martedì 25 settembre 2012

La politica degli sicmpanzè

 

Premessa per la comprensione del testo: con la parola scimmia intendiamo un gruppo di Primati tra cui è presente anche l’uomo moderno. Lo scimpanzé è una scimmia che ha il 97,6% di patrimonio genetico simile al nostro. É sbagliato dire che gli scimpanzé sono antenati dell’uomo, ma è corretto dire invece che gli scimpanzé e l’uomo hanno avuto un antenato in comune ( come mostra lo schema della figura).                                                                                    Questo vuol dire che tutte le caratteristiche presenti sia nello scimpanzé che nell’uomo sono ereditate dall’antenato in comune.
Dopo una ricerca lunga un anno di tribolamenti, ho reperito una copia del libro “La politica degli scimpanzé. Potere e sesso tra le scimmie” di Frans de Waal. Lo studio di una colonia di scimpanzé dello zoo di Arnhem (Olanda). In modo semplificato espongo alcuni situazioni.
I maschi di scimpanzé per invitare la femmina all’accoppiamento mostrano l’erezione. Uno dei maschi di rango inferiore mostrava la propria erezione ad una femmina mettendosi di spalle al maschio dominate per nascondere le sue intenzioni. Quando il dominate si alzò, lui di scatto poggiò le mani sul pene per nascondere l’erezione e poi s’alzò e andò via come se nulla fosse successo. Oppure la femmina che urlava di più quando si accoppiava, era la stessa femmina che tratteneva le sue urla quando si accoppiava con un maschio di rango inferiore per non farsi scoprire e provocare le ire del maschio dominante. Ancora, sono stati registrati eventi di “innamoramento tra gli individui” infatti nonostante gli scimpanzé siano abbastanza promiscui e non fanno coppia fissa, ci sono state volte in cui delle specifiche coppie prolungavano l’atto sessuale più del dovuto con giochi e carezze di natura sessuale.
Ma questi piccole esempi sono solo un accessorio al cuore del libro. Ovvero la lotta per la dominanza.
Negli anni presi in esame dal libro si sono succeduti al potere tre maschi. L’errore più facile da commettere è pensare che l’ascesa al potere degli scimpanzé, avvenga esclusivamente con la forza bruta. Mai si può essere più lontani dalla verità. Quando ci sono scontri tra due scimmie (sia maschi che femmine) spesso intervengono anche gli altri membri della colonia e il vincitore dello scontro era chi ha più aiutanti dalla sua parte. Due scimpanzé che si sfidavano erano sempre pronti a cercare il supporto di altri individui perché il supporto degli individui più influenti della colonia è il punto fondamentale per essere il dominate.
Gli scimpanzé impegnati a salire di rango attaccano i deboli finché loro non manifestano la loro sottomissione. Una volta al potere la scimmia prende sempre le difese dei deboli e si preoccupa di dividere in modo equo le risorse.
In altre parole gli scimpanzé fanno politica. Raccolgono consensi, stringono alleanze opportunistiche, si dimostrano magnanimi con i deboli.
La differenza principale tra maschi e femmine era che i primi erano più propensi a prendere le parti di chi avrebbe aiutato nella loro ascesa al potere, mentre le femmine invece aiutavano consanguinei e chi era più amico.
Dimostrazione principale di questo libro è la che la politica esistesse già prima dell’uomo e simili meccanismi politici sono intrinseci della nostra natura. Tutti in fondo facciamo politica da quando siamo nati, nella nostra vita occupiamo il nostro gradino, stringiamo amicizie, a volte siamo generosi col prossimo anche quando non vorremmo solo per “apparenza”, fingiamo tanto nascondendo stati ed emozioni a chi ci è vicino. Ebbene in fondo anche questa è politica.
Qual è allora la differenza tra l’uomo e gli altri animali? Ci sono altri animali che sognano, che fanno sesso non solo per accoppiarsi ma anche per piacere, che pianificano le loro azioni e strategie, che mentono, che fanno guerre, che manipolano oggetti, che producono musica…
Risposta: al momento non ci sono opzioni che “elevano” l’uomo. Siamo animali punto. Gli studi hanno mostrato perfino esempi di moralità negli scimpanzé.
Possiamo, però porci degli obbiettivi per superare “lo stadio” animale. Solo così ammetterò una superiorità umana, e cioè reprimendo gli istinti di potere, realizzare gli ideali di giustizia universale, di convivenza pacifica dei popoli e di eguaglianza degli individui, che professiamo dalla nostra genesi.

 

  By Kirby


lunedì 10 settembre 2012

Fame d'arte

Il seguente articolo è nato dalla riflessione sull’ottima recensione di Ilaria Serra
L’autrice, dopo aver smontato il successo editoriale “Cinquanta sfumature di..”, paragonandolo ad un Harmony venduto sulle bancarelle si chiede come sia possibile che il successo sia dovuto solo ad un lavoro di marketing da parte della casa editrice.Mi viene in mente il libro L’alchimista, Successo di vendite, poi legge le recensioni su Anobii e scopri una caterva di commenti negativi. L’arte, qualsiasi tipo di arte è per pochi. La letteratura di qualità, la vera comprensione di un quadro, “sentire” una melodia e non semplicemente ascoltarla, non è per tutti. La maggior parte delle persone sono impegnate a lavorare, vivere, sognare, occuparsi dei prorpi problemi, e non sono capaci/allenate/istruite a comprendere l’arte.
Ricordo una volta, leggendo un articolo in merito ad un famoso quadro, in cui il critico si lamentasse della folla di “turisti dell’arte presente” e di aver dovuto osservare il quadro mentre era con la testa sotto l’ascella sudata di una signora. Tutti vogliono usufruire dell’arte e godere delle emozioni che trasmette. Come sempre, quando non siamo intenditori, ci rivolgiamo alle opere “mainstream”, di moda, sulla bocca di tutti, Tali opere non sono sempre le migliori, di solito sono quelle più facili da capire e che trasmettono emozioni facilmente, anche se ad un occhio allenato risultano banali e ovvie (vedi Fabio Volo) . Rendiamoci conto che gli incompetenti d’arte sono la maggioranza e che in fondo l’arte ha bisogno anche di loro. Se nel museo entrassero solo critici e studiosi, non ci sarebbero soldi per il sostentamento della struttura e così via. In fondo andrei a vedere “La Gioconda” se fossi a Parigi pur sapendo poco e niente di Leonardo, per poter dire: anche io l’ho visto.


By Kirby

lunedì 3 settembre 2012

Il cielo sopra la mia testa



Ovunque vada il cielo sopra la mia testa è sempre lo stesso. Cambiano le città, gli edifici, i monumenti, le strade, le chiese i paesi, i sorrisi, la gente, gli alberi, le montagne ma il cielo no. Perfino il mare non è lo stesso, all’orizzonte si spostano isole e coste e fari e barche; e il colore cambia, per non parlare dell’odore che penetra le narici. Qualsiasi città di mare ha il proprio, profumato o puzzolente che sia, e perfino il sapore; il sapore salmastro che ti lascia sulla pelle, cambia ogni volta.
Il cielo no, quando alzo gli occhi, è sempre lì a rassicurarmi con la sua costanza. Ovunque posso trovare un cielo limpido, o con quelle nuvole bianche e soffici che mi piacciono tanto. Il cielo grigio e tempestoso è uguale sia a Napoli sia a New York . La notte tempestosa gela il sangue ovunque e un cielo stellato è bello anche tra le mura di una prigione.  
Forse quello che scrivo, è una banalità, ma nella mia vita è la prima volta che riflettevo sull’immutabilità del cielo, una piccola verità cui sono giunto solo oggi.
 Qualche pignolo potrà obbiettare che la posizione delle stelle è diversa secondo il mio punto sulla Terra, ma io sono ignorante in astronomia e preferisco abbandonarmi disteso sotto le stelle e concepirle per quello che sono; diamanti cuciti su di un vestito di seta nera e il suo miglior pendente appaiato è la Luna.


By Kirby

Rumori Consigliati: Aerial by System of a down