domenica 30 ottobre 2005

Beppe Grillo


Il comico Beppe Grillo, ieri ha tenuto un suo spettacolo durante la notte bianca di Napoli.
La sua entrata sul palco è stata accolta da un’ovazione del pubblico. Visibilmente sorpreso ha esordito non ringraziando gli applausi ma: ” ….Non è il mio ruolo; il mio ruolo è quello del cattivo, il mio compito è di criticare”.
Inizia subito urlando, deve attirare l’attenzione che non smettono di applaudire, in una pizza Dante gremita fino all’inverosimile.
Un paio di sfottò iniziali è per le amministrazioni locali (iervolino, bassolino); poi fa notare al pubblico che la pavimentazione su cui eravamo in quel momento era costata tantissimo, nonostante fosse in pietra lavica (materiale molto comune alle falde del Vesuvio), ciò era dovuto al fatto che quella pietra lavica proveniva dall’Etna! (conclude la battuta evidenziandola con la sua mimica corporea e facciale, con un gesto così difficile da spiegare a parole ma così comprensivo dal punto di vista visivo).
Inizia,così, il viaggio nelle più recenti storture del sistema italiano.
Ricorda alla folla che in una recente intervista sull’emittente televisiva la sette, il nostro presidente del consiglio ha dichiarato che lui era contrario alla guerra Iraq; additandolo poi come “piccolo nano portatore di bugie” o qualcosa del genere.
È stata la prima volta che vedevo uno show di Grillo dal vivo, traspariva tutta la sua voglia di dare un contributo per cambiare in meglio questo paese, i suoi insulti e le sue parolacce che suscitano le risate della gente, provengono dal suo odio per le cose che non vanno come dovrebbero andare (è proprio il caso di dire che le sue offese vengono dall’anima.
Tra i vari esempi c’è quello del parlamentare inglese che non aveva pagato lo stipendio alla sua colf per un mese, la notizia appare sui giornali, e lui il giorno dopo si dimette dal suo incarico. In Italia ci sono 23 figure politiche (Bossi, Dell’Utri, Pomicino, De Michelis…) tra eurodeputati e parlamentari, che sono stati condannati in terzo grado per diversi reati, tra cui tangenti e finanziamenti illeciti , i quali attualmente continuano a fare il loro lavoro. Grillo inoltre ricorda che Andreotti non è stato assolto ma il reato è semplicemente andato in prescrizione.
“Vaffanculo” è ciò che diceva il comico alla fine d’alcuni concetti, un’offesa biunivoca, da una parte era diretta a chi commetteva le ingiustizie, dall’altra era rivolta a noi che non facevamo nulla per porre termine a tutto ciò.
Altri argomenti degni di nota sono stati i guai finanziari di Telecom e Alitalia i quali amministratori, in barba alla disastrosa situazione economia delle loro aziende, si gonfiano il loro salario in modo eccessivo rispetto agli amministratori d’altre aziende europee.
Un breve excursus sulle aziende (tantissime)del piccolo nano bugiardo, e di un suo socio Tronchetti Provera (il tronchetto dell’infelicità), dimostrando com’essere l’azionista maggioritario di società chiave può essere fondamentale per la detenzione del potere (Berlusconi è azionista maggioritario di una società che ha la proprietà dei cavi in cui passa la corrente elettrica delle nostre case.)
Con l’apertura di un blog , Grillo sta combattendo la sua lotta contro il sistema malato (combattere i media con i media). Grazie al quale si tiene in contatto con i suoi abituali visitatori ed organizza azioni del tipo, comprare una pagina della repubblica e scrivere “Fazio Vattene”.
Insomma, i Vaffanculo si sono sprecati ieri sera, tutto condito dal suo carisma in grado di coinvolgere le 50000 persone della piazza, nonostante il suo corpo non più giovane era ancora in grado di attirare l’attenzione di tutti con le sue urla.
Dopo un ora di monologo (anche se in alcuni casi ha interagito con il pubblico), lo spettacolo è interrotto per motivi di sicurezza.
Il motivo? La piazza era talmente satura di persone che le persone non riuscivano ad uscire dalla metropolitana (situata dall’altra parte della piazza!).
Tutto ciò non sarebbe successo se lo spettacolo di Grillo fosse stato collocato nella più capiente Piazza Plebiscito. Forse gli organizzatori della manifestazione non avevano pensato alla mole di persone che avrebbero seguito il comico genovese, o forse è stato un errore voluto affinché non troppe persone lo seguissero…ma per una volta mi piace pensare che non c’è stata preintenzionalità.


                                         By Kirby


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lunedì 24 ottobre 2005

Una tenera storia...


Gigetta (prima parte)


Questa è la storia di Don Antò, un uomo buono come un pezzo di pane.
Don Antò viveva in casolare in campagna, immerso in coltivazioni agricole. Tra i proprietari di quest’area c’era lui e suo fratello Carmine detto “o’ professore” ; così chiamato perché era un luminare della medicina. Gestivano l’ azienda agricola “Malachia”, insieme alla famiglia del professore. Don Antò all’età di quarant’anni era rimasto prematuramente vedovo, non avendo avuto figli, l’unica famiglia rimastagli era quella di suo fratello. La moglie Concetta, e i suoi figli Maria, Vittoria e il figlio maggiore Luca.
Il professore e la sua famiglia vivevano in città, ma in diversi periodi dell’anno andavano in uno splendido caseggiato immerso nel loro territorio agricolo.
Principalmente nel periodo della vendemmia, quando l’attività dell’azienda è più in fermento.
L’ azienda familiare produceva soprattutto vino di buona qualità, ma anche un discreto quantitativo d’olive e d’albicocche. Gli animali da allevamento presenti, erano esclusivamente ad uso privato: qualche maiale , qualche gallina e un paio di capre.
Per quasi tutto l’anno Don Antò abitava in quel casolare, situato in zona collinare, in mezzo ai vigneti, siccome il fratello era molto impegnato col suo lavoro, era lui ad occuparsi principalmente dell’azienda.
“Malachia” era un’azienda piena di personaggi pittoreschi: il burbero responsabile del settore vinicolo Alfredo; Don Ciro coetaneo e cugino dei fratelli, si occupava della vendita dei prodotti dell’azienda, ma non disdegnava di dare una mano nei momenti critici, era socievole e sempre disposto a prendere in giro il prossimo; Yuri, il più anziano dipendente dell’azienda, d’origini ucraine, aveva maturato una notevole esperienza nel settore…
La lista di persone potrebbe continuare per un po’, ma questa è la storia di Don Antò.
Un uomo gentile con tutti, mai scontroso, paziente e tranquillo. Una voce che infondeva sicurezza nell’interlocutore, amante della natura. Insieme al fratello aveva acquistato dei terreni abbandonati e li avevano riqualificati. Il suo rapporto con gli animali era splendido, sembra quasi comunicasse in modo diretto con loro.
Don Antò in un’altra vita sarebbe stato un prete o un monaco, e forse santo.
La morte della moglie fu un brutto colpo per lui, ma grazie alla famiglia che gli stette vicino riuscì a superare quel brutto momento. Era un filosofo, se n’era fatto una ragione dell’accaduto: “Così è la vita” diceva a se stesso.
A colmare il vuoto lasciatogli dalla moglie, furono i suoi amici animali. Cani e gatti che frequentavano l’azienda ottennero maggiori attenzioni da parte di Don Antò; in particolare una giovane micia che di recente aveva iniziato a frequentare la zona.
Di color grigio fumo, due occhietti azzurri talmente limpidi da sembrare di cristallo, un pelo folto e morbido quasi come una peluche, uno sguardo vispo e attento.
La micia divenne ben presto la preferita di Don Antò che decise di chiamarla Gigetta...


 By Kirby 


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mercoledì 19 ottobre 2005

Poesie Catartiche


Ho sognato

Ho sognato noi due,
Eravamo in un prato fiorito,
Correvamo a piedi nudi come due innocenti fanciulli.
Siamo arrivati in riva al lago,
lì ci siamo baciati,
lì ci siamo spogliati,
e abbiamo fatto l’amore.
Cazzo, i peperoni fanno proprio male la sera.


Ho visto

Ho visto un Italia diversa,
coi lavoratori tutti felici e i sindacati per niente contrariati,
studenti e ricercatori anche loro felici per come andavano le cose,
tutti avevano una pensione assicurata,
nessuno era senza un tetto sotto cui stare,
era finita la recessione e la speranza si respirava nell’aria.
Berlusconi? Non era mai nato.
Ah però, anche la Marijuana non è da meno.

                     by Kirby


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