mercoledì 22 dicembre 2004


Spero di finire il racconto per il 2004



I 13 sospiri (quinta parte)



Sono seduto sulle scale del palazzo, dove abita la mia amica. Sono frastornato dal vino, confuso per l’accaduto. Rivivo mentalmente gli istanti di poco fa.



Eravamo a pochi centimetri di distanza, potevo sentire il suo respiro, stava per accadere qualcosa di cui forse pentirsi. Forse sarebbe stato un semplice bacio, oppure no? Meglio non pensarci.



Esco dal portone, forse l'amica è affacciata al suo balcone, aspetta la mia uscita per dirmi qualcosa. Cammino senza voltarmi indietro, imbocco la prima strada disponibile per non cadere in tentazione; così scompaio nel gomitolo di strade.



“Uff...” . In alcuni momenti capita di pensare a voce alta. “Inizia..” A capitare troppo spesso nei miei confronti. Per fortuna, in queste strade isolate nessuno può sentirmi.



Siamo nel primo pomeriggio, le saracinesche sono ancora abbassate. Finito di camminare senza una meta, ritorno all’università.



Sono di nuovo nelle piccole strade anonime e solitarie; il silenzio regna sovrano.



“ Ma cosa?…”. Un tumulto proveniente dalla vicina piazzetta attira la mia attenzione. Avvicinandomi con circospezione, riesco a distinguere delle voci soffocate e dei rumori sordi. Fermato dietro un angolo assisto alla scena.



Nella solitaria via, un uomo è fronteggiato da altri tre. A poche decine di metri dal mio sguardo, i tre si avvalgono della superiorità numerica per sopraffarlo.



Il solitario è in posizione prona, indossa abiti sgualciti, e ha una folta chioma.



“Cazzo”. Uno dei tre vigliacchi inizia una lunga serie di calci ai danni del poveretto. Calci rapidi e violenti, indirizzati al corpo dell’uomo.
Gli altri due assistono impassibili alla scena



Sono impietrito dalla paura, vorrei urlare, chiamare aiuto, ma il mio istinto trattiene i miei movimenti.



Un calcio sferrato alla testa, fa accasciare la vittima a terra. Immediatamente i tre, caricano il corpo in un auto parcheggiata vino a loro.



Per evitare di essere notato, torno sui miei passi ed entro in un portone aperto.



Sento il rombo dei motori, una sgommata di ruote, il rumore di un auto che si allontana, il ritorno della pace nella piazzetta.



Nuovamente in un portone. Poche immagini hanno sconvolto i miei pensieri.



Pochi istanti fa un uomo era sul marciapiede. Chi era? Chi erano i suoi aggressori? Che cosa aveva fatto di male? Domande cui non posso dare una risposta si susseguono nella mia mente.



“Mhmmm….”



Un uomo inerme, calci sferrati in rapida successione, un auto parte di corsa…



“Che orrore…”



Ancora impaurito vado sul luogo del misfatto. Prescindendo da alcune macchie scure non ci sono altri segni di colluttazione.



La piazzetta è ancora vuota, d’altronde cosa ci si aspetta da una stradina secondaria.



Che cosa dovrei fare ora? Chiamare la polizia? No, grazie; troppe complicazioni.



Forse è stato solo un sogno, un lavoro della mia fervida fantasia, un residuo del vino bevuto a pranzo. Probabilmente quella macchia c’era già da prima….



Riprendo, così il mio cammino. Tra i vicoli che percorro, qualche altro essere umano inizia a riapparire.



Una vecchia è affacciata alla finestra della sua casa a piano terra; non avendo altro da guardare mi osserva mentre le passo davanti.



Sento il suo sguardo miope, squadrarmi dalla testa ai piedi. Il mio passo diventa pesante, rallento la velocità. Sento nel mio organismo qualcosa di strano, inizio a sudare, una fitta al torace blocca la mia marcia. Qualcosa risale dal mio esofago, un rigurgito, per un attimo il vino stava per ritornare all’aria aperta.



Tutto termina con un sonoro rutto.



Chissà cosa avrà pensato la vecchia, vedendomi di spalle, rallentare, fermarmi ed emettere quel suono….



Credo di aver bevuto troppo, ma nemmeno il tempo di riprendermi ed eccomi tornato all’università.



 



                                     by  Kirby


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2 commenti:

  1. hmmmm.... questa non mi è piaciuta tanto, però apprezzo lo stesso e aspetto il seguito!!! PRESTO!!!!

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