domenica 30 aprile 2006


Pensiero del giorno: Se il pessimismo logora l'anima, L'ottimismo....lo ignoro



                     by  KIRBY



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martedì 18 aprile 2006


Pensiero del giorno  : Se non posso avere quella mela, mi accontenterò di un sol morso. Se non posso aver quel morso ; andrò a cercare un altro frutto



                                   By Kirby



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venerdì 14 aprile 2006


Un racconto sconsigliato a moralisti ; in particolar modo le succesive parti che verrano publicate



Una sera tra amici (prima parte)



Quella sera, dovevamo trascorrerla a casa d’Erik.
“Tre casse di birra…basteranno per cinque persone ?” domandai mentre parlavo al telefono con lui.
“Ma…non saprei…forse”. Erik rispondeva con la sua solita proverbiale sicurezza
“…come non detto, facciamo quattro e non ne parliamo più”
“OK… io ho preso 2 grammi d’erba…”
“Bene Bene, per il resto ci pensa Tony…”
“Allora ci vediamo dopo ciao”
“Ciao” Rimisi giù la cornetta del telefono.
Approfittando dell’assenza dei coinquilini d’Erik avevamo deciso di trascorrere una tranquilla sera tra amici.
Altre noi due c’era Tony, un mio collega di lavoro; c’era Erica la mia attuale fidanzata e poi c’era Stella l’ultima fiamma d’Erik.
Giro per casa in mutande, alla disperata ricerca dei miei jeans; il mio stereo sta suonando “bitter sweet symphony”, e nel frattempo mi gratto il pacco.
Dopo un paio di bestemmie, ritrovo il pantalone, era finito sotto il divano e stavano copulando con una ciambella risalente a qualche giorno fa.
Appena il tempo di indossare una maglietta, caricare le birre in auto è già sono diretto a casa d’Erica.
Era poggiata ad un palo della luce, indossava un paio di stivaletti neri, una minigonna dello stesso colore con alcuni disegni ricamati, una canottiera a righe orizzontali bianche e rossa; fumava una sigaretta mentre aspettava il mio arrivo.
Avvicino la mia macchina a lei, e abbasso il finestrino; lei si china per salutarmi…
“Quanto vuoi?” le chiedo.
“Fanculo” risponde, mostrandomi il dito medio, ma non riuscendo a trattenere un sorriso…
Salita in macchina posso osservarla da più vicino: lunghi capelli castani, raccolti e tenuti insieme da una bacchetta, occhi scuri adornati da ombretto azzurro, colore della pelle rosa pallido, un viso leggermente schiacciato ai lati un naso leggermente pronunciato, un neo in prossimità della guancia sinistra…nel complesso non era perfetta ma con molto fascino.
Senza pensarci due volte allungo la mia mano dietro la sua nuca e la bacio…
Ding-dong…………ding-dong
“Arrivo, arrivo”. Si sente provenire dall’altro lato della porta.
Erik viene ad aprirci la porta…
La sua possente figura ci compare innanzi: aveva dei tipici tratti ariani.
Molto alto, biondo, occhi chiari, pelle chiara. Con una testa molto tonda adornata da una cresta. Una serie di piercing all’orecchio destro scintillavano dal suo viso.
“ Accomodatevi” disse aprendo la porta.
Noi entrammo.
Erik era a torso nudo; riuscivo a vedere il suo fisico ben scolpito.
Non riuscivo a spiegarmi come avesse quel corpo nonostante la sua vita dissipata…
Entrammo nel soggiorno.
Il divano al centro della stanza era il fulcro della casa.
Un divano a fantasia floreale che Erik aveva recuperato durante la spartizione dei beni di un partente morto.
I colori erano in prevalenza bianco e verde, ma erano ingialliti dal tempo.
Allo stesso modo erano ingiallite le pareti della casa.
Nessuno degli inquilini aveva la minima intenzione di ridipingerla; innanzi tutto con quel colore dava un effetto d’intimità; e poi Erik avrebbe finito per coinvolgermi nell’opera di restauro. Proprio come aveva fatto per trasportare il divano…
Il resto dell’arredamento era di poca importanza: una tv, un impianto hi-fi, qualche poster sulle pareti e un paio di poltrone rovinate.
Seduta sul divano c’era Stella.
“Ciao” saluta lei, facendo un timido cenno con la mano.
“Ciao, come và ?” domando io
“Bene grazie” risponde lei con voce leggera.
Stella aveva i capelli biondo platino, non molto lunghi, fino all’altezza del collo, pelle molto rosa ed imbottita di fard sulle guance. Occhi neri e viso molto rotondo per via di qualche chilo in eccesso. Spiccava del suo viso il porpora del suo rossetto.
Indossava una maglia molto aderente che metteva in mostra il suo generoso seno, una minigonna molto simile a quella d’Erika, calze viola e semplici scarpe da ginnastica ai piedi.
Non era molto loquace come ragazza, di rado esprimeva la sua opinione in un discorso, anzi aveva quasi paura ad intervenire.
Tutto ciò quando era sobria; infatti, era una gran bevitrice di birra e sotto l’effetto d’alcool subiva una certa trasformazione… (continua)



                                            By Kirby



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domenica 2 aprile 2006

La prossima volta una storia pulp...


Le scale della domenica (seconda parte)


Lasciatasi alle spalle gli odori del primo piano , Sara avanzava sempre più affamata verso il suo appartamento. Era arrivata al pianerottolo che separa il primo dal secondo piano. Salendo la prossima rampa , sarebbe arrivata al successivo piano…
Salendo le scale iniziò a sentire un odore intenso ma non disgustoso. In una frazione di secondo, Sara riconosce l’odore di carne arrostita Immediatamente. La sua mente inizia ad immaginare un’enorme grigliata di carne, la fiamma arde, il sangue sgorga , il fumo fuoriesce…
Se in quel momento un inquilino avrebbe visto la ragazza in quel momento, avrebbe pensato che stesse avendo una visione:
Immobile ad occhi chiusi sul pianerottolo, con un leggero sorriso d’estasi tra le labbra ed alcuni raggi solari ad illuminarle il viso…
Pochi attimi dopo la fantasia di carne era terminata, Sara si ridesta dal suo sogno; e con la sensazione di fame ritorna alla sua eroica impresa.
La nostra eroina ha superato metà del suo percorso. Il più sembra fatto pensa la ragazza mentre sale le scale per il terzo piano.
Per sua sfortuna un temibile ostacolo è in agguato…
Salendo, in tutta fretta, le scale che conducono al terzo piano, le orecchie di Sara sentono un rumore di passi.
Alza lo sguardo e vede una figura scendere le scale. In un attimo riconosce quella sagoma.
Con la sua andatura zoppicante, le sue flebili spalle, capelli grigi, occhiali spessi e con la voce acuta e stridula; non poteva che essere lei : la signora Formicola !
Appena l’ebbe riconosciuta, la ragazza si pietrificò, sapeva già cosa l’aspettasse.
Nemmeno il tempo di elaborare un piano che la signora nota la sua presenza.
“ Oh buooongiorno caaara” fece l’anziana donna.
“ Oh buongiorno” rispose Sara , facendo un sorriso d’occasione,
La signora scende immediatamente i gradini che la separavano dalla ragazza e incomincia a parlare…
La signora Formicola era la più chiacchierona del palazzo, chiunque cambiava strada se la intravedeva arrivare da lontano.
Incontrarla significava essere sottoposti ad un’estenuante somministrazione di parole; tra cui domande, e fatti superflui.
Dopo la possibilità di incontrare un serial killer, la signora Formicola era la cosa peggiore che poteva accadere per le scale.
Sara iniziò ad annuire e a rispondere in modo telegrafico alle domande.
Intanto pensava al pasto fumante che l’aspettava in tavola. Avrebbe voluto interrompre bruscamente la conversazione e volare a casa sua, purtroppo avrebbe rischiato di rovinare i rapporti di buon vicinato, poiché la chiacchierona abitava al suo stesso piano.
I minuti passano e lo stomaco di Sara inizia a brontolare. “E’ necessario trave una soluzione” pensa. “bisogna usare l’astuzia…”.
Sara interrompe bruscamente lo sproloquio della vicina, dicendo con modi ingenui : “ Cosa fa a quest’ora per le scale? Non dovrebbe essere a casa a preparare il pranzo ?”.
La signora Formicola ha un attimo d’esitazione, poi risponde “ Stavo appunto scendendo per andare a pranzo da mia figlia”.
Dopo un attimo di pausa aggiunge “ora che me ricordo, è meglio che vada , altrimenti potrei fare tardi…”. Detto questo la signora si congeda e scende le scale.
Sul volto di Sara è possibile scorgere un sorriso malizioso e un segno di vittoria; per poi subito riprendere la salita.
Arrivata al terzo piano, Sara inizia ad accelerare il suo passo. L’odore questa volta è il suo preferito. L’inconfondibile profumo di sugo di pomodoro, è il colpo di grazia. Lo stomaco reagisce brontolando fragorosamente.
La fanciulla ha l’impressione di non magiare da tre giorni.
Decide di iniziare a correre per non pensare a tutto quello che si può cucinare con il sugo di pomodoro…
Il suo corpo esile le permette di non fare molta fatica per arrivare all’agognato traguardo.
Arriva affannando alla destinazione. Il battito del cuore è accelerato.
Senza indugi estrae dalla sua borsetta le chiavi di casa e tutta tremante apre la porta.
“Tesooroo sono tornataa”. Dice con tono radioso.
La ragazza nota subito un anomalo silenzio.
“Tesoro ci sei ?”, domanda leggermente preoccupata.
Nella casa regna il silenzio.
Si aggira per le stanze fino ad arrivare alla cucina.
La tavola non è apparecchiata, nessun piatto fumante ad attenderla. Al suo posto un semplice bigliettino, con scritto:
“ LA NOSTRA STRORIA NON PUO’ CONTINUARE, TI LASCIO, IN SETTIMANA TORNO PRENDERE LE MIE COSE”


                      BY Kirby


                                


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