(Racconto scritto per il concorso “la lista della spesa” in cui si partiva da una lista prefissata di oggetti)
La lista della spesa
Il
signor Valdomarco aspettava da tempo questo momento. Aveva dribblato, il gas,
la luce, la tarsu, il canone tv, il telefono, l'assicurazione e le medicine per
la nonna; riuscendo a conservare poche decine di euro da spendere per sé. Come
un mantra visualizzava nella mente gli acquisti dei suoi sogni. Il pennello da
barba per sostituire quello vecchio, tutto spelacchiato e risalente al giorno
delle nozze. Il set di asciugamani morbidi al posto di quelli consumati e
rattoppati. Infine voleva il dopobarba alla fragranza di muschio, quel
piacevole odore che lo faceva sentire rinato come un cervo col nuovo palco.
Quando la vita è grama, solo nelle piccole cose si può trovare la felicità,
così la pensava Valdomarco e ripassava nei suoi sogni il copione della sua
giornata.
A
testa alta entra nella merceria per
farsi mostrare i migliori pennelli, fa il ruffiano come se dovesse convincere
il negoziante a vendere il pennello. Dopo una allegra conversazione acquista uno
dei modelli più economici.
La
suoneria del cellulare lo spinse fuori dal Nirvana. Sul display il nome di sua
moglie Maria, non gli preannunciava niente di buono. Quando rispose fu avvolto
da una spirale di urla e lamentele. Suo figlio Luigi aveva vandalizzato il
cortile del commendator Mambretti, noto politico locale. La polizia comunale
l'aveva preso e ora doveva rimediare al danno altrimenti il commendatore
l'avrebbe denunciato.
Maria
gli intimò di prendere carta e penne per annotare le cose da comprare. Vernice
gialla e chiodi per risistemare la staccionata. Bulbi di Tulipano per sostituire
quelli distrutti. Per la pausa pranzo del figlio, pane, prosciutto, aranciata e bicchieri di
plastica. Maria chiuse la telefonata senza aspettare replica.
Valdomarco
sconsolato imboccò la via per l'ipermercato.
Entrato
nel santuario un senso di tristezza lo assalì.
Non aveva più quella sindrome di inferiorità. Si dispiaceva per chi
negli ultimi tempi era sceso al suo livello. Una volta aveva riempito il
carrello per sentirsi alla pari degli altri fedeli, poi lo abbandonò senza
farsi notare. Ora la regola era cambiata, a vincere era chi acquistava di meno.
Chiunque riempisse il carrello era visto con sospetto, additato come evasore
fiscale, malavitoso o peggio ancora; amministratore pubblico. C'era una sola bibbia per i discepoli, che
dettava legge su cosa comprare, la rivista delle offerte. Camminava tra gli
scaffali consultando il sacro libro nella speranza di trovare qualche offerta
per la sua lista della spesa. Deluso, ripiegò le speranze nel carrello e
imboccò mogio il reparto delle vernici.
Osservò il secchio di vernice gialla con aria
di sfida. "Avanti prendimi" sembrava dirgli il secchio malefico.
Valdomarco lo guardò immobile, abbassò gli occhi e si arrese. Raccogliendolo vide il pennello indossare le
ali e migrare verso l'isola che non c'è. Davanti ai bulbi di tulipano,
l'asciugamano si era rinsecchita al sole e assunto la forma di dura e ruvida
carta igienica. In quel momento sentì la sua barba crescere con insolita
velocità e procurandogli un forte prurito. Si fermò per grattarsi poi continuò
la sua spesa. Mentre era al bancone degli affettati i suoi peli bianchi e
riccioluti assumevano dimensioni preoccupanti a tal punto da essere scambiato
per Babbo natale. Quando ebbe finito, la barba gli era arrivata a terra; per
poco non si attorcigliò alle ruote del carrello. Sembrava il conte di Monte
Cristo dopo mezzo secolo di prigionia. Ogni centimetro di quella barba gli
ricordava il suo fallimento e il carrello si riempì di pietre.
Lui
e gli altri minatori si avviavano sudati, stanchi e con la schiena piegata
verso la luce, l'uscita del tunnel.
L’altare per l’espiazione dei peccati era a
pochi passi da lui; ogni colpa era
sottolineata dall’occhio elettronico del
sacerdote e dal suo bip.
Valdomarco
in un lampo d’orgoglio staccò le mani dal carrello ed uscì dall'ipermercato
sorridendo, poi gettò il foglio della spesa perché la sua lista la conosceva a
memoria.
By
Kirby