lunedì 11 dicembre 2006


La sbronza (seconda parte)



Jonnhy torna nella sua stanza ed accese la radio. Le note di una malinconica canzone dei Radiohead iniziano a diffondersi nell’aria. Sul tavolo , oltre alla radio ci sono libri universitari, appunti, e cd musicali sparsi.
Nel frattempo tornano a casa i suoi genitori. Il padre s’affaccia dall’uscio della porta e lo guarda dicendo: “Tutto bene?”.
Jonnhy con lo sguardo nel vuoto annuisce senza dir nulla; poi rimase nuovamente solo con i suoi pensieri.
Per la prima volta , quanto disse “Ti amo” a Clara, lo pensava veramente. Giorno dopo giorno era sempre più innamorato.
Dal giorno del rimprovero qualcosa cambiò; sempre più spesso capitava che Clara fosse distante, più s’avvicinava il loro anniversario e più erano le volte che era preoccupata.
Lui, in quei momenti provava a chiedere spiegazioni, ma le sue risposte erano sempre evasive: “Non preoccuparti”, “Passerà”.
S’era fatta ora di pranzo, il suo corpo era ancora provato, lontano dall’essere in piena forma; ciò nonostante, mangiò tutto quello che gli si pose davanti.
A fine pasto, tornò a stendersi sul letto, perché avvertiva ancora un senso di stanchezza.
Nel silenzio della sua stanza,pensò all’ultimo indizio a sua disposizione. Una settimana prima che si lasciassero fu accusato di non programmare il suo futuro, di vivere alla giornata, di fare in modo che gli altri si occupassero di tutto.
In quell’occasione, anche se Clara aveva esagerato con quelle affermazioni, lasciò cadere l’argomento, perché era già evidente il suo distacco e non voleva scaturire una discussione.
Nel ricucire i suoi ricordi s’assopì. Un sonno di breve durata lo attendeva, infatti, si risvegliò poco dopo con un giramento di testa.
Gli sembrò di essere ritornato a stamattina. Aprì gli occhi e vide tutto annebbiato, il suo corpo era ancora uno straccio. Provò a chiudere gli occhi, ma era amplificato il suo stordimento. Preferì per restar seduto sul suo divano letto a fissare il vuoto, mentre il suo stomaco iniziava a brontolare.
Continuò a pensare a suo primo amore, anche se era in quello stato. Un amore che gli era sempre stato ricambiato, fino a quando il meccanismo s’inceppa. Più s’avvicinava il loro primo anniversario e più era distante, come se avesse paura di legarsi a lui per un motivo che gli sfuggiva.
Un senso di nausea iniziò a farsi avanti accompagnato da leggeri dolori addominali.
“Forse mi verrà da vomitare” pensò. I dolori si fecero sempre più acuti ed iniziò a sudare. Quando capì che era arrivato il momento , corse in bagno senza dir nulla e vomitò il pranzo nella tazza.
Nel cammino di ritorno per la sua stanza lanciò una rapida occhiata alla cucina: il padre guardava alla tv un programma sul calcio e la madre lavava i piatti.
Accasciatosi sul letto come un sacco di patate, provoca il cigolio del letto.
Chiudendo gli occhi ha la sensazione che il suo corpo giri su se stesso.
Dopo la sosta in bagno, era ancora più a pezzi di prima. Antichi dolori gli tornano alla mente, quelli della sua precedente sbronza; in quel caso la causa scaturente fu la triplice bocciatura ad un esame.
Iniziò a ragionare su se stesso. Ogni volta che qualcosa non andava per il verso giusto si rifugiava in una in una gran bevuta per affogare tutto. Era il suo modo di affrontare i problemi. Sicuramente non era il metodo migliore per un ragazzo di 25 anni, ma era il suo modo di affrontare la vita.
In fondo aveva la testa sulle spalle, ma in situazioni critiche si lasciava andare, comportandosi anche in modo immaturo; se suo padre avesse saputo che aveva lasciato guidare l’auto ad un amico senza patente, lo avrebbe falciato.
Non pensava mai al futuro, come sosteneva Clara ? In parte era vero; frequentava l’università, e per il momento gli bastava questo, non si preoccupava cosa avrebbe fatto dopo. Perché avrebbe dovuto ? C’era sempre chi si preoccupava per lui…
Passarono i minuti e le sue condizioni di salute erano stabili, in altre parole uno straccio completo. Immagina tutto il macello che aveva nello stomaco, i suoi succhi gastrici che impazziti lottavano quello che era rimasto del pranzo. Rimase in uno stato di dormi-veglia fin quando ricomparve il senso di nausea.
“Porca miseria” pensò; sapeva cosa l’aspettava fra poco.
Senza fiatare , nel momento cruciale, ritorno in bagno, e tirò fuori il resto del pranzo.
Fino ad allora aveva deciso di nascondere il suo malore, poi incrociando sua madre, rivelò tutto senza pensarci due volte… (continua)



                                    By Kirby
                          



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