domenica 17 dicembre 2006


SexAporter...è il titolo del libro che contiene un mio racconto. se lo aquistate , io non ci guadagno nememno un euro,  se percaso vi imbatterete in questo libro(aquistabile solo tramite internet)  il mio racconto è "occhi-di-ghiaccio"  www.nuoviaoutori.org



La sbronza (terza ed ultima parte)



Tornò nuovamente sul suo letto , con la differenza che ora c’era chi si occupava di lui.
La madre, lo sommerse d’attenzioni e lui ne trasse giovamento. Iniziò a sentirsi meglio per il semplice motivo di essere accudito. Nell’istante in cui provò questa sensazione, un brivido corse lungo la sua schiena. Vedendo la madre che si affannava per lui, comprese quanto fosse dipendente dal prossimo, e di non preoccuparsi delle conseguenze delle sue azioni…
In seguito fu nuovamente raggiunto da conati di vomito, questa volta però ebbe solo degli spasmi; non vomitò nulla.
Rimase abbracciato per alcuni minuti alla tazza, nell’attesa che quello scombussolamento fisiologico terminasse. Fece alcuni profondi respiri, e pensò a tutte le volte che era stato in quelle condizioni pietose; ai momenti in cui si era comportato in modo immaturo.
“Che cosa centra in tutto questo Clara?”, “Qual’è il motivo perciò si è allontanata?”, “perché non dovevamo rimanere in contatto?”, si chiese Jonnhy.
Quando iniziò a sentirsi meglio, uscì dal bagno. Ad attenderlo c’era il padre che domandò come si sentisse. Lui rispose che iniziava a sentirsi meglio.
Si sedette alla sua scrivania. Poggiò le mani sulla testa e le usò per mantenerla.
“Aveva paura di legarsi a me?”, “Il motivo?”. Cercò di mettere insieme i tasselli. Aveva avuto rimproveri per il suo modo di affrontare la vita.
Jonnhy, forse iniziava a capirci qualcosa.
“Forse, aveva paura di legarsi a me, perché mi riteneva un irresponsabile. Di conseguenza non vedeva in me una persona con cui dividere il proprio futuro; e se si fosse legata ulteriormente a me, poi sarebbe stato troppo doloroso separasi”.
“Perché non ha mai cercato di parlarmene?”
“ah giusto” disse nel silenzio della sua camera. Le volte che lei lo aveva rimproverato, aveva sempre evitato di intavolare una discussione.
“La mia ignavia mi è costata un amore” mormorò.
Provò fastidio per se stesso , avrebbe voluto cambiare, essere un altro. In una settimana non aveva nemmeno provato a contattarla. Aveva subito passivamente gli avvenimenti.
“ E ora ?” “Voglio cambiare ?” “ E poi in che modo ?””e possibile cambiare senza snaturare se stessi ?”.
Si morse le labbra. “Non è possibile cambiar se stessi in un giorno”
Mille dubbi cui nessuno poteva dar risposta
“Non berrò più, per affogare i problemi”. In cerca di certezze promise di non ubriacarsi più.
“E Clara ?”. La mente ricorre a lei. L’amava ancora. Non poteva lasciar correre ora che sapeva. Rimase in riflessione
Arrivo la sera. Jonnhy aveva dormito nuovamente. Al suo risveglio si sentiva accaldato e debole, ma per il resto sembrava tutto bene. Sul comodino accanto a lui un pacco di grissini e la confezione di pillole anti-vomito.
Aveva le mani dietro la testa, guardava il soffitto. Alla radio suonavano un pezzo degli anni settanta.
“Domani la telefono…cosa posso dirle…” “non lo so ancora” “ho tutta la notte per pensarci
“In fondo non posso cambiare in un solo pomeriggio”. Sorrise. 

              by  Kirby



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1 commento:

  1. Toh che coincidenza... anche un mio racconto è contenuto in SexAporter... :)

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