domenica 21 settembre 2008

L'ultima lezione (seconde ed utima parte)

- Professore, come fate a parlare di matematica quando il paese va in rovina?
Il silenzio dell’aula fu rotto dalla domanda di Matteucci il rappresentante di classe che durante la manifestazione arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.
Il prof. rimase a fissarlo per un attimo, quasi a riflettere su quella domanda poi disse: “Questa non è la sede di un partito è una scuola, se non sei interessato alla mia lezione, puoi anche andare via”. Non usò un tono severo per rispondere al ragazzo, ma la frase ottenne lo stesso il suo effetto. Continuò a fissarlo in attesa di una replica.
“Scusi professore” rispose lui.
Al termine della lezione Rossi si sentiva turbato, sapeva bene che tutto era riconducibile e quello che era accaduto con Matteucci, anche se non aveva da recriminarsi nulla c’era qualcosa che non andava. Andò alla ricerca del bidello filosofo per l’istituto; lo trovò nel corridoio del secondo piano con dei documenti in mano.
Quest’ultimo vedendolo arrivare verso di lui con un’espressione pensierosa capì che era successo qualcosa.
-Professore ha bisogno di qualcosa ?
- Possiamo parlare con calma da qualche parte?
- Un attimo, consegno queste carte e sono da lei.
Il prof. in tono liberatorio gli raccontò l’accaduto ; di cosa aveva detto Matteucci in modo quasi irriverente e come avesse riposto lui.
Perché è turbato? Domandò lui.
- Perché vorrei fargli capire che sono dalla loro parte, mentre ora probabilmente è l’opposto.
- Cosa c’era di male se avesse passato del tempo a parlare della protesta che ha coinvolto i ragazzi?
Il mio ruolo è insegnare la matematica, non fare tribuna politica.
- Se al posto di quella lezione, oggi, avesse impiegato l’ora a discutere della situazione politica ed economica che sta affrontando il paese, avrebbe fatto di lei un irresponsabile, che non compie il suo lavoro ?
-Assolutamente no. Rispose lui sicuro.
- Bene non crede che dietro l’irruenza di Matteucci ci potesse essere una necessità di dialogo?
-Credo di si
- La parte di educatore è il suo scopo principale, non lo dimentichi.
Il professore annuì
-A parer mio dovrebbe chiedere scusa al ragazzo e almeno per una volta mettere da parte la matematica per una lezione d’attualità. Gli psicologi in televisione dicono sempre che i giovani d’oggi non hanno figure di riferimento, la famiglia è disgregata, e cose simili … insomma saprà meglio di me … probabilmente è così.
Rossi ascoltava con attenzione e poi concluse: “Sì, domani gli chiederò scusa” .
Il giorno dopo, il professore entrando in classe, cercò con lo sguardo Matteucci, ma non lo vide. Si sedette alla cattedra e apri il registro di classe. Lesse il suo cognome era tra gli assenti e si corrucciò; era l’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie. Si domandò se l’assenza del ragazzo fosse stata causata dalla sua reazione. Non avrebbe visto Matteucci prima di due settimane. Lasciò stare l’idea di un dibattito politico e fece alcune interrogazioni. Al termine della lezione semplicemente , augurò ai ragazzi di passare delle vacanze serene.
Marco Rossi non si era mai sposato. Trascorse le festività a casa con i suoi due gatti, Malachia e Penelope, due gattoni neri a pelo lungo. A cosa era dovuta la sua solitudine sentimentale ? Non lo sapeva nemmeno lui. A chi gli chiedeva ciò, egli rispondeva semplicemente al destino. Un matematico fatalista ecco cosa era Marco.
Il primo di gennaio arrivò la bomba, un importante istituto di credito era fallito, e la borsa con sequenzialmente era crollata. In tv ora le dichiarazioni dei governanti non erano molto rassicuranti. La parola “recessione” economica iniziava a comparire da più parti Finalmente il pessimismo si stava diffondendo pensava Rossi, forse ora cambierà auspicava. Una bella insurrezione popolare magari.
Al rientro dalle vacanze con sollievo vide al suo posto Mateucci. Lasciò stare le scuse e il resto, era trascorso troppo tempo da allora, ma si ripromise di impiegare un’ora per una lezione d’attualità se si fosse presentata l’occasione.
Il tempo trascorse, e nonostante la crisi incombente tutto trascorreva in modo normale. In fondo alle persone non era ancora cambiato nulla. Ma la povertà avanzava lenta e inesorabile. Le famiglie più vicine alla soglia di povertà rimanevano invischiate .
Un inverno duro e rigido che fece che peggiorare la situazione economica del paese.
- La gente comincia a essere stufa, ci sono le prime rivolte e i primi disagi evidenti. Gli disse il bidello filosofo una mattina incontrandolo nell’atrio
- Già, e domani c’è una nuova assemblea d’istituto disse il professore. Posso dare uno sguardo al suo giornale ?
Il bidello gli porse il giornale. Gli articoli di prima pagina erano tutti riferiti alla situazione economica
-Siamo arrivati a questo ormai, ad auspicare un collasso del paese per un’insurrezione popolare e un rinnovo politico?
- Si probabilmente è così, ma questo porterà sofferenze e disordini gravi.
- Mentre noi saremo a qui a osservare dalla finestra
- Parli per lei, se tutto ciò avverrà ne prenderò parte. Rispose il bidello.
Quel giorno Marco Rossi vide per l’ultima volta Matteucci. Lo incrociò nel corridoio. Si scusò per l’atteggiamento poco democratico che aveva avuto e si offriva di fare un dibattito sulla situazione attuale. Il ragazzo sembrò piacevolmente sorpreso e gli disse di non preoccuparsi.
- Sono sicuro che tu stia facendo buone cose. Fu l’ultima cosa che gli disse.
Il giorno dopo ci fu l’assemblea d’istituto congiunta in tutto il paese e convocato una nuova manifestazione. Questa volta ci furono scontri e disordini. Mateucci fu arrestato e quando fu rilasciato, lasciò il paese.
Rossi si rammaricò per l’accaduto ed ebbe un senso di colpa per la sorte di quel ragazzo. Avrebbe potuto impedirlo? Magari con un discorso in classe. Probabilmente no. Il senso di colpa che aveva era di corresponsabile della società che aveva portato all’emigrazione di un ragazzo, che per altro non aveva completato il suo ciclo di studi.
La situazione decadde inesorabilmente, e a marzo ci fu il patatrac. Istituti di credito che congelano i conti degli utenti furono, rivolte e assalti. Parlamentari soggetti a lancio di pietre e monete. Sembrava di essere tornati indietro di 50anni, con la differenza che non c’era nessuna guerra in corso per il paese. L’assalto ai forni descritto nei promessi sposi non era più una testimonianza del passato, ma sintomo di un oscuro presente.
Ci fu un tasso di evasione scolastica spaventosa, anche perché l’emigrazione era al massimo storico. Da parte sua Rossi non sapeva nemmeno quale sarebbe stato il suo destino, Continuava a compiere il suo dovere d’insegnante. Il bidello filosofo era scomparso dal giorno del crack. Chissà cosa stava facendo ora si domandava il prof. Avrebbe voluto parlargli, aveva trovato in lui qualcuno con cui confrontarsi.
A un mese dalla fine dell’anno scolastico il governo era stato mandato va con le cattive maniere e con spargimento di sangue. La situazione era delicatissima e instaile sulle future sorti del paese. Chiunque sarebbe potuto salire al potere in quel momento. Fu proclamata una chiusura a
nticipata delle scuole.
Il professore si ritrovò da solo nell’aula per la sua ultima lezione dell’anno. A ricordare tutte le vicende di questi mesi, i suoi ragazzi, a Matteucci e chissà qunti di loro costretti ad emigrare come i loro antenati, a domandarsi se quella era l’ultima lezione della sua vita.
In questo turbine di pensieri qualcuno disse:
- Le ho portato il giornale vuole dargli un’occhiata? Era il bidello che entrava nella’aula. Aveva un braccio fasciato e legato intorno al collo e impugnando il giornale.
- Che cosa ha fatto al braccio?
- Ferita di guerra, nulla di grave, non si preoccupi guarirò presto. Sorrise e aggiunse “Sono venuto ad assistere alla sua ultima lezione”.
Il professore si alzò dalla sedia, andò alla lavagna e prese il gesso. Poi scrisse
“W L’ITALIA”.

            By  Kirby
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3 commenti:

  1. ....Che bella lezione di vita!!
    ....Complimenti, Dani!

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  2. Ciao carissimo, perdona tanto l assenza, ma è un periodo alquanto incasinato!Un bacione!

    Eli

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