lunedì 10 ottobre 2011

Cambiare è possibile

La rivoluzione islandese

Questa è la storia di un paese riuscito a opporsi alla sudditanza dei debiti statali: L’Islanda.
Nel 2003tutte le banche del paese erano state privatizzate completamente. Queste banche ovviamente hanno fatto il lavoro di banche ed hanno cercato di attirare più soldi possibili, in particolare rivolgendosi a investitori stranieri. Promuovendo tassi d’interesse molto vantaggiosi.  I principali investitori sono stati inglesi e belgi (inoltre è stato accertato che la mafia russa sfruttando questi conti ha riciclato denaro sporco).
 Il conto corrente “IceSave” faceva sì che più crescevano gli investimenti e più aumentava il debito estero delle banche. Dal 2007 al 2008 (merito anche della crisi economica) Lo stato islandese ha speso ingenti capitali per salvare tre banche dal fallimento indebitandosi notevolmente. Alla fine del 2008 le banche sono fallite ugualmente lasciando lo stato con un debito del 900% del PIL.
Il Fondo Monetario Internazionale e l’unione europea hanno voluto prendere in mano il debito affermando che era l’unico mondo per restituire soldi all’Inghilterra e all’Olanda; questi si sono fatti carico di rimborsare anticipatamente i relativi risparmiatori.
Nel 2009, sotto la spinta della disoccupazione crescente e l’aumento dei mutui, iniziarono le proteste dei cittadini. Un presidio prolungato portò alle dimissioni del governo in carica.
Nell’aprile dello stesso anno entrò in carica un nuovo governo che pur condannando il modello precedente, si piegò subito al volere della comunità economica internazionale. Per ottenere un nuovo prestito, propose un progetto di spalmare il debito sulla popolazione così a ogni cittadino islandese costava 100 euro al mese per 15 anni.
Ha seguito di questa proposta di legge le proteste incrementarono fino a generalizzarsi. Il popolo prese coscienza che non doveva pagare per gli errori commessi dai banchieri e si ricompattò con le istituzioni.
Il capo dello stato invece di ratificare la legge indisse il referendum.
Nonostante le pressioni internazionali, nel Marzo 2010 il 93 % della popolazione si espresse in modo contrario al pagamento del debito.
Il succo del discorso era questo “Noi non paghiamo il debito contratto da privati, e voi avete sbagliato a prestare soldi a chi sapevate, non avrebbero potuto restituirli”.
 Sostenuta da una cittadinanza furiosa, il governo emise mandati di cattura per i banchieri responsabili della crisi finanziaria, questi lasciarono l’Islanda in tutta fretta.
Gli islandesi non si sono fermati qui. Per sottrarre il paese al potere dei banchieri internazionali e del denaro virtuale, hanno deciso di scrivere una nuova Costituzione. Venticinque cittadini che non appartenevano a nessun partito sono stati eletti per scriverla. La Carta è stata abbozzata su internet affinché qualsiasi cittadino potesse controllare come procedessero i lavori, fare obiezione e proposte.
A Ottobre 2011 dovrebbe iniziare in parlamento la prima costituzione nata su internet.
Olanda e Inghilterra stanno ancora trattando per ricevere i soldi prestati.
 
Il popolo Islandese (circa 320 mila persone) è stato una voce fuori dal coro. Si sono ribellati a un sistema economico che avrebbe causato un impoverimento generale. Per utopia, se tutti i popoli si ribellassero al pagamento dei debiti delle loro nazioni, il sistema crollerebbe e forse si scatenerebbe una guerra mondiale.
E’ questo sistema economico il vero problema? Forse. Sicuramente è la caccia al profitto che ha portato all’accentramento delle ricchezze in poche persone e il costante impoverimento mondiale.
Vogliamo cambiare il sistema? Vogliamo una classe politica capace di fare scelte giuste per la comunità? Vogliamo un’equa ripartizione della ricchezza? Vogliamo la fine della fame nel mondo?
Parliamone….

   By Kirby

Rumori consigliati: Radiohead con Bloom (Harmonic 313 remix)
 
Il 15 ottobre sarò a Roma per la manifestazione che supporta gli indignados di tutto il mondo.
Dobbiamo protestare civilmente per non perdere in nostri diritti. Evitare la svendita del nostro paese, al miglior offerente. Perché come la rivoluzione d’Islanda ci insegna, la sovranità di una nazione è al di sopra del debito economico. I debiti non si scambiano con i diritti delle persone. Altrimenti si ritorna alla schiavitù.



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1 commento:

  1. bello questo esempio di democrazia---

    un governo che si dimette.... vabbè....chissà se anche da noi esiste ancora, per chi riveste cariche politiche-istituzionali, il sentrimento di essere al servizio del popolo (che lo ha eletto...)

    :-)

    l'indignazione, ottimo segno di vita---
     

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