, latte a lunga conservazione parzialmente scremato, qualche mela, un po’ d’insalata, uova…



No, i conti non tornano.La cifra necessaria per raggiungere la confezione con tre fette di carne era inavvicinabile. Avrebbe dovuto rinunciare a troppe cose per quell’oggetto del desiderio. Siccome elemosinare non era il suo genere, era meglio ripiegare su di un’anonima confezione di tonno in scatola. Sconsolata si avviò alla cassa. “sarà per il mese prossimo” pensò.



Calò la notte; nonostante il “PASSO CARRABILE” un furgoncino si affrettò a parcheggiare davanti alla saracinesca del supermarket.



Scese dal veicolo un uomo, attraversò la strada e si poggiò ad un palo della luce; poi si accese una sigaretta.



Altre tre ombre comparvero in strada, furtivamente ed in tutta fretta iniziarono ad armeggiare davanti al negozio.Pochi attimi, pochi respiri e furono all’interno.



Le tre ombre si separano: fondo cassa, generi alimentari, Quadro elettrico centrale.Si muovono con sicurezza i loschi, quasi conoscessero il locale.



Arrivata una tiepida luce, fecero manbassa.



 Aggirarsi tra gli scaffali di un supermercato e infilare nel carrello tutto ciò che si vuole, non possono permetterselo tutti.



 Le ombre hanno questo potere: realizzare i desideri inconsci, la razionalità della specie umana è messa al bando quando la mente è protetta dalle ombre.Non solo, inoltre ha la capacità di alterare la psiche.Le ombre si sentono superiori ai comuni mortali, la loro oscurità li rende più forti, gli consente di agire di sorpresa, le menti più deboli possono cadere nell’errore dell’invincibilità.



Non è questo il caso, le ombre del supermercato sono consapevoli dei loro limiti;



Infatti, la razzia è breve.Escono all’aria aperta, stanno caricando la refurtiva sul furgone; sembra non esserci nessun testimone.



Contemporaneamente si apre un anta della finestra, nessun’ombra nota l’evento, illuminata da un lampione, compare la figura di un’anziana donna dietro la finestra.



“Mario !”. Una delle ombre si volta verso la finestra. L’anziana donna continua:



“Scusa Mario, ma stamattina ho dimenticato di prendere delle bistecche al supermercato; per caso hai una confezione con tè?”.



Una delle ombre ha perso il suo potere, ha perso l’oscurità che l’avvolge.



Mario in modo automatico preleva dalla refurtiva una confezione di carne, e la consegna alla donna. “Grazie, Mario” risponde la donna, scomparendo nell’oscurità della sua abitazione.



Negli attimi succesivi né Mario né le altre ombre sono più in zona.



Nella solita quiete notturna un altro crimine era stato commesso dai soliti ignoti.



 



 



                                                                                               By  KIRBY



 



Pensiero del giorno: Se sei un ombra, pensa prima di agire



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domenica 10 ottobre 2004


"E ora qualcosa di completamente diverso" (complimenti a chi coglie la citazione...)



Più che una storia questo è un esrcizio di stile



Pensieri sparsi nel letto



Premessa



Una ragazza è nel suo letto. Il simbolo <…> indica che la ragazza riprende a dormire



 



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<…..>Mhhhhmm, mhhhmm (la ragazza si rigira nel letto).Ohio ohioi ma dove sono? Vediamo un po’ se riesco a ricordarmi senza aprire gli occhi…



Ah si è casa mia. Minchia che mal di testa! Che cosa ho fatto ieri sera ? che giorno è oggi? ……Già ho alzato troppo il gomito, quindi era sabato ed oggi è domenica.



Chissà che ore sono...dunque, non sento anima viva per strada quindi è ancora presto.Meglio rimettersi a dormire…..ma quel…..ragazzo…?…<…>



<…>Sono di nuovo sveglia? Per fortuna l’emicrania si è attenuata, ho solo un cerchio alla testa.Sembra quasi che la musica si ancora nella mia testa…se mi concentro la sento ancora “tunz-tunz tunz-tunz”, Mhhmm che schifo ho tutta la bocca impasticciata.



Cerchiamo di fare mente locale: ieri c’era quel bono in discoteca, Dio che figo, che sguardo e che pacco; me lo farei proprio!Mi eccito al sol pensiero.



Bha! Ormai è andato, pensiamo al caldo piumone che avvolge le mie nude gambe…fantastico fresco e caldo allo …stesso tempo…<…>



<…> …Che ore saranno ora? Qualche voce proviene giù dalla strada.Forse le dieci…Che bello il letto voglio rimanerci fino ad ora di pranzo.Ora infilo anche la testa sotto la coperta così sarò più al sicuro…Ma perché non averci provato con quel ragazzo? Che palle sono la solita cogliona, eppure sono riuscita anche a rivolgergli la parola…se ci penso m’incazzo di brutto.Vaffanculo al mondo, farei saltare in aria tutti. Ora rimango in questo letto fino a Natale!..mhmmm…<…>



<…>-Driiinnn  driiinn-. Uh?- Driin driiin-. Maledetto telefono,ma chi mi rompe l’anima a quest’ora? - Driin driiin-.Per me puoi suonare fino a domani -Driin driiin- Tanto non mi alzo per rispondere -Driin driiin- …..fantastico ho anche le ossa indolenzite;come se ieri sera avessi praticato chissà quale attività fisica.



Come si chiamava quel figo di ieri sera? boh! Chi mai può ricordarselo,per quello che aveva da dire;però che culo…Non importa tanto il mio letto mi farà dimenticare tutto…chissà che ore …sono..<…>



<…>…ah! Merda ora si mette anche la vescica a rompere…possibile che non si possa stare una giornata a letto in santa pace! Beati i ragazzi che possono farla in una bottiglia….comunque posso resistere per almeno un paio d’ore…ummm



sento alcune auto giù in strada saranno le undici ? Maledetto alcool sei tu che fai scoppiare la mia vescica;ed io che ho fatto la gara di birra con quel boy per …farmi…notare….e poi?…<…>



<…>…mhhhmm sento che il sonno stà per passare,ma c’è tempo per un ultima dormita…ora allungo le gambe e mi stiracchio un po’…fantastico! Ora mi rigiro sotto il piumino….Sublime…ci resterei in eterno…maledetta vescica…maledetto alcool …maledetta musica….maledetto sconosc.i..u..t..<…>



<…>…Tump,tump,crack Uh? cosa sono questi rumori? E’ tornata Giorgia?



Non era dal suo ragazzo?Saranno i ladri? Fantastico,mancavano solo loro a disturbare il mio sonno…tump tump. Si avvicinano ora mi trovano sotto le coperte e mi uccidono per non avere testimoni. Ok ora urlo qualcosa, così forse si spaventano e scappano..



“Giorgia! Sei tu?” Cazzo i passi si avvicinano sono finita… Tump tump..



(Un ragazzo entra nella stanza)



“Ciao,scusa se ti ho svegliato.Ho dormito sul divano per non disturbarti,mi sono permesso di preparare il caffè;ora è tardi,purtroppo devo scappare.Hai bisogno di qualcosa?”



“….Che ore sono?…”



“Mezzogiorno;è tardissimo,devo andare.Ti lascio il mio numero di telefono sul tavolo,se vuoi richiamami…ciao”



(Il ragazzo in tutta fretta lascia l’appartamento)



“…E’ mezzogiorno…ma cosa ho fatto ieri sera?..Meglio dormirci sopra…<…>



 



 



 



                                                                              By   Kirby



 



Pensiero del giorno:Non rimandare a domani una dormita che puoi fare oggi



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domenica 3 ottobre 2004


Oggi un racconto complementare al precedente. La prossima volta qualcosa di molto diverso



Partita con la morte



Cucù cucù, Cucù cucù. L’orologio a cucù appeso alla parete indicava le nove.



La luce calda del camino illuminava a malapena la grande stanza. Trofei di caccia,dipinti,una libreria,un barometro,ninnoli vari era ciò che decorava le pareti di legno della stanza. Oltre al crepitio del fuoco,gli unici rumori provenivano dal televisore a 42 pollici con schermo ultrapiatto situato in un angolo. A sfogliare i canali in maniera distratta c’era un uomo di mezza età; sprofondato in una poltrona di raso rosso coi ricami dorati lungo gli spigoli.



Quella sala era la principale di una piccola villa a due piani ,posta su di una collina ai bordi della città.



Quella sera ciò che si ammirava dal terrazzo della casa,era il solito incantevole tappeto di luci della città. Questa visione è possibile avvistarla in tutte le città del mondo,l’importante e trovarsi di sera ad una quota maggiore rispetto alla metropoli. Difficilmente le persone rimangono impassibili a questa bellezza artificiale; anche quell’uomo,più volte, si era soffermato con sua moglie ad ammirarlo;dialogando amabilmente con la consorte come fosse il lieto fine di un film.



Quella sera l’unico lieto fine era del film trasmesso in tv. L’uomo guardò senza scomporsi la scena finale che tante lacrime aveva strappato agli occhi di mezzo mondo. Il suo viso solcato dalle rughe,le aveva forse esaurite,oppure aveva dimenticato il loro uso. Imperterrito continuò a fare zapping, aveva la testa altrove. Intanto i suoi occhi iniziavano a dare segni di cedimento (chissà da quante ore era in quello stato), così lentamente chiuse le palpebre.



Ding-dong , ding-dong. Il campanello di casa suonò per alcuni minuti.



L’uomo immaginava chi fosse : “Un automobilista in panne?”. “Impossibile,avrebbe suonato il citofono fuori al giardino”, “Forse uno dei bastardelli che vuole in prestito la fuoriserie” , “vorrei tanto ammazzarli”.



Mentre pensava, aveva già lasciato la sua poltrona e recandosi alla porta domandò: “ Chi è? ”. ”sono io”.  Risposero dall’altra parte della porta.



Nella mente dell’uomo si visualizzò la figura dei suoi figli. “sono venuto a prenderti” aggiunse la voce. Le parole fecero piombare un punto interrogativo nella testa dell’uomo;fermando la sua avanzata istantaneamente. “ chi sei ?”



“ non mi riconosci? Sono la Morte” a queste parole comparve d’innanzi a lui



La figura del mietitore.



Una tonaca bianca,viso coperto dal cappuccio,falce alla mano;dopo lo stupore iniziale, l’uomo disse “sei come ti ho sempre immaginato”.



“non esattamente”. “ sono come la mente delle mie vittime mi raffigura”.



“Suppongo che assumi molto spesso quest’aspetto”.



“ si,hai ragione.”La Morte cambiò subito argomento: “Alberto,sono qui perché è finito il tuo tempo” .”Dobbiamo partire subito?”. “Non preoccuparti c’è tempo fino all’alba;possiamo fare due chiacchiere prima.



Cucù cucù,Cucù cucù. L’orologio indicava la mezzanotte. Alberto era seduto sulla sua poltrona : “Parli con tutte le tue vittime prima di portarle via?”. “no,solo il sabato sera prima del lavoro che mi attende sulle autostrade”.



 “le stragi del sabato sera?” domandò Alberto.



“Per l’appunto” annuì la Morte.



“sai dirmi se anche i miei figli faranno questa fine?”



“Non so dirti, il loro destino non è ancora stabilito”



“le cause della mia morte?”



“Crepacuore;dalla morte di tua moglie la tua salute è andata via via scemando.”



“Hai ragione”



“I tuoi figli non ti hanno di certo aiutato…”



“Quei maledetti”intervenne Alberto “Non aspettano altro che dividersi il mio patrimonio”. “Spero che si uccidano a vicenda per dividersi la torta”.



“devo contraddirti,i ragazzi sono già d’accordo su come dividersi il malloppo” replicò la Morte.



Alberto rimase pensieroso per diversi minuti;poi disse: “Giochi a scacchi?”



“non impazzisco per questo gioco ma ogni tanto una partita la faccio” rispose la Morte



Cucù cucù,Cucù cucù. Un’altra ora era passata in quella stanza.Mentre Alberto, modesto giocatore di scacchi ,era assopito in poltrona,la sua anima stava per giocare l’ultima partita della sua vita.



“Cosa c’è in palio?” domandò la Morte.



“Lo scambio di persona tra me ed i miei cari figlioli”



“Tu hai letto troppi libri;ti ripeto che il tuo tempo è finito”



L’uomo sprofondò in un altro lungo silenzio. Fino a che disse: “Possiamo giocarci il modo in cui morirò?”



“credo che si possa fare” mormorò la Morte.



Una lunga partita cominciò in quella piccola villa.



Fuori il cielo iniziava a schiarirsi, la meraviglia di luci perdeva gradatamente il suo fascino. A quest’ora gli animali notturni vanno a dormire e i diurni si svegliano.Dato il giorno e l’ora s’incontrano per le strade solo i ragazzi che aspettano l’alba dopo una notte di festa, o il netturbino che pulisce il manto stradale.



Durante la partita,la Morte era stata sempre in vantaggio la sua superiorità era palese,stava giocando come il gatto e il topo;ormai con un paio d’abili mosse avrebbe potuto vincere in qualsiasi momento. Alberto,che aveva dato il meglio di sé avrebbe venduto l’anima al diavolo pur di vincere quella partita.



 La Morte dimostrata, il suo valore non era interessata più alla mera vittoria;ora era incuriosita dal motivo per cui Alberto le aveva fatto questa proposta;così



Fu facile per lei fare qualche passo sbagliato e andare sotto scacco.



“Scacco al re!”urlò Alberto.



La Morte senza scomporsi prese la sua falce e disse “Complimenti,ma ora sbrigati che hai poco tempo” poi scomparve.



Cucù cucù,Cucù cucù.Erano le sei tra un ora il sole sarebbe sorto.



Il corpo d’Alberto si destò;con fare sicuro e senza altri pensieri, riattizzò il fuoco,poi si diresse in cucina.Dopo pochi minuti era di nuovo sulla sua poltrona,ad occhi chiusi.Stavolta il suo viso era rasserenato,un tiepido sorriso comparve sul suo volto,e forse le sue ghiandole iniziarono a produrre lacrime.



Passata un ora l’orologio stava per compiere ancora il suo dovere;ma non ci fù il tempo,un’enorme esplosione avvolse tutta la villa.In men che non si dica,rimasero solo cumuli di macerie al posto dell’incantevole abitazione.



Intanto il sole sorge ed una Morte ghignante ritorna al suo lavoro



 



                                                                              by  Kirby







frase del giorno : Morte desiderata non arriva mai



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 


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sabato 2 ottobre 2004


By kirby



Frase del giorno: Più voli in alto e più ti fai male quando cadi



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<--Devo prendere dimestichezza coi comandi!!--> br



<--La prima storia di tipo bastardo,sullo stile de "buon natale bastardi"-->Br





<( IL miracolo di San gennaro)>br
Antonio era poggiato alla ringhiera del balcone di casa sua. Tutte le sere ammirava il caos della città
Oggi Napoli in festa; San Gennaro aveva fatto il miracolo.
Da quella postazione poteva ammirare il porto, così solitario dopo il tramonto, il flusso d' auto sconclusionato, autobus e automobilisti furbi che utilizzano la corsia preferenziale, persone che aspettano alla fermata il tram, prostitute che aspettano clienti, qualche coppietta stretta per mano,qualche barbone stretto al suo cartone.Riusciva a vedere anche un semaforo,sprovvisto di lavavetri e venditori ambulanti,perchè poco rispettato dagli automobilisti.
L'immagine cui era più legato era il golfo di Napoli in notturna con il mare che andava ad immischiarsi col cielo stellato. A volte il mare era illuminato da alcune barche,in modo da far confondere ulteriormente cielo e mare. A tutto ciò Antonio era molto legato.
Il nostro conduceva una vita tranquilla avvolta nella monotonia di tutti giorni,ultraquarantenne,lavoro alienate,moglie insipida,senza figli,senza animali,pochissimi amici,eppure quella visione serale gli faceva dimenticare tutto;aveva sempre pensato che sarebbe morto guardando il panorama dal quarto piano di casa sua;durante il sonno di sua moglie lui avrebbe lasciato questa vita così com ' era venuto,in silenzio (infatti era sordo-muto).
Tutto ciò fino a quando non è arrivata la lettera di sfratto.La casa era pericolante,era necessario sgomberarla o abbatterla.
"bella scoperta,si è sempre saputo." pensò antonio. " Ma non ci sono mai stati fondi per le famiglie di sfrattati". "Quindi ogni volta che si cercava di far sgomberare finiva tutto in una bolla di sapone" .
Purtroppo quest' anno i soldi c' erano.Risultato?
Con i soldi dell' esproprio, ed i prezzi delle case alle stelle, poteva permettersi soltanto una casa in condominio privo di qualsiasi panorama paragonabile al suo. Già ormai quello era il suo panorama apparteneva alla sua vita e avrebbe voluto portarselo con se .
A poche settimane dalla scadenza era avvilito,aveva provato tutto che era in suo potere (poco),l' ultima spiaggia era stata di rivolgersi a San Gennaro,come tanti altri napoletani.
A San Gennaro ci rivolge per grazie di tipo diverso;far guarire un parente caro,un terno al lotto,trovare un posto di lavoro.La richiesta d' Antonio era anomala,poter ammirare quel panorama per tutta la sua vita,si evidenziava rispetto alla massa;forse per questo motivo il santo cercò di accontentarlo.
Quella sera Antonio proseguiva la sua attività di contemplazione,sua moglie era come suo solito già andata a dormire.Pian piano Antonio iniziò sentirsi stanco.
"strano" ,pensò forse soltanto il vino di stasera" . I suoi occhi iniziarono a chiudersi,prima di fare qualcosa, gli venne un cerchio alla testa,ed ebbe la sensazione di svenire.
Riaprì gli occhi dopo un periodo imprecisato;era ancora notte,il panorama era sempre lo stesso;ma aveva la sensazione di vederlo diversamente,come se osservasse da un'altra angolazione.Si sentiva diverso,portò le mani alla testa,ma non riuscì farlo,era per così dire impacciato.Si accorse d' avere ali bianche al posto delle mani,zampe al posto dei piedi.Si voltò scatto;le lastre del balcone riflettevano un gabbiano invece della sua sagoma.
Chi può conoscere i pensieri di un gabbiano,figuriamoci quelli di un uomo trasformato in un uccello.
Alcuni sarebbero spaesati,altri impauriti,altri ancora meravigliati.
La gioia,la felicità l' entusiasmo che era nella testa di quel gabbiano.
Non solo poteva ammirare quel paesaggio,ma poteva far parte di lui.
Provò che ad emettere qualche suono,ma il suo handicap era rimasto.
Allora,senza indugi si lanciò da quel balcone del quarto piano;precipitò per alcuni metri ,spiegate le ali riprese quota e con andamento incerto si mosse verso il suo panorama.
"San Gennaro aveva fatto il miracolo",pensò il gabbiano.La stessa cosa la pensò edoardo,quando allo scoccare della mezzanotte,insieme ai suoi figli,posizionatosi nel porto fece partire un razzo verso il cielo.
Sicuramente quel gabbiano non aveva sentito il fischio del razzo,o forse era distratto da altre cose; fu colpito ad un ala. Precipitò al suolo miseramente poco più avanti e fu facile preda di qualche randagio.
Mentre Edoardo si ritirava a casa,a Napoli era un altro giorno.





 



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