mercoledì 25 novembre 2009

E' stata pubblicata l'antologia "Storie a mezzogiorno". Tra i racconti c'è  "il miracolo di San Gennaro" . E' stato il primo racconto che ho postato su Racconti-metropolitani.  Non diverrò mai uno scrittore, però una soddisfazione c'è la siamo tolti

Il miracolo di San Gennaro

Antonio era poggiato alla ringhiera del balcone di casa sua. Tutte le sere ammirava il caos della città.
Oggi Napoli è in festa; San Gennaro aveva fatto il miracolo.
Da quella postazione poteva ammirare il porto, così solitario dopo il tramonto, il flusso d’auto sconclusionato, autobus e automobilisti furbi che utilizzano la corsia preferenziale, persone che aspettano alla fermata il tram, prostitute che aspettano clienti, qualche coppietta stretta per mano,qualche barbone stretto al suo cartone.Riusciva a vedere anche un semaforo,sprovvisto di lavavetri e venditori ambulanti,perché poco rispettato dagli automobilisti.
L’immagine cui era più legato era il golfo di Napoli in notturna con il mare che andava ad immischiarsi col cielo stellato. A volte il mare era illuminato da alcune barche,in modo da far confondere ulteriormente cielo e mare. A tutto ciò Antonio era molto legato.
Il nostro conduceva una vita tranquilla avvolta nella monotonia di tutti giorni,ultraquarantenne,lavoro alienate,moglie insipida,senza figli,senza animali,pochissimi amici,eppure quella visione serale gli faceva dimenticare tutto;aveva sempre pensato che sarebbe morto guardando il panorama dal quarto piano di casa sua;durante il sonno di sua moglie lui avrebbe lasciato questa vita così com’era venuto,in silenzio (infatti era sordo-muto).
Tutto ciò fino a quando non è arrivata la lettera di sfratto.La casa era pericolante,era necessario sgomberarla è abbatterla.
“bella scoperta,si è sempre saputo. ”pensò Antonio. “Ma non ci sono mai stati fondi per le famiglie di sfrattati”. “Quindi ogni volta che si cercava di far sgomberare finiva tutto in una bolla di sapone”.
Purtroppo quest’anno i soldi c’erano. Risultato?
Con i soldi dell’esproprio, ed i prezzi delle case alle stelle, poteva permettersi soltanto una casa in condominio privo di qualsiasi panorama paragonabile al suo. Già, ormai quello era il suo panorama apparteneva alla sua vita e avrebbe voluto portarselo con se .
A poche settimane dalla scadenza era avvilito,aveva provato tutto ciò che era in suo potere (poco),l’ultima spiaggia era stata di rivolgersi a San Gennaro,come tanti altri napoletani.
A San Gennaro ci rivolge per grazie di tipo diverso;far guarire un parente caro,un terno al lotto,trovare un posto di lavoro.La richiesta d’Antonio era anomala,poter ammirare quel panorama per tutta la sua vita,si evidenziava rispetto alla massa;forse per questo motivo il santo cercò di accontentarlo.
Quella sera Antonio proseguiva la sua attività di contemplazione,sua moglie era come suo solito già andata a dormire.Pian piano Antonio iniziò a sentirsi stanco.
“strano”,pensò,”Forse sarà stato il vino di stasera”.I suoi occhi iniziarono a chiudersi,prima di fare qualcosa, gli venne un cerchio alla testa,ed ebbe la sensazione di svenire.
Riaprì gli occhi dopo un periodo imprecisato;era ancora notte,il panorama era sempre lo stesso;ma aveva la sensazione di vederlo diversamente,come se osservasse da un'altra angolazione.Si sentiva diverso,portò le mani alla testa,ma non riuscì a farlo,era per così dire impacciato.Si accorse d’avere ali bianche al posto delle mani,zampe al posto dei piedi.Si voltò di scatto;le lastre del balcone riflettevano un gabbiano invece della sua sagoma.
Chi può conoscere i pensieri di un gabbiano,figuriamoci quelli di un uomo trasformato in un uccello.
Alcuni sarebbero spaesati,altri impauriti,altri ancora meravigliati.
La gioia,la felicità,l’entusiasmo c’era nella testa di quel gabbiano.
Non solo poteva ammirare quel paesaggio,ma poteva far parte di lui.
Provò anche ad emettere qualche suono,ma il suo handicap era rimasto.
Allora,senza indugi si lanciò da quel balcone del quarto piano;precipitò per alcuni metri ,spiegate le ali riprese quota e con andamento incerto si mosse verso il suo panorama.
“San Gennaro aveva fatto il miracolo”,pensò il gabbiano.La stessa cosa la pensò Edoardo,quando allo scoccare della mezzanotte,insieme ai suoi figli,posizionatosi nel porto fece partire un razzo verso il cielo.
Sicuramente quel gabbiano non aveva sentito il fischio del razzo,o forse era distratto da altre cose;il fatto è che fu colpito ad un ala. Precipitò al suolo miseramente poco più avanti e fu facile preda di qualche randagio.
Mentre Edoardo si ritirava a casa,a Napoli era un altro giorno.


      By Kirby





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mercoledì 18 novembre 2009

La nebbia di Napoli.

A Napoli e in tutta la Campania c’è la nebbia. Un cortina presente tutto l’anno con qualsiasi condizione atmosferica; pioggia, acqua, vento, sole, la nebbiolina è leggera e ad un occhio distratto potrebbe non essere notata. Eppure c’è, i suoi effetti sono sotto gli occhi tutti; riduce la nostra visibilità, può farci inciampare, o peggio ancora farti precipitare in un tombino, far sparire un tuo amico, distruggerti la vita. A Napoli c’è la nebbia e si chiama malavita organizzata
Roberto Saviano ha ragione a dire che è colpevole chi tace e finge di non vedere. Anche io sono colpevole, ma ho paura di questa guerra. Ho persino paura di nominare quel nome che inizia per la C. Il nemico non è oltre confine a chilometri distanza e non siamo protetti da un muro di cinta sormontato da filo spinato. Non indossa una divisa che puoi distinguere e identificare. Il male è tra noi. Sentinelle di certi quartieri sono dotati di binocoli a visione notturna. Quando cammini per strada puoi solo sperare di non incrociare la tua vita con loro. La persona più lontana da certe meccaniche può trovarsi inconsapevolmente a contatto con la nebbia. Due esempi:
Una ragazza si era trasferita da poco in quartiere di Napoli sorvegliato. Andava all’università perciò aveva affittato quella casa. Una sera la stavamo accompagnando a casa con l’auto quando raccontò con disarmante normalità di essere stata fermata diverse volte da qualcuno per dirle semplicemente “ Noi ti conosciamo, sappiamo dove vai la mattina ” e cose simili. Parole inquietanti , che non lasciano possibilità di replica. Ora credo che ai fini legali non sia nemmeno reato questo. Qui si vuole marcare il territorio, far capire a chi non è del quartiere come funzionano le cose.
Un mio amico di un comune della provincia di Napoli è iscritto ad una associazione sportiva che ha sede sul porto. L’associazione fece richiesta al comune di un autorizzazione per poter mettere una barca in acqua. Giorni dopo venne puntuale l’esattore. Non del comune ma della malavita che esordì dicendo “Qui c’è da pagare” . Come fosse una tassa dovuta dell’anti-stato. Ora qualcuno può spiegarmi come quel tizio sia venuto a conoscenza della richiesta attraverso una domanda fatta al comune ?
Queste sono solo due piccole gocce del mare desolazione che incontra l’uomo qualunque. Ripeto a Napoli c’è la guerra civile e anche se vivo la mia vita quasi normalmente ho paura, tanta paura di ritrovarmi un giorno a sbattere contro un palo per la nebbia.


   By Kirby

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domenica 15 novembre 2009

Pillole di romanzo

Occhi tristi

Aveva gli occhi tristi quando l’ho conosciuta. Il suo passato, le sue sofferenze, le ingiustizie subite si riflettevano nel sguardo . C’era una malinconia recondita nel suo animo benché non fosse infelice, che non mi spingeva altro che a volerle bene; proteggerla dalle brutture del mondo. Abbracciarla forte per trasmetterle il mio amore, dimostrare che non ero come gli altri; non l’avrei tradita, offesa o umiliata. L’avrei imboccata se si fosse ammalata e avrei vegliato accanto a lei . A volte ho provato rabbia per chi le aveva procurato dolore. Credevo di essere l’uomo migliore per lei , quello della sua vita. Ma il tempo non la pensava così. Finì l’estate e il vento autunnale la portò via e i mie occhi divennero tristi.

   By Kirby

Rumori consigliati. Corde oblique con " Fantasia sui tasti bianchi"

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martedì 10 novembre 2009

Sventrato
Sono un bambolotto di pezza
Piantami le unghie nella pancia
e sventrami l’anima.
Scava e riversa fuori il mio ripieno;
sbudellami affinché non abbia
Più bisogno di abbracci.
Usami e gettami sul selciato,
schiacciami e abbandonami .
Cerco nella mia mente
L’attimo dove si è rotto un ingranaggio in me,
Rendendomi ora inadatto .
Forse non c’è,
Forse era già tutto scritto.
Forse quello che credo migliore
E' solo un bagliore
che può accecarmi.
Se due cuori si sommano,
Possono formare un terzo.
Se due cuori si sottraggono,
Possono annullarsi a vicenda.
Ma, un solo cuore rimarrà sempre
E solo uno.

  By Kirby

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venerdì 6 novembre 2009

Il Sogno del minestrone

Sogno che dal mio braccio ferito fuoriesca qualcosa che mi addormenti e mi proietti in un nuovo mondo.
Mondo colorato solo da pastelli.
Pastelli in grado di far sorridere adulti e bambini, portare gioia in ogni dove, disegnando un sorriso perfino al sole.
Sole caldo e giallo che riscalda coi lunghi raggi perfino i più duri di cuore. Il sole irradia nelle grotte nere, in fondo al mare blu, sui monti e sul prato.
Prato dove c’è quel fiore dai petali rossi e il cuore giallo che un giorno donerò alla donna della mia vita per dichiararle il mio amore eterno. Fiore dallo stelo verde che metterò nel taschino della camicia per farlo annusare e inebriare tutti i passanti. Tutti potranno ammirare quel simbolo d’amore colto vicino un albero.
Albero d’ulivo verde che la colomba bianca avrà staccato un ramoscello per portare la pace in queste lande. Il rametto d’ulivo volerà in alto nel cielo azzurro e attraverserà un arcobaleno dai mille colori, poi la colomba aprirà il becco e lo lascerà cadere su di un pagliaio.
Pagliaio dove avrò fatto l’amore con amore con il mio Amore, in un caldo pomeriggio di Maggio , e sul quale verranno alla luce i miei figli. In mezzo alla paglia dovranno nascere e crescere per comprendere le loro origini. L’umiltà sarà il pane di cui si nutriranno e l’orgoglio sarà il vino con cui si disseteranno nei momenti di bisogno, lungo il cammino della loro vita. Quando incontreranno un pagliaio ricorderanno di essere figli della terra.
Terra che ha generato pomodori, melanzane, patate, zucchine, sedani e cipolle. Ora io e il mio amore nella nostra casa tagliamo e sbucciamo per preparare il minestrone; lo divideremo con gli animali che ci hanno aiutato a coltivare i frutti della terra.
Raggiunti insieme la quarta stagione della vita, saremo in cucina davanti al minestrone multicolore . Il cane a mordicchiare un osso, il gatto raggomitolato vicino al camino , il passerotto sul davanzale a cantare, l’asino e il bue nella stalla, la capretta e le pecorelle a pascolare. Potrò guardarla negli occhi e dirle
“ Se ho fatto questo sogno è per te”

        By Kirby


Rumori consigliati : Faun con la canzone Egil Saga


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giovedì 5 novembre 2009

Pensiero del giorno : Il grande artista è colui che commercializza la propria follia mettendola in un arte

          By Kirby
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mercoledì 4 novembre 2009

Esercizi di stile

Cuore nero

Credo in un umanità controllata dall’ egoismo e dalla malvagità. Più dal prima piuttosto che il secondo, perché la malvagità è un concetto molto soggettivo, non c’è un limite netto tra male e bene, viene a pesare molto la libera interpretazione.
L’egoismo è diverso, Ego ,se stessi, tutto ciò che riguarda l’agire per il profitto personale. Profitto implicito o esplicito che sia. Il tornaconto personale non è il declino della società ma l’effettivo splendore; la voglia di soddisfare i propri istinti, anche se nascosti nell’inconscio crea benessere anche a costo di danneggiare chi è intorno a noi. Il conflitto verso gli altri genera competizione; e la competizione è la chiave dell’evoluzione.
Credo in una madre natura, spietata e crudele, che ha come unico dogma per i propri figli la legge del più forte. Lasciandoli liberi di distruggersi a vicenda. La forza non è solo quella fisica ma anche quelle mentale, sono ben accetti tutti gli attacchi subdoli e meschini affinché la propria pancia sia soddisfatta.
Madre natura ha stillato dentro la voglia di omicidio e la sete di sangue se un giorno l’uomo non saprà dosare la sua forza potrà autodistruggersi e a prendere il sopravvento saranno le piante che ingloberanno i cadaveri e cubi e cubi di cemento.
Anche la pietà, gesto di misericordia estremo è fatto per soddisfare e compiacersi ; tenere in vita l’essere che si è sopraffatto servirà ad avere un testimone del proprio domino e marcare il territorio.
Quest’esistenza è una partita a carte, mostra troppe delle tue vere intenzioni e sarai messo alle corde da chi ha bluffato, da chi ha nascosto il suo gioco mostrandoti carte false.
In questa folle lotta si inventano ideali e morale per tenere alta la sanità mentale , ma dietro quella maschera si cela la splendida realtà di esseri egoisti capaci di usare il raffinato intelletto per riempirsi lo stomaco .

                             By Kirby


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domenica 1 novembre 2009

Il teorema di





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Vahidnia


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Ricordate il teorema di Pitagora? La costruzione di quadrati sui lati di un triangolo rettangolo. Data un Ipotesi, dimostrare la seguente tesi…
La mente matematica del giovane Mahmud Vahidnia ha smembrato il problema della dittatura iraniana ( ma non solo quella) come fosse un processo geometrico .
Data una società con le regole che la governano, dimostrare che si è sotto una dittatura.


1. Quale è il diritto umano più elementare che viene negato  ? Il diritto di critica che equivale al diritto di parola.


Anche se tutti sono a conoscenza che “Il re è nudo” il semplice fatto di dirlo ad alta voce diviene reato, mettendo così in discussione le normali regole di dialogo civile:



2. Ecco perché la semplice domanda “Perche non possono criticarla?” diviene il fulcro della teoria sulla dittatura di Vahidnia.



3. Perché non possiamo criticarla?  (implicitamente  significa)-> Perché non possono discutere dei suoi errori  ? -> Perché non possono dialogare con lei ? -> Perché nega la libertà di parola



4. Lei agisce come capo di uno Stato + Noi del popolo non possiamo parlare = Siamo sotto una dittatura



L’ipotesi è dimostrata Come Volevasi Dimostrare

                     By Kirby

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