domenica 30 giugno 2013

Pensiero del giorno

Pensiero del giorno: Quando muore uno scienziato, ci osserva da lassù. Le spalle di un gigante

By Kirby

sabato 22 giugno 2013

la lista della spesa

(Racconto scritto per il concorso “la lista della spesa” in cui si partiva da una lista prefissata di oggetti)



La lista della spesa

Il signor Valdomarco aspettava da tempo questo momento. Aveva dribblato, il gas, la luce, la tarsu, il canone tv, il telefono, l'assicurazione e le medicine per la nonna; riuscendo a conservare poche decine di euro da spendere per sé. Come un mantra visualizzava nella mente gli acquisti dei suoi sogni. Il pennello da barba per sostituire quello vecchio, tutto spelacchiato e risalente al giorno delle nozze. Il set di asciugamani morbidi al posto di quelli consumati e rattoppati. Infine voleva il dopobarba alla fragranza di muschio, quel piacevole odore che lo faceva sentire rinato come un cervo col nuovo palco. Quando la vita è grama, solo nelle piccole cose si può trovare la felicità, così la pensava Valdomarco e ripassava nei suoi sogni il copione della sua giornata.
A testa alta  entra nella merceria per farsi mostrare i migliori pennelli, fa il ruffiano come se dovesse convincere il negoziante a vendere il pennello. Dopo una allegra conversazione acquista uno dei modelli più economici.
La suoneria del cellulare lo spinse fuori dal Nirvana. Sul display il nome di sua moglie Maria, non gli preannunciava niente di buono. Quando rispose fu avvolto da una spirale di urla e lamentele. Suo figlio Luigi aveva vandalizzato il cortile del commendator Mambretti, noto politico locale. La polizia comunale l'aveva preso e ora doveva rimediare al danno altrimenti il commendatore l'avrebbe denunciato.
Maria gli intimò di prendere carta e penne per annotare le cose da comprare. Vernice gialla e chiodi per risistemare la staccionata. Bulbi di Tulipano per sostituire quelli distrutti. Per la pausa pranzo del figlio,  pane, prosciutto, aranciata e bicchieri di plastica. Maria chiuse la telefonata senza aspettare replica. 
Valdomarco sconsolato imboccò la via per l'ipermercato.
Entrato nel santuario un senso di tristezza lo assalì.  Non aveva più quella sindrome di inferiorità. Si dispiaceva per chi negli ultimi tempi era sceso al suo livello. Una volta aveva riempito il carrello per sentirsi alla pari degli altri fedeli, poi lo abbandonò senza farsi notare. Ora la regola era cambiata, a vincere era chi acquistava di meno. Chiunque riempisse il carrello era visto con sospetto, additato come evasore fiscale, malavitoso o peggio ancora; amministratore pubblico.  C'era una sola bibbia per i discepoli, che dettava legge su cosa comprare, la  rivista delle offerte. Camminava tra gli scaffali consultando il sacro libro nella speranza di trovare qualche offerta per la sua lista della spesa. Deluso, ripiegò le speranze nel carrello e imboccò mogio il reparto delle vernici.
 Osservò il secchio di vernice gialla con aria di sfida. "Avanti prendimi" sembrava dirgli il secchio malefico. Valdomarco lo guardò immobile, abbassò gli occhi e si arrese.  Raccogliendolo vide il pennello indossare le ali e migrare verso l'isola che non c'è. Davanti ai bulbi di tulipano, l'asciugamano si era rinsecchita al sole e assunto la forma di dura e ruvida carta igienica. In quel momento sentì la sua barba crescere con insolita velocità e procurandogli un forte prurito. Si fermò per grattarsi poi continuò la sua spesa. Mentre era al bancone degli affettati i suoi peli bianchi e riccioluti assumevano dimensioni preoccupanti a tal punto da essere scambiato per Babbo natale. Quando ebbe finito, la barba gli era arrivata a terra; per poco non si attorcigliò alle ruote del carrello. Sembrava il conte di Monte Cristo dopo mezzo secolo di prigionia. Ogni centimetro di quella barba gli ricordava il suo fallimento e il carrello si riempì di pietre.
Lui e gli altri minatori si avviavano sudati, stanchi e con la schiena piegata verso la luce, l'uscita del tunnel.
 L’altare per l’espiazione dei peccati era a pochi passi da lui;  ogni colpa era sottolineata dall’occhio elettronico del  sacerdote e dal suo bip. 
Valdomarco in un lampo d’orgoglio staccò le mani dal carrello ed uscì dall'ipermercato sorridendo, poi gettò il foglio della spesa perché la sua lista la conosceva a memoria.
 

By Kirby

sabato 15 giugno 2013

Binario Fantasma




Salgo e prendo posto. La signora stacca dalla valigia quell'adesivo che ti lascia l'aeroporto. Riesco a leggere "To Milan" prima che scompaia dalla mia vista. Nel vagone entra una mendicante tutta di nero e col bastone di legno. Ha il capo coperto ed è sdentata. C'è una ragazza che legge un libro. Ha una folta chioma riccia e nera. Di fronte a lei un uomo con una polo bianca, ha gli occhi all'infuori, sembra disperato. Un solo capello bianco che le scende dalla fronte. Distante dagli altri capelli, sembra ribellarsi all'uniformità, è un anticonformista.
Se il treno segue i binari, noi cosa seguiamo? Osservando queste persone ho capito che la nostra vita è mossa su due linee parallele: Doveri e Desideri. Il binario fantasma della vita
A una fermata sale un uomo con una polo arancione. Ha la faccia da tonto. La signora tiene la mano al ragazzino. L'uomo con la polo bianca è poggiato col gomito al finestrino con gli occhi chiusi e forse dorme. Una donna anziana, con il vestito a fiori, si alza pesantemente dal suo posto. La vedo ciondolare sulle sue caviglie gonfie verso l'uscita. Ulula con un lamento: "No Sorrento" a incauti turisti che stavano sbagliando treno poi scompare alla mia vista.
Sia, segui i desideri, sia segui i doveri, l'altro sarà sempre al tuo fianco. A volte sono falsi desideri e a volte ci illudiamo che siano falsi per paura di affrontare i nostri doveri; e viceversa. Come una lucida follia, per dovere o desiderio possiamo seguire binari morti. Perché l'importante è andare. Perché sei stolto se credi di arrestarti a riflettere. Il tempo non si ferma, scorre e tu sei su quel treno. Come diceva Renato Caccioppoli: quelli che si limitano saggiamente a ciò che pare loro possibile non avanzeranno mai di un passo.

Aggiungo io, non sai mai quando ci sarà il prossimo scambio fantasma.
By Kirby

martedì 11 giugno 2013

Gli errori della politica




La storia della politica italiana è una torre di Babele costruita sugli errori. Gli italiani non dovrebbero eleggere un loro rappresentante politico ma Gesù Cristo che al Governo compie il miracolo.
Ho imparato che gli errori in politica, spesso sono scelte causate da interessi personali. Gli errori si possono anche trasformare in orrori. La trattativa Stato-Mafia e l'omertà sulle stragi sono solo quelli più grandi e indelebili della nostra storia.   
Alle ultime elezioni politiche due sono stati gli errori cruciali. Il rifiuto di Grillo ad appoggiare un governo del Pd e poi il Pd stesso che non ha voluto appoggiare Rodotà per la presidenza della Repubblica.
La conseguenza di questi errori è dover ascoltare Brunetta (l'uomo più arrogante del ventennio berlusconiano) ripetere come un autistico che occorre trovare i soldi per abolire l'Imu.
 Il prossimo errore più grande e con le conseguenze più devastanti sarà votare ancora con il porcellum se dovesse cadere il governo.
Nei risultati amministrativi appena finiti, nel predominio dell'astensione, il più malconcio ad uscire è il movimento 5 stelle. Chissà se Grillo e i suoi estremi difensori capiranno che la politica è fatta di dialogo e accordi. Chissà se capiranno che gli elettori vanno ascoltati dopo essere stati eletti. Chissà se capiranno che incolpare i media e lanciare offese non è la scelta più saggia. Chissà se capiranno che senza accordi (e ricatti) non avranno mai la forza di imporre una loro legge nemmeno se fosse la migliore al mondo.
Chissà se gli errori di Grillo sono per inesperienza o per interessi personali.
 Pretendere di essere l'unica forza politica al governo è solo il sogno di una dittatura.   

 By Kirby