venerdì 26 luglio 2013

L'ignorante vive


Sono convinto che l'incarnazione del male in questa società sia l’ignoranza. L'ignorante uomo o donna che sia lo riconosci dalla faccia, ha il viso chiuso e gli occhi spenti. Incredibilmente ottuso, si oppone all'ascolto delle persone e non è in grado di compiere semplici passaggi mentali. Ne consegue che non può agire nel bene della comunità in cui vive. Non capisce che i danni riportati alla comunità e all'ambiente ricadono anche su se stesso; e riporta tutto sul suo piano personale ed egoistico. L'ignorante risponde in modo gretto a primordiale al confronto con gli altri individui. Un rimprovero corrisponde a un attacco personale alla sua persona. Sempre pronto a difendere il suo status anche quando sta sbagliando.
L'individuo maschio è capace di aggradire con facilità incredibile. Perché per lui lo status è una priorità. Proprio la settimana scorsa un uomo al volante ubriaco aveva quasi investito un passante perché correva a folla velocità. Il pedone gli ha urlato di non correre perché lo stava per investire. L'autista è sceso dall'auto e ha pestato il passante mandandolo all'ospedale. Attenzione però, l'ignorante non è come un uomo primitivo o un indigeno. Questi ultimi non usano la violenza in modo indiscriminato, ma solo per necessità. Per l'ignorante i mezzi di comunicazione più efficaci sono la violenza e la prepotenza; chiunque intralcia la sua vita merita di essere punito. Il punto debole è la sua ingenuità.
 L'ignorante è facilmente abbindolabile. Luci, false promesse, verità distorte sono gli strumenti preferiti per chi vuole manipolare un ignorante. L'ignorante procreerà facilmente altri ignoranti portando avanti la dinastia. La soluzione perfetta è l'istruzione ma ci sono tipi di persone malvagie che preferisco avere gli ignoranti da manipolare con le loro menzogne. Chi lotta contro l'istruzione o è un inconsapevole ignorante o un consapevole malvagio. Per il bene comune, salva il primo e ammazza il secondo.

 By Kirby

martedì 16 luglio 2013

Il piccione


Favole della buonotte

Il Piccione
C'era una volta un piccione che nacque più nero degli altri.
I piccioni, è risaputo, possono assumere numerose colorazioni, dal bianco, al grigio, passando per il marrone e arrivare al nero.
Questo piccione, oltre ad essere quasi del tutto nero aveva anche una forma diversa. Non aveva la classica forma tozza e bombata ma più esile e allungata;
Un giorno si posò per caso su una ringhiera, mentre gli altri piccioni erano a terra a mangiare. Osservando gli altri da quella posizione, notò che la sua ombra, proiettata dal sole, era diversa da quella degli altri. Allargò anche le ali per osservarsi meglio.
Avete mai visto un piccione con le ali aperte, ammirare la sua ombra? No? Beh, lui lo fece.
Era lì a osservare gli altri dall'alto in basso. C'era quel gregge che mangiava e lui lì sopra, fiero e orgoglioso.
Lo notarono anche i suoi amici.
- Che cosa fai lì impalato, scendi a mangiare - gli chiesero.
- Zitti, io non sono come voi, io sono un corvo.
Così, nessuno più badò a lui.
Si stava convincendo di essere un corvo, data la sua statura, un giovane corvo. Passava il tempo appollaiato su spuntoni e rami. Mangiava al tramonto e all'alba, per non farsi vedere dagli altri. Rifiutava di nutrirsi di briciole ed era sempre alla ricerca di qualcosa di più succulento come insetti o lombrichi.
Una volta vide un piccione investito da un’auto. Gli atterò vicino, e mangiò alcuni bocconi della sua carne. Un altro colombo inorridì nel vederlo.
Il giorno dopo, iniziarono a evitare quel cannibale. Lui fu felice della situazione. Avevano paura di lui perché stava diventando un grande corvo, lo sentiva. Andò così a posarsi sulla ringhiera, dove aveva scoperto la sua essenza. Mentre mirava la sua ombra con fierezza, ne vide un altra sopra volteggiare sopra. Alzo la testa e vide un gabbiano.
- Tanto io sono un corvo, non può farmi nulla - Fu il suo pensiero, poi la sua testa rantolò dentro un becco.


Morale uno: L'anticonformismo uccide
Morali due: La stupidità fa male, ma un gabbiano di più.


By Kirby

venerdì 12 luglio 2013

Appendere le pagine al chiodo


La scrittura è una danza. Ho visto bei libri muoversi su un filo sottile per l'inesperienza dello scrittore. Sembrava lì per cadere, ma per fortuna la storia o gli editor l'hanno messo in salvo.

 La scrittura è una ballerina che danza sulle punte e sta allo scrittore scegliere la pista da ballo. Sia una corda sospesa sul precipizio o sia l'autostrada del Sole, i ballerini devono essere fluidi.

 La scrittura è la connessione che si crea tra lo spettatore e la ballerina che danza. Lei si muove con ritmo e lui osserva. Due persone, due mondi che s’incontrano, l'alchimia è lì, può nascere o abortire.

La scrittura può essere un tango raffinato destinato a pochi o una lunga conga spensierata, un tormentone che sarà dimenticato dopo un’estate o un evergreen buono per ogni occasione.

 C'è un solo errore da evitare. Non ammettere che ci siano anche i libri brutti. La colpa può essere del coreografo annoiato, dei ballerini fuori ritmo, o una musica decadente.

Non c'è da vergognarsi se la voglia di alzarsi dalla sedia e andare via prende il sopravvento. Nessun Dio della cultura ci fulminerà se abbandoneremo la danza a metà.

Nessun eresia signori. Più che lasciare un ballo è un peccato mortale sprecare la vostra vita. Uscite e andate in un alto posto. Sbirciate, entrate, siate i padroni del vostro mondo.

 Ci sono ballerine che ho amato. Ci sono passi che porto ancora con me. C'è una musica che riecheggia nelle mie orecchie. A volte ho sofferto per finire e volte senza ansia, ho appeso le pagine al chiodo.

 By Kirby (Per ulteriori approfondimrnti un vecchio Post )



 

domenica 7 luglio 2013

Penso quindi Sogno

«Io perciò non voglio stare fermo perché poi mi viene da pensare» disse una volta Luca mentre eravamo in vacanza. Era il tipo di persona che parla e si muove in continuazione. Quelle parole gli uscirono sulla spiaggia semideserta nel momento in cui ci si abbandona alla meditazione.
Penso che avesse paura dei suoi pensieri. La mente affronta montagne russe che possono portarti giù per poi risalire. Se nella tua vita c'è qualcosa d’irrisolto, lei corre lì per punzecchiarti e risolvere la questione. Luca correva per non farsi raggiungere dai suoi pensieri perché era spaventato di affondare e affogare.
 Ci sono persone invece che amano sguazzare dentro se stessi, io sono una di quelle. Cercare tra i ricordi, analizzare le parole dette e dissezionare le emozioni è qualcosa che ti conduce a un nuovo livello di consapevolezza.
Sembra qualcosa di complicato, ragionamenti da Sherlock Holmes che si affollano nella mente per risalire lungo il filo degli eventi, eppure basta nutrire il cervello nel modo giusto e lui schizzerà in orbita per conquistare nuove Lune.
Naturalmente l'uomo può essere soggetto a dipendenza e l'uso diventa abuso. 
Ho visto Ernesto, dall'elevata cultura accademica, inseguire e perdersi in turbine di pensieri fino ad accartocciarsi su cose immotivate e superflue. 
Ho visto Paolo, annullarsi sotto flussi di pensiero piroclastico.
Ho commesso gravi errori per eccesso di sicurezza, dimenticando che un singolo pezzo, può modificare la torre da costruire. 
 La ricerca di risposte è un viaggio onirico infinito che di continuo trasmuta dall'incubo al soglio.  Sia sia riguardi la propria vita, sia riguardi il mondo esterno, l’importante non è svegliarsi mai.

By Kirby