domenica 7 febbraio 2010

Un bel pò che non scrivo , mancanza di ispirazione e voglia di non essere banali parlando di me sopratutto.
Torno con un nuovo racconto porno.

Avvertenze. Il seguente post racconta di situazioni di sesso esplicito con un linguaggio volgare. Non leggere se sei minorenne o se ti infastidiscono simili argomenti



La Frittata


Ero a casa di Sara, nella sua splendida cucina bianco piastrellato. La mia cucciola stava cucinando una frittata ripiena di ricotta. Avevo fame, mancavo da casa da una settimana ed ero reduce di cinque ore di treno. Seduto a tavola aspettavo il mio lauto pasto, l’odore di frittura si diffuse per tutta la stanza inondandomi le narici, sentivo nello lo stomaco aprirsi una voragine, avevo l’acquolina in bocca e
La osservai meglio, indossava scarpe a tacco basso, quelle caste gonne da impiegata che arrivano fino alle ginocchia, una camicetta bianca esaltata da deliziosi ricami agli orli. I capelli neri raccolti e tenuti su da una forcina di legno. Improvvisamente dentro di me si accese un altro tipo di fame.
Stava togliendo la frittata dalla padella quando con passo felpato l’afferrai il bacino da dietro e la tirai via verso il mio inguine, fece un sussulto ed emise un gridolino per la sorpresa. Per nulla distratto, con un braccio le cinsi il busto e le spostai completamente il corpo contro il mio. Insinuai la testa tra capo e collo e con la bocca comincia a stuzzicarle il suo punto debole.
Incontrai un resistenza effimera, un debole no , un leggero tentativo di divincolarsi, e poi si lasciò andare. Continuai con il mio gioco, sentii sotto di me che i suoi muscoli si erano rilassati. La palpavo in modo osceno sia davanti che dietro, strofinavo il naso sul suo collo, annusavo il suo odore femminile misto al fritto e lei mi lasciava fare. Non la guardavo, ma sapevo che aveva gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, era il suo modo per lasciarsi andare tra le mie mani.
Dopo poco il cazzo duro mi premeva forte nei pantaloni, accostai il suo bacino contro il mio pacco per strofinarlo su di lei. Mugugnò versi di approvazione. Le sbottonai la gonna e misi al vento le sue natiche bianche; indossava una slip bianco di pizzo. Mentre con una mano la accarezzavo il culo scoperto, con l’altra, mi sbottonavo i pantaloni, li abbassavo insieme alle mutande e mi ritrovavo con il mio coso infuocato in mano. Le spostai di lato gli slip e cominciammo la chiavata.
Nell’angolo della cucina scopammo deliziosamente, Sara aveva le mani poggiate sui fornelli e li stringeva forte per il piacere che stava provando. Eravamo due veri e proprio animali in calore abbandonati ai piacere della carne. Attimi intensi che sembravano non finire mai in cui si riaccese la mia fame e lo stomaco cominciò a brontolare. Per un momento fermai il mio movimento pistonatore e con il naso segui la traccia di fritto, i miei occhi si fermarono sulla frittata nel piatto.
Fu un attimo, afferrai quella pepita dorata grondante d’olio e la portai alla bocca. Dentro era ancora infuocata, ma si sciolse in bocca, masticai come un cane affamato ingurgitandola in pochi morsi. Sara rimase in attesa vogliosa col culo per aria. Masticando l’ultimo boccone poggia la mia mano unta sul suo immacolato mappamondo e ricominciai a pomparla. Fu lì che qualcosa che qualche porta ad un nuovo mondo si aprì nella mia sessualità. Un brivido corse lungo la mia schiena e una sensazione simile all’onnipotenza per un attimo mi conquistò. Mentre provavo questo me ne venni come non ero mai venuto prima , e inondai il suo culo già sporco d’olio.
Da quel giorno la mia vita sessuale non fu più la stessa. Ogni occasione era buona per mettere a frutto la mia nuova scoperta . Tempo dopo in un ristorante ne vidi la proprietaria . Alta, giunonica, dai capelli bruni e il seno generoso. S’affrettava tra i tavoli in legno avanti e dietro, sembrava la regina del vino e dell’arrosto ad osservarla . Chioma corta e stivali da cavallerizza la rendevano leggermente mascolina, ma lo ballonzolare delle tette mentre stappava una bottiglia di barbera fugavano ogni dubbio.
Impegnai tutto me stesso per sedurla, e così la sera stessa per la prima volta tradivo Sara nella cucina di un ristorante. La distesi semi svestita sul tavolo della cucina . Bevvi un profondo sorso di vino e poi con un bacio la dissetai. Lei si tolse il reggiseno è mostrò le sue mammelle enormi; erano poggiate sul suo corpo in maniera provocante. Era evidente che non sarei riuscito a tenerne una tutta in una mano e la cosa mi eccitava ulteriormente. Le versai il vino su quelle morbide montagne di piacere. Il liquido rosso le sporcò tutta la sua carne bianca. Con grande soddisfazione comincia a leccarla dappertutto per pulirla. Il vino che succhiavo da lei mi rendeva sempre più brillo. Le rispose abbassandomi la cerniera dei pantaloni e infilare dentro la mano. Tastava i mie boxer e in breve tempo ottenne l’ erezione che desiderava. Tirai fuori l’uccello e lei lo prese in bocca senza pensarci due volte. Con una mano mi manteneva le palle e con la bocca lavorava molte bene nonostante la posizione . Le tastavo le tette e le infilavo una mano nella fica pelosa, nel frattempo guardavo in torno alla ricerca di cibo. Trovai in una ciotola di purè di patate, allungai una mano e mi cosparsi il membro . Lei mugugnò con approvazione mentre mangiava dalla mia mazza l’impasto. Stavo provando sensazioni mai sperimentate in quel nuovo modo di scopare , la mia goduria si arricchiva di nuove sfumature . Quando ebbe finito le spalmai le patate sopra la fica e poi la montai. Da quel momento i ricordi si fecero più flebili per il vino che avevo in corpo. Ricordo solo le fragorose urla di piacere della prosperarla ristoratrice mentre affondavo stremato gli ultimi colpi .
La mia neo ossessione di ricercare cibo e sesso mi condusse anche da giovane dipendente di una pasticceria: Caterina . Capelli biondi , occhi verdi e un mare di lentiggini. Il camice bianco a bottoni nascondeva un corpo asciutto e magro. Ero leggermente euforico quando la stavo spogliando, forse era l’odore del cioccolato a farmi quell’effetto . Fu la prima cosa che agguantati , infilai una mano dentro la cioccolata densa e sporcai il suo tenero musetto e la bacia a lungo assaporando ogni centimetro delle sue labbra. Dopo fu il turno della panna con cui adornai i suoi piedi eleganti e curati per pulire avidamente con la bocca poi toccò ai dolci veri e propri che ci imboccavamo a vicenda mentre scopavamo in piedi vicino al bancone. Lo facemmo per tutta la notte , gli zuccheri che mangiavamo fornivano ad oltranza energia, fu la scopata più lunga della mia vita; e infine Caterina venne licenziata e io dissi addio a Sara.
L’apice del mio delirio ,comunque, lo toccai alla ricerca di caseifici nelle zone fuori città. In quel periodo l’importante per è era trovare una donna che avesse accesso a grandi quantità di cibo. Il mio sogno si avverò diventando l’amante di Amanda, La moglie di un imprenditore, produttore di formaggi della provincia. Una donna dalla bellezza botticelliana, naso pronunciato, bocca carnosa e generosa in ogni sua forma. Parlava con la erre moscia e ogni sua battutina era accompagnata da una risatina stridula. Dopo alcune settimane di frequentazione la convinsi ad andare nello stabilimento del marito. Sotto gli occhi indifferenti dei dipendenti mi condusse in una stanza e chiuse la porta a chiave. L’odore di latte e formaggio era intenso ; Alcune caciotte erano appese ad un gancio , nelle vasche cera del latte che veniva mescolato in continuazione da una pala. Ero un po’ deluso
, perché aveva troppo l’aspetto di un industria e c’era ben poco cibo con cui interagire, finché in un angolo non vidi la vasca dei miei sogni, infatti era ripieno di ricotta; quella che aveva scaturito in me nuove voglie sessuali. Le dissi di spogliarsi del tutto e di indossare un camice. Nel immaginare quello che avrei fatto mi eccitai quasi subito; la baciai ardentemente sul collo facendola ansimare spasmodicamente. Dopo la trascinai al bacino e continuai a toccarla avidamente sotto la veste fino a farla bagnare. Cercai di spingerla dentro il recipiente ma oppose resistenza. “Zitta troia” ammonii, “Se vuoi scopare fai come dico io “ . La spinsi dentro , mi spogliai in fretta e furia e poi saltai dentro anche io. Quell’impasto bianco era tiepido, sembrava di entrare in una nuvola densa. La sensazione al tatto mi diede un tale piacere che ebbi il primo orgasmo quando lei mi sfiorò appena il cazzo con la bocca. Il fiotto di sperma la inondò il viso, stupendosi per quello che era successo. L’enorme eccitazione che percorreva la mia testa conservò la mia erezione. Afferrai la sua testa e la portai al mio cazzo costringendola a succhiarlo in apnea. Ero in letteralmente in estasi, la ricotta nella bocca di Amanda incrementava ulteriormente il piacere, ansimavo e non c’era modo di riuscire a smettere. Quando tirò fuori la testa per respirare vi avventai sul suo corpo. Con la mano le indicai di voltarsi poi la feci sedere sul cazzo per essere fottuta. Avevo il corpo in totale abbandono mentre Amanda saliva e scendeva sopra di me, totalmente estraniato dall’esterno non so dire se lei godeva o meno . Sul mio volto uno sguardo ebete e beatitudine. Ebbi un altro orgasmo . Poi peccai di gola e lussuria, volli strafare per una terza volta consecutiva e un infarto mortale mi colpì.

           By Kirby

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