venerdì 7 marzo 2014

Testamento




Se potessi scegliere quale destino far capitare ai miei resti corporei, una volta che l’ultimo respiro di vita si fuoriuscito dal mio torace, sarebbe quello di esser fiero pasto per animali.
Vi prego, non sono un essere disumano e abbietto, capace di mostruosità degne di Erode. Non sono quella neve rimasta attaccata sotto la ruota del carro da guerra, che stinge il suo pallore con il fango e il sangue dei morti.
Il mio desiderio folle è il traguardo di un percorso composto da saggezza e giustizia.
Orsù, insaccate la curiosità ai piedi e seguite la mia strada, costa solo il tempo di consumare una mela e chissà il vostro giudizio potrebbe addirittura mutare.
A seguire le leggi degli uomini, finirei freddo e senza respiro in una casa di rovere ricoperto dalla fredda terra. I miei unici amici sarebbero i vermi che banchetterebbero al mio tavolo fino alla fine delle scorte di viveri.
Or dunque, chiedo a voi viaggiatori, vi piace l’ultimo quadro della vostra pinacoteca, dove siete immobili e distesi mentre vermi ingurgitano la vostra carne pezzo dopo pezzo?
Quanti sono gli uomini ammaliati dal vigore e dal fascino del leone rispetto a quelli innamorati del viscido e gorgogliante verme?
Ecco perché ritengo più onorevole scomparire per bocca di leone da questa Terra, come se il mio corpo fosse portato via da Achille piè veloce, piuttosto che attendere gli amici striscianti per l’ora della merenda.
Fino a qui la mia barca è stata sospinta da una vela di orgoglio ma l’amore verso la natura porta con sé una brezza diversa: Karma il suo nome. Restituire a chi mi ha dato tanto è l’imperativo. Così pennellata su pennellata si figura il soggetto del mio ultimo quadro.
Il Porco del Suino
Tutto lindo e rosolino,
a vederlo è gioioso
ma a gustarlo è succoso.
Lo affetto di fretta
Per mangiar la pancetta.
Gli afferro la ciccia
E fare tanta salsiccia.
D’amore gli mando un bacio
E poi lo cospargo di cacio.
Inquieto se scompare la griglietta
E non poter cucinar la costoletta
Per fortuna son diletto
E rimedio col filetto,
Ma c’è mia figlia Diletta
che si accontenta della polpetta.
Sapiente ha coltivato la scarola
Per stufarla con la braciola.
Il dubbio resta per lo spezzatino
Da poter sostituire col cotechino.
O tu che leggi questo scritto
Non arrogarti il diritto
Di chiamarmi animale,
Che io amo il maiale,
E soprattutto le maialine
Per farne tante scaloppine.

Ecco che Dopo tanti pasti, il pasto del maiale è la fine più Salomonica per i mei disprezzabili resti.


By Kirby

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