domenica 27 agosto 2006


Cinque riflessioni , alcune allegoriche altre meno, sui miei pensieri



Piccoli pensieri di viaggio



 



1.
Tu! Si, proprio tu, che stai come un drago in cerca del suo tesoro. Ricorda, non tutto quello che luccica è oro.
A volte quello che trovi è oro grezzo, vuole essere lavorato per ottenere lo splendore cui tutti piace.
Non voglio più aspettare per…è tempo di rompere le abitudini questa notte.
Cerco la gloria del cacciatore di draghi, con la differenza che non uso la spada, ma oro da donare. Cerco il fuoco del drago che mi riscaldi, ma ciò è quasi impossibile. Potrei rimanere intrappolato tra le fiamme, ma questo è superfluo. Ho un alleato che guarisce le ferite, è necessario solo “aspettare”.
Occhi diabolici hanno posato su di me il loro sguardo, per un giorno. Un breve lasso di tempo in cui la pelle era immune alle fiamme. Questo sguardo ora è lontano ed ora io sono solo contro il drago, insieme ai cacciatori di draghi, ai nobili cavalieri dall’armatura dorata, alla plebe, ai maghi, ai giullari, e ai draghi altrui.
2.
C’è un bambino che si commuove per aver perso il suo amico cane. Tristemente pensa a quando correva insieme lungo il litorale. Ora osserva in silenzio la ciotola, il guinzaglio, la palla rossa che gli lanciava e lui gli riportava indietro. Ricorda ancora la lingua vellutata che passava sulle sue piccole mani. Stringi più forte la sua coperta, piccolo mio, ti sembrerà che sia ancora con te per una volta
Quando sarà adulto non avrà più la sua malinconia, ricorderà soltanto il lungo pelo biondo, il muso allungato, gli occhi tondi e grandi. Al suo pensiero un sorriso solcherà il viso per il piacere di aver conosciuto il suo cane.
3.
In un suo aforisma Oscar Wilde riteneva l’assoluta sincerità come deleteria, follia.
Non m’importa. Non m’importa. Sono folle fino al midollo, e ne ricevo tutti i vantaggi e ne pago tutte le conseguenze. Voglio essere libero d’esprimermi, voglio dar forma ai miei pensieri. Le persone false non le sopporto proprio. Sono dei poveri inetti, schiavi delle loro menzogne, bruciano l’erba che li circonda. Falsi, ipocriti…tutti da gettare nello stesso pentolone di fango.
Stiano lontani da me anche gli adulatori, giacché con le loro lusinghe m’inducono nell’errore.
4.
Mentre la mia barca naviga lungo la sua rotta, ho di nuovo sentito le sirene.Ho paura che ritornino sul mio vascello; dolci sogni, dolci vite parallele, ho paura che vogliono di nuovo essere compagni di viaggio.
“Se fossi..”, “ Se avrei…” “Se sarei…”. Il loro canto mi ha accompagnato nei giorni più solitari della mia vita e hanno continuato per molto tempo. Dolci muse che rendono piacevole la crociera ma che rallentano la nave. Tentenno nel dubbio di cedere alle loro lusinghe; scacciandole potrei diventare più “rude”, più disincantato, più…
Non lo so, sarebbe un miglioramento questo? Chi è che giudica? Chi è il mio giudice?
Qual è la giusta strada da seguire ? Forse vedo la mai meta, ma dovrei camminare coi paraocchi.
No! Non voglio violentare la mia natura. Proverò a addomesticarla, per seguire la mia “retta via”.
“O tutto o niente” questa sarà per sempre la mia filosofia di vita.
5.
Ho visto di nuovo tante stelle. Quando avvenne il black-out, c’era chi rimase bloccato in ascensore, chi dormiva, chi era ad una festa sulla spiaggia con elettricità autonoma. Non poterono giovare dello spettacolo. Da casa mia potei vedere tutte le stelle del firmamento. Nel luogo dove ora sono, posso di nuovo vedere le stelle, tante stelle. E’ bello vedere nuovi paesaggi. Conoscere nuova gente, nuovi modi di salutare, nuovi modi di sorridere…
Il Fandango è un ballo argentino, siamo giunti agli ultimi respiri della serata; forse i corpi dei danzatori sono stanchi, ma non la loro mente, potrebbero continuare ancora a lungo.
La pista è calda, le luci soffuse, e la banda musicale s’impegna al massimo per quest’ultimo tango.
“Oste!” Versami da bere un altro bicchiere del tuo vino, voglio provare ancora l’ebbrezza dell’ “ amor provato”.
“Oste!” Mesci da bere a tutti quelli che hanno danzato con me stasera.Stanotte quando sarò solo nel mio lettomi mancherete tutti; dalla persona con cui stato tutto il tempo, a quella con cui ho scambiato solo due chiacchiere, vi ricordo tutti. Tutti i vostri volti, i vostri nomi scorrono nella mia mente.
Heil ! Heil ! Heil ! Tre saluti per tutti quelli che sono entrati nella danza.
A brave tornerò dai miei amici e dai miei nemici; dalle persone cui voglio bene e quelle che odio. Sono migliorato ? Sono peggiorato ? Sono cambiato ? Questo dovete dirmelo voi.
E potrete benedire o maledire questo Fandango.
“Oste!” Il tuo vino migliore nel mio bicchiere, siamo arrivati all’ultima danza mi occorre tutta la forza necessaria per affrontarlo.
Vieni fanciulla dei miei sogni. Vienimi a cercare con una rosa in bocca per quest’ultimo giro sulla dancefloor.
Danza! Alza le braccia al cielo e sbatti le mani, fai ondeggiare i sinuosi fianchi. Compi qualche passo di danza affinché possa intravedere le tue gambe perfette al disotto della tua lunga gonna.
Non proferir parola il tuo corpo parla per te; la tua danza parla di te. Cingimi soltanto un braccio intorno alla vita, fammi sprofondare nei tuoi occhi, e muoviamoci in quest’ultimo fandango; come la fiamma di un focolare si muove libera in questa fresca notte d’estate.
Questa notte vorrei danzare al chiaro di luna sulla playa con te, per continuare questa incandescente e dolce ballo per sempre…



                                                            By Kirby



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