domenica 31 dicembre 2006


Cattivi pensieri



Come sono nervoso in questo momento, agitato, inquieto, come un adolescente lascio che la rabbia venga sfogata con questa scrittura di fine anno. Perchè ho così tanto bisogno di fare un resoconto di quest'anno? non lo so. Raro è che scriva di getto senza sapere dove andrò  a finire con questo post.  Stò regredendo, tutto ciò non porta a nulla.  Frasi sconnesse e pensieri smorzati, che non portano a nessun concetto. che sclero, vorrei che questo fosse l'ultimo capodanno che inizio in questo modo. Un odio verso tutti mi assale. Vedere qualcuno a cui poter nascondere il mio stato gioverebbe. Purtroppo se uscissi questa sera vedrei solo persone con cui sono sincero, e non nasconderei nulla, anzi peggiorei la situazione.



Descrivere tutto ciò che è accaduto quest'anno? a che serve?  Cazzate, cazzete, scrivo, non riesco nemmeno a concentrarmi su di un racconto da terminare...Sapevo che queste feste sarebbero state penose, e ora sono alla resa dei conti. Tutto è inutile, L'abitudine mi ha logorato, anche una ricorrenza annuale come questa mi sembra inutile. Vorrei avre un sogno da inseguire per poter scegliere di mollare tutto. Stasera è meglio rimaner soli, voglio rimaner solo, perchè tante persone allegre intorno a me peggiorerebbero solamente. Ora vorrei un cucciolo di cane da coccolare tutta la notte, accarezzarlo e farlo addormentere fra le mie braccia.



Parlo di me ? perche lo faccio ? tutto ciò è ridicolo...i miei pensieri stanno scorrendo più veloci dela scrittura ed è impossibile stargli dietro. Domani mattina mi sentiro meglio sicuramente, ma spesso , tristezza, malinconia, inquititudine sono mie fedeli compagne. chissà fino a quando continuerò cosi. Spero solo che , il prossimo capodanno rileggendo questo post riuscirò a farmi 2 risate



 By ...



LENTAMENTE MUORE

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un
sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della
pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere
vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice
fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicita'.

Pablo Neruda



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martedì 19 dicembre 2006


Dialogo del giorno: - Babbo il mondo è una merda



      - Guarda positivo, figliolo, serviremo da concime per un nuovo pianeta



                                              By Kirby



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domenica 17 dicembre 2006


SexAporter...è il titolo del libro che contiene un mio racconto. se lo aquistate , io non ci guadagno nememno un euro,  se percaso vi imbatterete in questo libro(aquistabile solo tramite internet)  il mio racconto è "occhi-di-ghiaccio"  www.nuoviaoutori.org



La sbronza (terza ed ultima parte)



Tornò nuovamente sul suo letto , con la differenza che ora c’era chi si occupava di lui.
La madre, lo sommerse d’attenzioni e lui ne trasse giovamento. Iniziò a sentirsi meglio per il semplice motivo di essere accudito. Nell’istante in cui provò questa sensazione, un brivido corse lungo la sua schiena. Vedendo la madre che si affannava per lui, comprese quanto fosse dipendente dal prossimo, e di non preoccuparsi delle conseguenze delle sue azioni…
In seguito fu nuovamente raggiunto da conati di vomito, questa volta però ebbe solo degli spasmi; non vomitò nulla.
Rimase abbracciato per alcuni minuti alla tazza, nell’attesa che quello scombussolamento fisiologico terminasse. Fece alcuni profondi respiri, e pensò a tutte le volte che era stato in quelle condizioni pietose; ai momenti in cui si era comportato in modo immaturo.
“Che cosa centra in tutto questo Clara?”, “Qual’è il motivo perciò si è allontanata?”, “perché non dovevamo rimanere in contatto?”, si chiese Jonnhy.
Quando iniziò a sentirsi meglio, uscì dal bagno. Ad attenderlo c’era il padre che domandò come si sentisse. Lui rispose che iniziava a sentirsi meglio.
Si sedette alla sua scrivania. Poggiò le mani sulla testa e le usò per mantenerla.
“Aveva paura di legarsi a me?”, “Il motivo?”. Cercò di mettere insieme i tasselli. Aveva avuto rimproveri per il suo modo di affrontare la vita.
Jonnhy, forse iniziava a capirci qualcosa.
“Forse, aveva paura di legarsi a me, perché mi riteneva un irresponsabile. Di conseguenza non vedeva in me una persona con cui dividere il proprio futuro; e se si fosse legata ulteriormente a me, poi sarebbe stato troppo doloroso separasi”.
“Perché non ha mai cercato di parlarmene?”
“ah giusto” disse nel silenzio della sua camera. Le volte che lei lo aveva rimproverato, aveva sempre evitato di intavolare una discussione.
“La mia ignavia mi è costata un amore” mormorò.
Provò fastidio per se stesso , avrebbe voluto cambiare, essere un altro. In una settimana non aveva nemmeno provato a contattarla. Aveva subito passivamente gli avvenimenti.
“ E ora ?” “Voglio cambiare ?” “ E poi in che modo ?””e possibile cambiare senza snaturare se stessi ?”.
Si morse le labbra. “Non è possibile cambiar se stessi in un giorno”
Mille dubbi cui nessuno poteva dar risposta
“Non berrò più, per affogare i problemi”. In cerca di certezze promise di non ubriacarsi più.
“E Clara ?”. La mente ricorre a lei. L’amava ancora. Non poteva lasciar correre ora che sapeva. Rimase in riflessione
Arrivo la sera. Jonnhy aveva dormito nuovamente. Al suo risveglio si sentiva accaldato e debole, ma per il resto sembrava tutto bene. Sul comodino accanto a lui un pacco di grissini e la confezione di pillole anti-vomito.
Aveva le mani dietro la testa, guardava il soffitto. Alla radio suonavano un pezzo degli anni settanta.
“Domani la telefono…cosa posso dirle…” “non lo so ancora” “ho tutta la notte per pensarci
“In fondo non posso cambiare in un solo pomeriggio”. Sorrise. 

              by  Kirby



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lunedì 11 dicembre 2006


La sbronza (seconda parte)



Jonnhy torna nella sua stanza ed accese la radio. Le note di una malinconica canzone dei Radiohead iniziano a diffondersi nell’aria. Sul tavolo , oltre alla radio ci sono libri universitari, appunti, e cd musicali sparsi.
Nel frattempo tornano a casa i suoi genitori. Il padre s’affaccia dall’uscio della porta e lo guarda dicendo: “Tutto bene?”.
Jonnhy con lo sguardo nel vuoto annuisce senza dir nulla; poi rimase nuovamente solo con i suoi pensieri.
Per la prima volta , quanto disse “Ti amo” a Clara, lo pensava veramente. Giorno dopo giorno era sempre più innamorato.
Dal giorno del rimprovero qualcosa cambiò; sempre più spesso capitava che Clara fosse distante, più s’avvicinava il loro anniversario e più erano le volte che era preoccupata.
Lui, in quei momenti provava a chiedere spiegazioni, ma le sue risposte erano sempre evasive: “Non preoccuparti”, “Passerà”.
S’era fatta ora di pranzo, il suo corpo era ancora provato, lontano dall’essere in piena forma; ciò nonostante, mangiò tutto quello che gli si pose davanti.
A fine pasto, tornò a stendersi sul letto, perché avvertiva ancora un senso di stanchezza.
Nel silenzio della sua stanza,pensò all’ultimo indizio a sua disposizione. Una settimana prima che si lasciassero fu accusato di non programmare il suo futuro, di vivere alla giornata, di fare in modo che gli altri si occupassero di tutto.
In quell’occasione, anche se Clara aveva esagerato con quelle affermazioni, lasciò cadere l’argomento, perché era già evidente il suo distacco e non voleva scaturire una discussione.
Nel ricucire i suoi ricordi s’assopì. Un sonno di breve durata lo attendeva, infatti, si risvegliò poco dopo con un giramento di testa.
Gli sembrò di essere ritornato a stamattina. Aprì gli occhi e vide tutto annebbiato, il suo corpo era ancora uno straccio. Provò a chiudere gli occhi, ma era amplificato il suo stordimento. Preferì per restar seduto sul suo divano letto a fissare il vuoto, mentre il suo stomaco iniziava a brontolare.
Continuò a pensare a suo primo amore, anche se era in quello stato. Un amore che gli era sempre stato ricambiato, fino a quando il meccanismo s’inceppa. Più s’avvicinava il loro primo anniversario e più era distante, come se avesse paura di legarsi a lui per un motivo che gli sfuggiva.
Un senso di nausea iniziò a farsi avanti accompagnato da leggeri dolori addominali.
“Forse mi verrà da vomitare” pensò. I dolori si fecero sempre più acuti ed iniziò a sudare. Quando capì che era arrivato il momento , corse in bagno senza dir nulla e vomitò il pranzo nella tazza.
Nel cammino di ritorno per la sua stanza lanciò una rapida occhiata alla cucina: il padre guardava alla tv un programma sul calcio e la madre lavava i piatti.
Accasciatosi sul letto come un sacco di patate, provoca il cigolio del letto.
Chiudendo gli occhi ha la sensazione che il suo corpo giri su se stesso.
Dopo la sosta in bagno, era ancora più a pezzi di prima. Antichi dolori gli tornano alla mente, quelli della sua precedente sbronza; in quel caso la causa scaturente fu la triplice bocciatura ad un esame.
Iniziò a ragionare su se stesso. Ogni volta che qualcosa non andava per il verso giusto si rifugiava in una in una gran bevuta per affogare tutto. Era il suo modo di affrontare i problemi. Sicuramente non era il metodo migliore per un ragazzo di 25 anni, ma era il suo modo di affrontare la vita.
In fondo aveva la testa sulle spalle, ma in situazioni critiche si lasciava andare, comportandosi anche in modo immaturo; se suo padre avesse saputo che aveva lasciato guidare l’auto ad un amico senza patente, lo avrebbe falciato.
Non pensava mai al futuro, come sosteneva Clara ? In parte era vero; frequentava l’università, e per il momento gli bastava questo, non si preoccupava cosa avrebbe fatto dopo. Perché avrebbe dovuto ? C’era sempre chi si preoccupava per lui…
Passarono i minuti e le sue condizioni di salute erano stabili, in altre parole uno straccio completo. Immagina tutto il macello che aveva nello stomaco, i suoi succhi gastrici che impazziti lottavano quello che era rimasto del pranzo. Rimase in uno stato di dormi-veglia fin quando ricomparve il senso di nausea.
“Porca miseria” pensò; sapeva cosa l’aspettava fra poco.
Senza fiatare , nel momento cruciale, ritorno in bagno, e tirò fuori il resto del pranzo.
Fino ad allora aveva deciso di nascondere il suo malore, poi incrociando sua madre, rivelò tutto senza pensarci due volte… (continua)



                                    By Kirby
                          



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giovedì 7 dicembre 2006


Una storia seria con cui ho partecipato ad un concorso ma non ho ottrnuto nulla...



La sbronza(prima parte)



- Grazie per avermi fatto da autista
- Di niente figurati.
Con la mano incerta, infilò la chiave nella serratura e chiuse l’auto, poi barcollando leggermente imboccò la strada verso casa. Entrò nel suo palazzo urtando con la spalla il cancello d’entrata; nonostante fosse di ferro non emise un singolo lamento.
Nella sua mente non c’era traccia d’alcun pensiero; a testa bassa si concentrò a salire le scale nel modo più rettilineo possibile. Aprì la porta di casa, ed entrò. Si mosse nel buio agilmente, anche se era in quello stato. Tutto quello che fece in quel momento fu infilarsi il pigiama e sprofondare pesantemente nel suo letto. Chiuse gli occhi e un forte giramento di testa venne a dargli il bacio della buona notte, stanchezza e alcool nel sangue fecero il resto, cadendo in un sonno profondo…
Un istante dopo, era mezzogiorno. La luce del sole che batteva sulle sue palpebre, lo destò. Era tutto rintronato, la sua testa girava ancora, la sua bocca era tutta impastata e la saliva aveva un sapore disgustoso.
Pian piano il puzzle di pensieri iniziava a comporre.
La sera prima s’era preso una bella sbronza bevendo whisky
Cosa aveva fatto tutta la serata ? Questa parte è vaga. Era vicino ai suoi amici, ma cosa avesse fatto tutto il tempo lo ignorava completamente.
La sua memoria ha iniziato a funzionare verso9 la fine della serata.
Com’era tornato a casa dato che non era stato in grado di guidare? Giusto, aveva fatto guidare la sua auto da Peppe, che non ha nemmeno la patente.
In questi giorni era molto inquieto, spesso di pessimo umore. Un senso di fastidio lo accompagnava giorno dopo giorno così aveva deciso di ubriacarsi, ed era riuscito nel suo intento. Quando era in quello stato, scattava nella sua testa un meccanismo d’auto-lesionismo.
Ora il suo corpo era immobile nel letto , era intorpidito, e stava scontando il post sbronza.
Allungò lentamente il braccio ed afferrò il cellulare poggiato sul comodino. Telefonò ad un suo amico che era presente ieri sera:
- Ciao, sono io, come va ? … si sono ancora vivo per fortuna.
Si fece raccontare tutto quello che non ricordava poi congedò l’amico.
Quando posò il cellulare per la prima volta in quella giornata i pensieri, si rivolsero a Clara.
Era trascorsa una settimana dall’ultima volta che la vide. Non occorreva scomodare Freud per capire che la causa della sua recente inquietudine era lei.
Pensava all’ultimo bacio che si erano dati, alle parole con cui l’aveva lasciato…
La sua vescica , nel frattempo, si fece sentire, costringendolo ad andare in bagno controvoglia.
Pose i piedi per terra, e rimase seduto nel letto per alcuni minuti, per dare tempo al corpo di abituarsi; nel frattempo la vescica cominciava a procurargli dolori pulsanti.
In modo scomposto, e reggendosi alla spalliera di una sedia, intraprese il cammino verso il bagno. Accese la luce, abbassò i pantaloni e mentre faceva pipì, rivolse lo sguardo verso lo specchio. Emise un suono di disapprovazione nel vedere il suo viso riflesso: viso pallido, occhiaie e barba incolta. Quell’aria sfatta lo disgustava.
“L’alcool fa proprio male” pensò.
Lavatosi il viso, uscì dal bagno e mestamente si recò in cucina. Il suo stomaco brontolava; per placarlo iniziò a trangugiare biscotti. Era seduto sul tavolo, come faceva, a fissare il vuoto; il rumore della sua masticazione si diffondeva nel silenzio.
In pochi minuti aveva ingerito una decina di biscotti. Nel frattempo iniziò ad immaginare il cibo che masticava nella sua bocca, poi la scesa lungo l’esofago , e la poltiglia che pian piano riempiva il suo stomaco. Quando ebbe finito avvertì strani rumori provenienti da quest’ultimo; sentiva che i succhi gastrici erano ancora in subbuglio.
Seduto su quel tavolo rimembrò Clara: “Forse è meglio non vederci più” disse lei per congedarsi.
Quella sera sapeva che stava correndo il rischio di perderla, ma era tranquillo, avrebbe fatto qualche battuta idiota per rompere il ghiaccio, e lei si sarebbe sentita a suo agio. L’importante era rinsaldare il loro rapporto. Quello che accade purtroppo non era nei suoi piani. Clara fu molto distante per tutta la serata; un’aria di gelo regno per tutto il tempo. Sotto il portone di casa sua, un’arringa per salutarlo per sempre : “ Forse è meglio non vederci più” “Non sono in grado di continuare questa storia” “ Non voglio legarmi a te” .
“Perché?”, “In che senso?”.
Clara sembrava non ascoltare le domande e continuava imperterrita: “Forse non sei la persona giusta per me”. Quelle parole gli rimbombarono nella mente
“Non rimanere nemmeno in contatto sarà la cosa migliore”. Quella sera non ebbe nessuna risposta. La possibilità di controbattere gli fu negata. Dopo un tiepido “ciao” Clara sparì per sempre dalla sua vita.
Jonnhy sapeva dentro di lui che le risposte non aveva avuto quella sera, le doveva ricercare nei suoi atteggiamenti dei giorni precedenti.
Tra pochi giorni sarebbe stato il loro primo anniversario. In un anno mai un litigio, mai una discussione accesa, sempre in armonia perfetta.
Il primo sintomo accadde circa un mese fa: Clara era soprappensiero e lo rimproverò di essere un ignavo privo d’obiettivi. ...(continua)



                By Kirby



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domenica 3 dicembre 2006


Questo è un periodo strano( tanto che ritorno a parlare di me), ho bisogno di capire, ho bisogno di crearmi speranze per..., ho bisogno di crederci. Una canzone accompagna quasi in modo ossessivo le mie giornate (ascoltandola, mi commuovo, un turbine di pensieri mi raggiunge), ho iniziato ad ascoltarla sempre più, ora è una di quelle che amo, ed l'ho legata a me con una promessa...il testo poi, è quanto di più idoneo è possibile, leggendolo l'ho caricato di significati (grazie a kekko per la traduzione)



RELEASE by Anathema



Seeing is believing but I don't want to know
walk on through the wasteland I just can't let go
face down I just break down when I see you cry all the
time (sometimesssssssss)



Hold on please hold on to me tempt fate release escape



Someone now is screaming as the flames fly high
think now that we're lost here and we don't know why
face down I just break down when I see you cry all the time



Hold on please hold on to me tempt fate release escape



Behind those grey and lonely eyes
unforgotten by time
reality is dawning
our spirit is awakening
and somewhere in the hurricane
hope is waiting
crying in the distance
and calling out your name



(trad) RILASCIAMI



vedere è credere, ma non voglio sapere
passeggio tra le terre desolate, non posso lasciar correre
a testa bassa, viene da spezzarmi quando ti vedo piangere sempre



Agrappati, ti prego aggrappati a me, tenta il fato, Rilasciami, fammi fuggire



Qualcuno adesso sta piangendo nel guardare le fiamme alte nel cielo
Pensa che siamo persi qui e non sappiamo il perchè
a testa bassa, viene da spezzarmi quando ti vedo piangere sempre



Agrappati, ti prego aggrappati a me, tenta il fato, Rilasciami, fammi fuggire



dietro questi occhi grigi e soli
imperdonati dal tempo
la verità sta sorgendo
il nostro spirito si sta svegliando
e in qualche parte dell' uragano
la speranza aspetta
urlando distante
e chiamando il tuo nome



   BY Kirby



 


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giovedì 30 novembre 2006


 Pensiero del giorno: Incrosta il tuo cuore, proteggilo dalle freccie della famiglia, dell'amicizia, dell'amore... solo così diverrai invulnerabile; ma non avrai nulla per cui vivere



                                by Kirby



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mercoledì 22 novembre 2006


La questione dio (seconda parte)



Fidelio alzò il braccio e prese la parola: Bene, passiamo al prossimo oratore. E’ il turno d’Esopo.
Esopo: Di dio c’è n’è solo uno…
Groucho: (intromettendosi nella frase)…e tutti gli altri son nessun hahahah
Fidelio: (poggiando una mano sulla fronte, con fare sconfortato) Groucho, per favore la smetti di dire idiozie. Prego Esopo, continua pure
Esopo: Esiste un solo dio, per sua sfortuna. Tutto solo nell’universo , non ha nessuno che può fargli compagnia. A guardare per l’eternità pianeti e stelle ci si annoia. Non potendo creare un altro dio, ha creato delle forme di vita minori. Ha gettato così il seme della vita su alcuni pianeti. Anche se è dio, anche lui è soggetto alle leggi della fisica e della chimica, quindi ha dovuto scegliere specifici pianeti per farlo.
Iris: poverino, così onnipotente eppur così solo
Groucho: Un genio incompreso…ahhaha
Fidelio: Quindi noi siamo stati creati per scopi ricreativi ?
Esopo: Esattamente, siamo la televisione di Dio, ed ogni pianeta su cui è stata creata la vita, corrisponde ad un canale televisivo.
Iris: Quest’ipotesi mi sconvolge; essere stata creata solo per essere guardata mi provoca imbarazzo, e come se dovessi avere sempre un aspetto presentabile.
Groucho: non preoccuparti con tutte le ragazze che esistono sulla Terra figurasi se guarderebbe te (sogghigno)
Iris: Screanzato!
Zora: Questo dio ha creato semplicemente la vita sui pianeti o ha fatto in modo che si evolvesse in stadi superiori come gli esseri umani?
Esopo : … (con fare indeciso) dunque… credo che abbia creato semplicemente le basi per la vita, in modo che abbia potuto…godersi lo spettacolo dell’evoluzione (tira un sospiro di sollievo)
Fidelio: deduco, che anche in questo caso i concetti di bene e male…
Esopo: Si, concordo con Zora. Il bene e il male sono concetti concernenti la società umana, dio è solo uno spettatore e non giudica.
Groucho: magari, in altre società extraterrestri il concetto di male ha altri significati come ad esempio mettersi le dita nel naso…
Amalia: Sempre che gli extraterrestri abbiano il naso…
Groucho:.. effettivamente…
Fidelio: (con tono infastidito) Mi spiegate per quale motivo si finisce sempre per parlare d’extraterrestri? Ho capito, la prossima riunione verterà su quest’argomento, ora ne prendo nota..( scrive sul foglio di carta).
(dopo una breve pausa) Esopo, hai altre nozioni in merito al tuo dio?
Esopo: Credo che abbia l’aspetto di un buco nero, però di colore variabile, sì teletrasporta automaticamenete da un pianeta all’altro per passare il tempo.
A volte guardandoci, prova malinconia, perché lui è tutto solo nell’universo e noi, invece, siamo tutti uniti e felici sul nostro pianeta.
Fidelio: (a testa bassa) Mica tanto… (continua)



            By Kirby







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mercoledì 15 novembre 2006


Pensiero del giorno : Alziamoci dalla sedia e facciamo sentire la nostra voce, scattiamo dalla poltrona e facciamo valer i nostri diritti, solleviamoci dal divano e rivoluzioniamo il mondo; però prima vediamo cosa possiamo fare restando stesi nel letto...



                                        By Kirby



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domenica 5 novembre 2006

Desiderio della notte: Venderei l'anima per ritornare al primo maggio...
                                                               
                              By Kirby
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mercoledì 1 novembre 2006


Pensiero del giorno : Scrivere è come scopare, bisogna avere la predisposizione mentale per aver voglia di farlo



                       by Kirby



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giovedì 19 ottobre 2006


Quando la salute di qualcuno molto vicino a te subisce uno sbandamento, si ha la sensazione che il terreno sotto i piedi inizia a mancare. Si è impotenti, sbattuti a destra e sinistra come un barca in mezzo ad una tempersta. Non puoi far nulla , solo sperare che torni il sereno...



15/10/06 un pomeriggio orrendo da non dimenticare



                                            By Kirby



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sabato 7 ottobre 2006


Questo blog compie 2 anni, un "grazie" a tutti quelli che hanno visitato il sito e letto le mie storie.



Se c'è qualcuno che segue abitualmente il sito, avrarà notato che ho parlato di me stesso  più spesso rispetto al passato;usandolo come un normale blog...



In questo periodo sono impegnato a scrivere un racconto per un con concorso, che publicherò a tempo debito (sempre che riesca a trovare l'ispirazione per finirlo  )



Auguri a me e ancora grazie



Pensiero del giorno : Sono impegnato nella ricerca di me stesso...qualcuno ha un GPS da prestarmi ?



                                                 By  Kirby



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sabato 30 settembre 2006


Ciao Maria



Una delle mie frasi preferite è: “Non piangere, non indignarti, ma cerca di capire”.
Vorrei capire su quali basi si fondano le motivazioni del governo bielorusso ad aver agito in questo modo.
Maria (alias Victoria) è una di quelle bambine sfortunate che trascorrono la loro infanzia in centri d’accoglienza; d’origine bielorussa, era ospitata in Italia presso una famiglia (i coniugi Giusti) per alcuni periodi dell’anno, grazie a quei programmi d’affidamento internazionale.
Grazie all’interesse autonomo delle famiglie d’accoglienza, Maria era riuscita ad incontrare il suo fratello maggiore, del quale non aveva nessun ricordo.
Recentemente il caso di Maria è salito agli occhi dell’opinione pubblica perché i coniugi Giusti avevano nascosto la bambina, rifiutandosi di farla rimpatriare giustificandosi col fatto che la piccola non voleva ritornare nell’istituto in cui risiedeva perché aveva subito degli abusi, e ritornandoci avrebbe potuto subirne degli altri.
Maria era stata nascosta presso un convento di monaci, in Valle d’Aosta.
La Bielorussia ha richiesto il rimpatrio immediato di Maria. Il tribunale dei minori di Genova ha dovuto decidere della sua sorte. Quest’ultimo, con un provvedimento esecutivo, si è espresso a favore del rimpatrio.
“Giustamente”, senza aspettare la sentenza d’Appello, la piccola è stata prelevata dalle autorità bielorusse e riportata a “casa”.
Portandoci le immagini del padre d’affido che s’indigna dicendo: “Questa non è una repubblica, ma una dittatura, la straziante immagine della moglie che parla piangendo, ed un diplomatico della Bielorussia che ci rassicura affermando che la piccola è serena ed è in buone condizioni; trovandosi ora in un nuovo istituto.
Le motivazioni del governo bielorusso, sull’immediato prelievo sono state:
1 Far prendere alla piccola un po’ di respiro
2 Riprendere le cure mediche per un disturbo alla pronuncia cui è affetta
3 Farla rincontrare col suo fratello
Peccato che queste motivazioni sono facilmente smontabili, a parer di tutti.
1 Per evitar il minor stress alla piccola, non era più semplice farla rimanere nell’istituto italiano dov’era attualmente accolta, evitando di portarla in uno nuovo e avendo la possibilità di incontrare i coniugi Giusti?
2 Le cure mediche non era possibile farle effettuare da medici italiani?
3 Strano, molto strano, che fin ad ora il governo non si era minimamente preoccupato di far ricongiungere Maria con suo fratello, e se non era per l’interesse delle famiglie d’affido ciò non sarebbe mai avvenuto.
Ho l’ingenuità di pensare che uno Stato ha come fine quello del benessere del proprio Popolo. Il rimpatriare forzatamente una bambina che ha minacciato di uccidersi se sarebbe tornata in quell’istituto non mi sembra la scelta più saggia.
Il dubbio che le azioni del governo sono dettate dall’esigenza di chiudere la questione il più in fretta possibile, facendo sorvolare sulle probabili attività di abuso che si hanno in questi istituti (e non sarebbe certo la prima volta), rimane.
Una volta una ragazzino bielorusso si uccise perché alla famiglia in affido (d’origine spagnola) le fu negata la sua adozione. Lunedì la sentenza d’Appello, e intanto i coniugi Giusti si sono rivolti alla Corte Internazionale.
Ciao Maria, spero che tu possa ritornare di nuovo in Italia.



                                                   By Kirby



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martedì 26 settembre 2006


Più che un racconto questo sembra il copione di una commedia teatrale



Spero vivamente in un analisi critica da parte di qualche avventore del sito



La questione Dio (prima parte)



Premessa: Lo Schiaccianoci è una associazione dove si riuniscono (presunti)pensatori,filosofi, intellettuali e geni che discutono in ogni riunione di un particolare tema con l'intenzione di schiacciare i dubbi a riguardo...



I protagonisti sono: Zora, Esopo, Fidelio, Groucho , Amalia, Iris
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In una stanza dalle pareti dipinte di porpora, prive di decorazioni, ad eccezione di un pannello luminoso in cui appare la carta geografica dell’intero pianeta Terra, entrano sei persone . Le prime cinque (tre ragazze e due ragazzi) indossano un mantello violaceo privo di decorazioni. L’ultima persona (un ragazzo) ad entrare indossa un mantello color blu cobalto con alcuni merletti dorati che delimitano i bordi. Tutti occupano posto al tavolo di vetro avente forma rotonda situato al cento della stanza. Sul tavolo sono presenti una risma di fogli di carta, una clessidra, ed un barattolo con alcune penne all’interno.
Dopo che tutti si sono seduti, la persona con il mantello blu, prende parola

Fidelio: Buonasera, siamo qui per la dodicesima riunione dell0 Schiaccianoci .Quest’oggi il compito di moderatore è del sottoscritto. Il mio nome è Fidelio. L’argomento che tratteremo è : “La questione dio ?”
Il membro cui spetta aprire le danze oggi è Zora. (dopo aver pronunciato queste parole, Fidelio prende carta e penna ed inizia a prendere appunti).
Zora: Buonasera. La mia idea sulla questione dio è di tipo politeista. Attenzione però, non che sulla Terra ci siano vari dei. In pratica ogni pianeta del sistema solare ha il proprio dio.
Ciascuno di loro coltiva il proprio pianeta come un orticello. Attualmente solo il nostro ha deciso di porci la vita. Non sono in grado dire se in passato gli altri lo hanno fatto, o se in futuro faranno…
Groucho: Magari sono troppo pigri , e preferiscono grattarsi la pancia, piuttosto che giocare a fare i “creatori”.
Amalia: Magri preferiscono compiere altri fenomeni sui loro pianeti, per fare altri studi
Esopo: Compiere studi ? Se sono degli dei dovrebbero sapere tutto, e sarebbe inutile compiere studi per loro
Zora: Appunto, il motivo per cui non esiste vita sugli altri pianeti è riconducibile alla diversa personalità degli dei. Non creano vita perché hanno altri interessi, oppure non è nei loro piani, o ancora, è stata creata e successivamente si è estinta.
Sono convinta, inoltre, che, interagiscano tra loro.Si riuniscono sul Sole e discutono, si scambiano idee, e forse giocano pure. Escludo, poi , i concetti d’inferno e paradiso, inventati dall’uomo stesso per crearsi una giustificazione affinché abbia un comportamento corretto.
Fidelio: (alzando la mano per accennare una domanda) Sarei interessato nel sapere se gli dei sono presenti solo nel nostro sistema solare o anche in altri
Zora: (pensandoci un po’ su) Il nostro sistema solare non ha niente di diverso dagli altri, per cui, ciascun pianeta di qualsiasi ha il suo dio.
Groucho: Contando tutti i pianeti che ci sono…questa è senz’ombra di dubbio la teoria più politeista che abbia sentito…



 Zora: Deduco inoltre che è possibile esserci la vita su altri pianeti, basta semplicemente che il dio in questione abbia la “volontà” di farlo…
Iris: (con fare timido e voce fioca) Quale potrebbero essere le sembianze di questi extraterrestri ?
Fidelio: Per favore Iris, cerchiamo di attenerci all’argomento del giorno…
Zora: Scusa Fidelio, rispondo in un attimo. Le loro sembianze potrebbero essere le più disparate, ma anche uguale a noi; infatti, assumendo che un dio può tutto, possono comunicare tranquillamente due dei di galassie diverse, per darsi reciproca consulenza. Quindi , è possibile che un dio abbia popolato il suo pianeta come il nostro dio.
Esopo: Oppure il nostro dio ha copiato da qualcuno il progetto.
Zora: Si, anche questa è un ipotesi
Amalia: Se questi dei, sono in grado far tutto, perché nessun cerca di prevalere sull’altro , magari per conquistarne altri pianeti ?
Zora: A che scopo? Ognuno si accontenta del suo pianeta, vivendo in pace; e poi rischierebbero di far scoppiare una guerra intergalattica che li potrebbe distruggere tutti; sono saggi perciò sono dei…(continua)

                         by Kirby


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martedì 19 settembre 2006


Pensiero del giorno: Un brindisi per le sconfitte, che renderanno più gloriose le vittorie



                                                          By Kirby



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mercoledì 13 settembre 2006


The system must go on



13 settembre 2006, Televideo rai, pagina 151 : Autobomba a Baghdad 22 morti, 46 feriti…
A breve saranno passati 5 anni dall’inizio della guerra in Iraq che, anche se è stata ufficialmente chiusa; ufficiosamente continua a mietere morte e distruzione.
Ho rivisto il fil-mdocumentario di Michael Moore: Fahrenheit 9/11 (se non l’avete visto; fate un favore a voi stessi e guardatelo); un inchiesta su eventuali colpe dell’amministrazione americana sui fatti dell’undici settembre 01, e le due guerre che ne sono scaturite.
Nel documentario sono messi in evidenza i rapporti che esistevano tra la famiglia Bush e quella di Bin Laden; e come quest’ultimi hanno potuto lasciare tranquillamente l’America dopo l’11 settembre, su come i paesi arabi siano un importante socio d’affari americano. Moore mette la pulce nell’orecchio quando parla dell’operazione di terrore fatta dai media americani per tenere sulle spine i cittadini. Aiutando Bush a raccogliere consensi dal popolo, poiché si prodigava tanto per la sicurezza nazionale. Infine, menziona la guerra all’Iraq gettando ombre e perplessità sui reali motivi del conflitto, e su come aziende americane guadagnino su questa guerra.
Non sono qui a dire “C’era chi sapeva dell’attacco alle torri gemelle, e non ha fatto nulla per impedirlo”. “La guerra in Iraq non è un conflitto per la libertà e la sicurezza mondiale”. Queste verità sono in giro da anni. Il segreto di questa guerra è possibile condensarlo in una frase che disse un economo in tv. “L’america iniziò a trovare scomodo Saddam Hussein, quando quest’ultimo iniziò a pensare di utilizzare come moneta di scambio per i barili di petrolio, l’euro al posto del dollaro…”.
Col senno di poi, ciò che più mi disarma, e costatare che qui non cambia mai niente.
Innanzi tutto, anche se il film di Moore fu mandato nelle sale nel periodo elettorale,visti i risultati, sembra non influì più di tanto il risultato elettorale.
Questo è spiegabile perché è solo un film, e l’utenza che ha ricevuto è bassissima rispetto a quella dei network televisivi e degli altri media. Tanti americani plagiati vivono nell’ignoranza che Bush ha “fatto la cosa giusta”. Chissà quanti soldati americani in Iraq, sono a conoscenza del fatto che con il loro operato stanno proteggendo il “sistema” e non la loro patria.
Io, ormai, non sono meravigliato più da nulla: credevo che dopo le innumerevoli volte che Berlusconi era finito in primo piano per le sue leggi a hoc, per le sue innumerevoli figuracce,per la partecipazione alla guerra in Iraq che nessuno voleva, il suo partito avrebbe avuto il minor possibile di voti. Niente di tutto ciò; a significare che le persone che non s’informano sono troppe. Troppi vivono la loro senza a badare a quello che succedere fuori la propria porta.
In questo mondo occidentale che ha guerre alla sua destra e alla sua sinistra, se nessuno muove un dito, nemmeno per sfogliare un quotidiano per informarsi, com’è possibile far qualsiasi altra cosa ?
Ritorno alla mia vita d’occidentale integrato nel sistema…ricordando che la vittoria della volontà popolare è possibile se si uniscono le forze, basti pensare all’abolizione in Francia per una legge sul lavoro; grazie ad una protesta partita dalle università ma poi espansa a macchia d’olio.



                               By Kirby



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lunedì 11 settembre 2006


Pensiero del giorno: Quando passi tutta la notte sveglio , da solo, a divertirti e star bene con te stesso non puoi far altro che essere amico della solitudine...



        By Kirby



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lunedì 4 settembre 2006


La prossima vollta qualcosa di più scanzonato, solo leggermente blasfemo



Il bacio (terza ed ultima parte)



Ritornai alla “galleria d’arte”. Il tizio al pianoforte stava suonando un’aria di Chopin.
Il pubblico presente sembrava impassibile alle dolci note che si propagavano nell’aria.
Cercai con lo sguardo Erika. Stava parlando con la ragazza-drugo dal nome impronunciabile.
Mentre mi avvicinavo a loro, pensavo all’argomento su cui discorrevano.
Politica ? Sport ? Musica ? M’avvicinai fino a poter sentire le loro parole…
- Molto bello il tuo corpetto bianco, dove lo hai comprato ? Domandò Erika
- No, lo ha cucito una mia amica, su misura. Rispose lei.
- Credi che potrebbe cucire qualcosa di simile anche per me ?
- Ma certo.
Ero arrivato vicino a loro giusto per ascoltare queste frasi, mentre le osservavo in silenzio, un sorriso mi si stampò sul volto. “ Le ragazze sono sempre le ragazze “ pensai .
Erika notò il mio cambiamento d’espressione : “ Cosa c’è ?” Domandò.
- Niente , niente ero semplicemente soprappensiero. Mi affrettai a rispondere.
- Conosci Shahraza’d ?
- Solo di vista…piacere Nemo. Le strinsi la mano.
- Piacere mio
- Shahraza’d, un nome orientale, lo sono, forse , i tuoi genitori ? Domandai con viva curiosità
- No , assolutamente. A diciotto anni ho cambiato il mio nome, all’anagrafe, con questo
- Qual’era il tuo vecchio nome ?
- No, non esiste più, forse non è mai esistito, ho tagliato con il passato…
Del dire queste parole i suoi occhi si illuminarono,e con una sorta di patriottismo continuava a rispondere alla mie domande
- Allora questo nuovo nome da dove è uscito ?
- Questo è il nome della protagonista del libro “Le mille e una notte”. Un libro che ho letto nella mia vita passata.
- Cosa ha di particolare questa ragazza ?
- Era una schiva dello sceicco condannata a morte, con la sua astuzia e i suoi racconti, si salva dal suo destino e diverrà sua sposa.
In genere, quando qualcuno inizia a far dei discorsi troppo seri stempero l’atmosfera con qualche battuta; ma non in quel caso. Ero rimasto colpito da quelle parole e soprattutto nel modo in cui le aveva dette. Strano , come basti poco per avere rispetto di una persona, inoltre capii che lei era dotata di notevole carisma…
Continuammo a parlare per un po’ di tempo, nel frattempo si erano uniti altri due segugi che sbavavano per Shahraza’d. Ad un tratto volsi lo sguardo al banco degli alcolici e incrocia gli occhi con Ivan. Ritornarono alla mia mente le sue parole…
Cosa c’era tra me ed Erika, la amavo, lai mi amava ?. Non m’ero mai preoccupato di queste questioni, sono sempre andato avanti senza dar peso cosa facessi…maledetto bastardello che mi aveva messo la pulce nell’orecchio.
Nel frattempo il pianista era cambiato, ora c’era un tizio che suonava musica composta da lui. Una musica gradevole molto “chill out”. Lascia che la musica mi desse l’ispirazione. Decisi di dare una scossa alla situazione.
- Scusate un attimo. Lasciai il gruppetto e mi diressi verso gli aperitivi, avendo solo una vaga idea del da farsi.
- Dammi quella bottiglia di “Jack Daniel” ho intenzione di ricambiarti il favore. Dissi vicino al bastardello.
Senza fiatare eseguì l’ordine. Afferrai avidamente la bottiglia, finalmente potevo nutrirmi d’alcool nel modo in cui più preferivo; senza bicchiere e attaccandomi la bottiglia alla bocca. Guardai con fierezza il mio trofeo, poi eseguii alcuni gran sorsi. Il liquido scorse veloce nella mia gola, e l’operazione terminò in brevissimo tempo.
Riconsegnai la bottiglia. In breve tempo un calore fluì lungo il mio corpo per arrivare al cervello, cosicché riuscii a vedere la strada da seguire.
- Dopo devi seguirmi al piano di sopra e goditi lo spettacolo. Dissi rivolto al cameriere .
Ritornai dal quartetto e chiamai in disparte Erika
- Senti, ci sono della invitanti camere al piano di sopra…perché non andiamo a dare un occhiata ?
Lei emise un candido e tenero “Va bene”, poi fece un sorriso che le mise in evidenza le sue fossette.
Diedi un bacio sulla sua guancia, la presi per mano e ci dirigemmo verso le scale.
Nel voltarmi un attimo, mentre salivo le scale potei vedere l’amichetto di Erika che ci si mosse per seguirci. Voltai nuovamente la testa in direzione delle scale , ed incrociai Vincent che scendeva con la sua ragazza.
- Qual buon vento! Disse col suo smagliante sorriso – Andate ad ammirare il panorama al piano di sopra ?
Erika non rispose.
- Si, si certo. Risposi io
- Vi piace il mio party ?
- Molto carino, è venuto bene. Intervenne Erika
- Mi fa piacere, allora a dopo. Disse in modo affabile e andò via.
Salimmo le scale, ed entrammo nella stanza in fondo al corridoio sulla destra.
Era una stanza degli ospiti, tutta in ordine, forse era un bel po’ di tempo che non era usata. Un letto singolo, una scrivania ,una poltrona…
Mentre lei si accomodava ed accendeva la luce sul comodino, ebbi l’accortezza di socchiudere semplicemente la porta.
Osservai la stanza e mi concentrai sul divano che era vicino alla parte destra rispetto all’entrata.
Feci cenno ad Erika di venire da me. Le sussurrai all’orecchio qual’era il mio desiderio in quel momento. Poi le diedi un lungo bacio.
Nel silenzio della stanza, si sentì solo il rumore dei miei pantaloni che stavo abbassando. Un attimo dopo ero seduto sulla poltrona, con Erika inginocchiata davanti a me ad esaudire la mia richiesta. Ora nella stanza si stava propagando solo il rumore che provocava la ragazza con la sua bocca mentre armeggiava col mio…
Lei dava le spalla alle porta, quindi non poteva sapere di essere vista dal suo spasimante; io ,invece, potevo osservare la fessura della porta aperta e l’ingenuo spettatore. Un sorriso di perfidia si mescolo ai gemiti di piacere che iniziavo a provare.
Ogni tanto qualche parola era addizionata al mio ansimare, nel dirla volgevo lo sguardo verso la porta.
L’opera continuò fin quando raggiunsi l’apice del piacere.
- Vengo, ingoia. Due semplici parole, poi misi le mani intorno alla sua testa, chiusi gli occhi, reclinai la testa all’indietro ed assaporai quel dolce e piacevole momento.
Giusto un attimo, poi riaprii gli occhi, la porta si era chiusa; Erika era ancora in ginocchio. Feci per andarmene, senza dirle nemmeno una parola, finsi di non notare lo sbigottimento con cui mi guardava, ancora inginocchiata, mentre uscivo dalla stanza.
Aprii la porta, e la chiusi alle mie spalle. A pochi metri dalla porta c’era Ivan : impietrito, con la testa abbassata. Quando esco, alza lo sguardo. Aveva la faccia rossa, tremava, le lacrime gli scendevano dagli occhi. Singhiozzava, ma non emetteva suoni, proprio come un bambino che si trattiene dal piangere.
- Hai visto il tuo amore ? Dissi in tono serio – forza asciugati le lacrime, è il tuo momento. Andai dietro di lui e lo spinsi verso la porta.
Lui si asciugò le lacrime con la manica della sua divisa da cameriere, ed entrò.
Dopo alcuni minuti d’attesa, sbirciai dalla porta : erano entrambi inginocchiati a terra, e stavano parlando. “Che stupido” , pensai, invece di farla alzare si era inginocchiato lui.
Passarono altri minuti, poi si baciarono…
Un lungo bacio appassionato. Potevo immaginare la sua lingua che assaporava il mio sperma.“Ti piace il suo sapore Ivan ?” pensai. Rimasi a guardarli un altro poco. “Ho ricambiato il favore, ma non illuderti che questo bacio ti renda vincitore, sarà Erika a stabilirlo”. Chiusi la po
rta alle mie spalle.
Mentre camminavo,da solo, il silenzioso corridoio dissi “Ricorda, un bacio è solo un bacio”



                              By Kirby






 


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domenica 3 settembre 2006


Pensiero del giorno:  Ci sono persone che vedono già il loro futuro...io sono uno di quelli che lo può ancora immaginare



                                                By Kirby



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sabato 2 settembre 2006


La legge è uguale per tutti



La legge è una sgualdrina, ecco cos’è.
Sempre pronta a schierarsi dalla parte del miglior offerente. Il recente indulto è solo l’ultimo episodio che conferma questa teoria. Anche i sassi conoscono la vera natura di questa legge; e cioè salvaguardare i colletti bianchi, gli uomini “d’affari” del nostro paese.
Mi chiedo dove siano ora i miei connazionali : Tanzi, Cragnotti, Previti, Ricucci…
Gente che ha riempito le prime pagine dei giornali per un bel pezzo, per i loro reati di natura finanziaria. Dove hanno trascorso le loro vacanze ? Se hanno voglia di parlare di cosa hanno fatto quest’estate sono ben lieto di parlare con loro.
Il governo Berlusconi ha fatto molto per loro. Credevo che fosse dovuto principalmente alla natura imprenditoriale dell’ex premier. Con l’indulto e l’imbavagliamento delle intercettazioni telefoniche, mi sono ricreduto. Il nuovo ministro della giustizia Clemente Mastella dopo lo scandalo calcistico aveva subito annunciato che le intercettazioni telefoniche erano una violazione della privacy, ed è ricorso ai ripari…
Ho sempre considerato quest’uomo una mina vagante. Non appena vinse le ultime elezioni, già era pronto a lamentarsi per il poco valore che gli si attribuiva alla vittoria, e che avrebbe dato col suo partito solo un appoggio alla maggioranza per mantenere gli impegni presi ( in parole povere già era pronto a lamentarsi e a tirare calci).
Vero è che le proposte di legge sono partite da lui, ma è anche vero che sono state votate dal governo…
Truppe in Libano, indulto, no alle intercettazioni, le prime delusioni di questo nuovo ciclo d’uomini che ci rappresentano (ben poco).
Legge sgualdrina. Ho la sensazione di essere tornato indietro di trent’anni quando si parlava di stato borghese. Borghesi al potere che sfruttano il proletariato…No, i tempi sono cambiati, questi termini sono obsoleti, ma il concetto essenziale è sempre lo stesso: onesta, meritocrazia sono termini utopistici; soldi, potere, conoscenze sono la ricetta per essere “più uguali” degli altri di fronte ad una giustizia puttana.



                                  BY Kirby



                                    



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giovedì 31 agosto 2006


Il Bacio (seconda parte)



 


- Beh io vado a farmi un giro, ci vediamo al prossimo aperitivo. Mi congedai dai due.
Il party era entrato nel vivo, c’erano almeno una trentina di persone.
Ricominciai a vagare per la villa.
Ragazzi che bevono, parlano, mangiano, corteggiano. Alcuni vestiti con abiti firmati, altri sono più “alternative”. Uno sconosciuto si siede al pianoforte che era posto in un angolo del salone principale inizia a suonare musica da camera; che effettivamente si sposa bene con la luce emanata dai faretti, che s’infrange sulle pareti.
L’atmosfera è molto rilassata, sembra l’inaugurazione di una galleria d’arte; peccato che la metà degli invitati non saprebbe distinguere un quadro fatto da uno scimpanzé da un dipinto da Renoir.
Salgo le scale per il primo piano. Un tappeto rosso occupa la mia salita lungo l’ampia scala. In cima potei intravedere Vincent, che entrava in una stanza del primo piano. Cingeva il braccio intorno alla vita di una ragazza. Erano di spalle, riuscii ad ammirare solo il suo posteriore e i suoi lunghi capelli biondi; poi scomparve in una stanza.
Il primo piano era costituito da un corridoio e una seria di stanze poste ai lati. In fondo al corridoio, una piccola stanza con un gran balcone che dava la vista al giardino intorno alla villa.
Il cielo notturno era leggermente coperto di nuvole, e la luna era scomparsa dietro di loro. Una moderata e fredda brezza le muoveva in modo rapido…
Nemmeno il tempo di osservare la vista che una flebile voce m’interruppe…
- Scusa.
Nel voltarmi vidi il nostro cameriere che stava dietro di me con aria leggermente sottomessa.
-Cosa c’è?
- Scusa, volevo chiederti una cosa.
- Dimmi pure
- Che cosa provi per Erika ? Sei innamorato di lei ? Domandò senza preamboli l’impertinente.
- Amore ? Che cos’è l’amore ? HAHAHA. Feci una finta risata di scherno.
- Sii serio per favore. Rispose lui con più audacia
Ci fu un breve silenzio tra , poi domandai : “Perché fai questa domanda ?”
Lui non rispose ed inclino leggermente il capo.
- Il tuo silenzio è fin troppo evidente. Se c’è qualcuno innamorato di lei, quello sei tu.
- Si. Disse annuendo , poi continuò : “Sono innamorato di lei…”
- Senti Paperino . Cosa vuoi sapere ora ? e non fare il muto che non ho tempo da perdere.
- Volevo sapere se la vostra storia è seria…
- HAHAHA . Questa volta risi sinceramente. – Povero pulcino cotto d’amore. Spiacente ma non posso accontentarti, poiché nemmeno io conosco la risposta.
- Capisco… Disse sconsolato.
Ci fu un attimo di riflessione , poi dissi : “ beh in fondo ti devo un favore . Vedrò cosa posso fare per te. Ci vediamo dopo.
Senza aspettare una sua replica mi avviai al piano terra.
Passai davanti alla stanza dove Vincent era entrato e pensai : “ Strana la vita ero venuto in questa villa con l’idea che Vincent volesse portarmi via Erika, invece mi accorgo che il pericolo era un altro…(continua) 

                                                                 By KIRBY
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domenica 27 agosto 2006


Cinque riflessioni , alcune allegoriche altre meno, sui miei pensieri



Piccoli pensieri di viaggio



 



1.
Tu! Si, proprio tu, che stai come un drago in cerca del suo tesoro. Ricorda, non tutto quello che luccica è oro.
A volte quello che trovi è oro grezzo, vuole essere lavorato per ottenere lo splendore cui tutti piace.
Non voglio più aspettare per…è tempo di rompere le abitudini questa notte.
Cerco la gloria del cacciatore di draghi, con la differenza che non uso la spada, ma oro da donare. Cerco il fuoco del drago che mi riscaldi, ma ciò è quasi impossibile. Potrei rimanere intrappolato tra le fiamme, ma questo è superfluo. Ho un alleato che guarisce le ferite, è necessario solo “aspettare”.
Occhi diabolici hanno posato su di me il loro sguardo, per un giorno. Un breve lasso di tempo in cui la pelle era immune alle fiamme. Questo sguardo ora è lontano ed ora io sono solo contro il drago, insieme ai cacciatori di draghi, ai nobili cavalieri dall’armatura dorata, alla plebe, ai maghi, ai giullari, e ai draghi altrui.
2.
C’è un bambino che si commuove per aver perso il suo amico cane. Tristemente pensa a quando correva insieme lungo il litorale. Ora osserva in silenzio la ciotola, il guinzaglio, la palla rossa che gli lanciava e lui gli riportava indietro. Ricorda ancora la lingua vellutata che passava sulle sue piccole mani. Stringi più forte la sua coperta, piccolo mio, ti sembrerà che sia ancora con te per una volta
Quando sarà adulto non avrà più la sua malinconia, ricorderà soltanto il lungo pelo biondo, il muso allungato, gli occhi tondi e grandi. Al suo pensiero un sorriso solcherà il viso per il piacere di aver conosciuto il suo cane.
3.
In un suo aforisma Oscar Wilde riteneva l’assoluta sincerità come deleteria, follia.
Non m’importa. Non m’importa. Sono folle fino al midollo, e ne ricevo tutti i vantaggi e ne pago tutte le conseguenze. Voglio essere libero d’esprimermi, voglio dar forma ai miei pensieri. Le persone false non le sopporto proprio. Sono dei poveri inetti, schiavi delle loro menzogne, bruciano l’erba che li circonda. Falsi, ipocriti…tutti da gettare nello stesso pentolone di fango.
Stiano lontani da me anche gli adulatori, giacché con le loro lusinghe m’inducono nell’errore.
4.
Mentre la mia barca naviga lungo la sua rotta, ho di nuovo sentito le sirene.Ho paura che ritornino sul mio vascello; dolci sogni, dolci vite parallele, ho paura che vogliono di nuovo essere compagni di viaggio.
“Se fossi..”, “ Se avrei…” “Se sarei…”. Il loro canto mi ha accompagnato nei giorni più solitari della mia vita e hanno continuato per molto tempo. Dolci muse che rendono piacevole la crociera ma che rallentano la nave. Tentenno nel dubbio di cedere alle loro lusinghe; scacciandole potrei diventare più “rude”, più disincantato, più…
Non lo so, sarebbe un miglioramento questo? Chi è che giudica? Chi è il mio giudice?
Qual è la giusta strada da seguire ? Forse vedo la mai meta, ma dovrei camminare coi paraocchi.
No! Non voglio violentare la mia natura. Proverò a addomesticarla, per seguire la mia “retta via”.
“O tutto o niente” questa sarà per sempre la mia filosofia di vita.
5.
Ho visto di nuovo tante stelle. Quando avvenne il black-out, c’era chi rimase bloccato in ascensore, chi dormiva, chi era ad una festa sulla spiaggia con elettricità autonoma. Non poterono giovare dello spettacolo. Da casa mia potei vedere tutte le stelle del firmamento. Nel luogo dove ora sono, posso di nuovo vedere le stelle, tante stelle. E’ bello vedere nuovi paesaggi. Conoscere nuova gente, nuovi modi di salutare, nuovi modi di sorridere…
Il Fandango è un ballo argentino, siamo giunti agli ultimi respiri della serata; forse i corpi dei danzatori sono stanchi, ma non la loro mente, potrebbero continuare ancora a lungo.
La pista è calda, le luci soffuse, e la banda musicale s’impegna al massimo per quest’ultimo tango.
“Oste!” Versami da bere un altro bicchiere del tuo vino, voglio provare ancora l’ebbrezza dell’ “ amor provato”.
“Oste!” Mesci da bere a tutti quelli che hanno danzato con me stasera.Stanotte quando sarò solo nel mio lettomi mancherete tutti; dalla persona con cui stato tutto il tempo, a quella con cui ho scambiato solo due chiacchiere, vi ricordo tutti. Tutti i vostri volti, i vostri nomi scorrono nella mia mente.
Heil ! Heil ! Heil ! Tre saluti per tutti quelli che sono entrati nella danza.
A brave tornerò dai miei amici e dai miei nemici; dalle persone cui voglio bene e quelle che odio. Sono migliorato ? Sono peggiorato ? Sono cambiato ? Questo dovete dirmelo voi.
E potrete benedire o maledire questo Fandango.
“Oste!” Il tuo vino migliore nel mio bicchiere, siamo arrivati all’ultima danza mi occorre tutta la forza necessaria per affrontarlo.
Vieni fanciulla dei miei sogni. Vienimi a cercare con una rosa in bocca per quest’ultimo giro sulla dancefloor.
Danza! Alza le braccia al cielo e sbatti le mani, fai ondeggiare i sinuosi fianchi. Compi qualche passo di danza affinché possa intravedere le tue gambe perfette al disotto della tua lunga gonna.
Non proferir parola il tuo corpo parla per te; la tua danza parla di te. Cingimi soltanto un braccio intorno alla vita, fammi sprofondare nei tuoi occhi, e muoviamoci in quest’ultimo fandango; come la fiamma di un focolare si muove libera in questa fresca notte d’estate.
Questa notte vorrei danzare al chiaro di luna sulla playa con te, per continuare questa incandescente e dolce ballo per sempre…



                                                            By Kirby



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venerdì 25 agosto 2006


Un saluto a tutti i ragazzi che ho conosciuto nel mio viaggio : Marco e il suo cane truffò, l'unico ragazzo di Milano  che di milanase ha solo l'accento, Veronica, Viola dagli occhi diabolici, Tiago e Ruy, più che essere portoghesi sembrano naploletani,  Camilla la parigina, Asterix ed Obelix, Iris dalla voce di cartone animato, Adrianne che ha avuto molta pazienza com me..e tutti i gli altri con cui ho parlato poco per problemi di lingua...la prossima volta publicherò le" mie riflessioni di viaggio "



Il Bacio (prima parte) Con gli stessi protagonisti de "una sera tra amici"



- Quando bevo qualcosa con del ghiaccio dentro, ricordo sempre mia madre che mi diceva di bere piano, perché poteva farmi male.
Stringevo tra le mani un bicchiere di rum e coca e osservavo la condensa che appannava il vetro quando mi era venuta in mente questo ricordo di gioventù.
Ignoro il motivo per cui stavo raccontando ad un cameriere quest’episodio, e ancora più misterioso il motivo per cui lui, sembrava stranamente interessato. Era più giovane di me. Faccia pulita, carnagione chiara, leggermente lentigginosa, occhi e capelli castani. Con la classica pettinatura da bravo ragazzo. Tutto sommato se fossi una ragazza, una notte con lui la passerei volentieri, per il gusto di vedere come gode una faccia d’angelo.
Strano. Strano davvero; mi guardava come se fosse seriamente interessato a ciò che dicevo…
-Ehi, amico ci becchiamo dopo. Mi congedai.
Iniziai a girovagare per la villa, alla ricerca di qualcosa d’interessante.
Una villa a due piani, con un ampio giardino e piscina annessa.
Nella periferia della città c’era quest’edificio, in cui il lusso era ostentato in maniera esagerata. Divani, lampade, sedie, letti, tavoli, quadri, piante da salotto…cucina, salone principale, bagni, camere da letto…tutto era in armonia, nessuna parte dell’arredamento era fuori posto; quella casa sembrava progettata da un architetto pazzo, maniaco del perfezionismo.
Perfino i tocchi di legno poggiati dentro al camino sembravano, posti in modo tale da armonizzarsi con il resto della casa.
Era la tenuta di Vincent, un riccastro esaltato, che lavora sei mesi l’anno e il resto è solo un girovagare per il mondo. Stava tenendo un piccolo “party” per il suo ritorno in città, e acciuffarsi qualche nuova pollastrella.
Tra gli ospiti che si stavano gustando il rinfresco, vedo con mia sorpresa Ghismo.
Un tipo particolare: Biondo, coi capelli rasati alle tempie e lunghi sulla testa, carnagione chiara, naso aquilino, occhi azzurri e spiritati, con un ghigno che accompagnava sempre le sue risate. Indossava sulla testa un cappello da aviatore della prima guerra mondiale, era vestito come il componente di una punk band. Chissà com’era riuscito ad intrufolarsi in questa festa, lui ne conosce sempre una più del diavolo.
Stava bevendo una birra (ed è un mistero, giacché al party le birre non erano servite) e flirtava con …….
Lunghi capelli lunghi, occhi verdi, ombretto nero, gote rosa pallido, labbra carnose, lucidalabbra rosa. Indossava un corpetto aderente bianco, dei pantaloncini aderenti dello stesso colore, calze grigio fumo avvolgevano le sue splendide gambe, ai piedi stivaletti col tacco a spillo. A guardarla sembrava la versione femminile di un drugo in “Arancia meccanica”. A questo pensiero, un tiepido sorriso mi comparve in volto.
Bisogna stare attenti con questo drugo, potrebbe fare al tuo cuore quello che Alex faceva ai corpi delle sue vittime. Ghismo non è un allocco, non c’è da preoccuparsi, e poi di lui non m’importava assolutamente niente
- Ehi Nemo! I miei pensieri furono interrotti da una voce e da una mano sulla mia spalla.
Era Vincent accompagnato da due ragazze.
- Erika non è ancora arrivata ? domandò col suo sorriso a 34 denti.
- No, non ancora. Risposi meccanicamente, cercando di non far trasparire nessun’emozione.
Brutto coglione, sei sempre convinto di portarmi via Erika? Pensai.
- Sei sicuro che abbia capito dove si trova la villa?
- Non preoccuparti, vedrai che tra poco arriva.
Vincent era a torso nudo, per evidenziare il suo fisico scolpito; di carnagione scura, coi lineamenti del viso molto marcati, lunghi capelli lisci e scuri. Naso e occhi grandi, sguardo profondo e penetrante. Denti bianchi ed una larga bocca.
Sulla spalla destra il suo tatuaggio: una tarantola bio-meccanica. Per metà una normale tarantola, l’altra mostrava ingranaggi e pistoni che dovevano rappresentare l’interno dell’aracnide. Il chelicero meccanico era una cesoia, gli arti mossi da pistoni e articolati tramite piccole ruote dentate, alcuni tubi di contorno completavano l’opera.
- Questo è il tuo nuovo tatuaggio? Domandai con la consapevolezza che ciò avrebbe alimentato il suo ego.
- Si, ti piace? Sono venuto appositamente in città per questo, in zona c’è un tatuatore molto bravo.
Annuii senza aggiungere parole.
A parer mio Vincent non è altro che un riccastro esaltato, ed uno dei motivi per cui sono qui è perché vuole mettere le mani sulla mia Erika.
- Vado a prendermi un altro aperitivo. Dissi per congedarmi dal coglione.
- Fai pure
Ritornai dal piccolo cameriere per il bis, quando un paio di mani coprirono i miei occhi.
Uso le mie mani per sondare le sue: dita lunghe, unghie appuntite, un paio d’anelli, fredda pelle.
Feci uno sbuffo, tolsi le mani che mi coprivano il volto. Era Erika, che guardandomi negli occhi sorride ed emette un timido “ciao” a bassa voce. Strinsi le mie mani intorno alla sua vita e ci baciammo.
- Come stai? Domando lei.
- Bene, bene. Hai già salutato il tuo caro Vincent?
- Dai, non essere geloso. Rispose lei passandomi una mano sulla guancia – Per me ci sei solo tu.
I suoi capelli castani erano ancora più lunghi di quando l’avevo conosciuta, ora arrivavano alla vita.
- Vuoi un aperitivo? Offre Vincent…
Mentre il giovane cameriere porgeva il bicchiere ad Erika, lei esclamò: “ Ivan! Ciao! ”
- Ciao Erika. Rispose lui, abbassando leggermente lo sguardo
- Che piacere rivederti, era un po’ che eri scomparso. Cove sei stato ?
- Ho lavorato per un paio di mesi su una nave da crociera. Sono tornato da poco.
- Oh interessante. Poi si rivolse a me: “Ti ricordi d’Ivan? Quel ragazzo che ci accompagnò a casa quando eri troppo ubriaco per guidare.
- Vagamente…Ciao e grazie per quella sera.
Gli strinsi la mano. Come potevo ricordarlo ? quella sera era completamente ubriaco.
Lo guardai negli occhi; ebbi la sensazione che aveva una certa malinconia in sé. Mi sentii a disagio, ebbi la necessità di allontanarmi da lui.  ( continua )
                                                                            By Kirby
 



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sabato 5 agosto 2006


Un appunto...



Siamo arrivati al giorno prima della partenza.



Tornerò con un nuovo racconto pulp "Il bacio". Lasciatemi fare un ultima considerazione: Quale sarà il mio destino dal ritorno dalla Francia? Allo stato attuale 2 sono le persone che potranno svolgere un ruolo importante per il mio futuro prossimo. Esse non si conoscono, ma hanno questa cosa in comune,  magari un giorno si incontrerranno...



                                             By Kirby



                            



                                 



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mercoledì 2 agosto 2006


 Ripongo tutte le mie speranze in un viaggio



Pensiero del giorno: La cosa più importante da portare con sè in un viaggio è la voglia di viaggiare...



                                                   By Kirby



                    



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martedì 25 luglio 2006

Due parole agli amici
C’è una strana atmosfera nell’aria. Diversi miei amici non stanno bene, niente di grave ma dubbi, preoccupazioni, litigi non li fanno stare sereni.
Dal canto mio, credevo che questa sarebbe stata l’estate più bella della mia vita…ma mi sbagliavo.
E' come se un alone di malinconia ci sovrastasse.
Vorrei consigliarli di ascoltare “Teardrop – dei Massive Attack” e poi lasciarsi le malinconie alle spalle.
Vorrei che questo e i miei futuri racconti li riuscissero a distrarre dalle ansie quotidiane.
Vorrei semplicemente che fossero sereni, tutto qui.
Spero che quest’estate passi il più in fretta e più silenziosa possibile
E come diceva Eduardo de Filippo “…Addà passà a nuttata” .
                                                               By Kirby

Una sera tra amici (quarta ed ultima parte)

Mentre ero in piedi davanti la tazza del w.c. avevo un sorriso da ebete stampato sulla faccia. Nel ricordare l’episodio , non mi accorsi di aver finito e rimasi per alcuni attimi nel silenzio del bagno col mio pene in mano. Quest’ultimo si sentì tirato in ballo ed ebbe un accenno d’erezione
Mi ridestai dai miei pensieri quando sentii il mio membro “svegliarsi”.
Rimisi tutto a posto, e chiusi la cerniera , lavai le mie mani e tornai dai miei amici ancora più frastornato di prima.
Stella ed Erik si stavano baciando, Erika pippava, e Tony beveva birra con ingordigia.
“Dov’è il cavatappi ?” , domandai mentre afferravo l’ultima birra di una scatola.
Erika indicò il tavolo senza parlare. Aveva lo sguardo leggermente nel vuoto, un mezzo sorriso e gli occhi semi-chiusi.
“Stai bene ?” Domandai.
“ Certo, solo un po’ stanca” disse con voce fioca “Ho dormito poco la scorsa notte” aggiunse con voce ancor più flebile.
Al contrario Stella aveva incrementato la sua verve, parlava molto più velocemente, teneva testa ai discorsi tra me ed Erik, mentre parlava si auto-interrompeva per emettere irritanti e stupide risatine.
Mentre parlava, iniziai a sentirmi attratto dalla suo stupido tono di voce che emetteva con le sue risate, poi i miei occhi si abbassarono automaticamente a vedere la sua scollatura; e pensieri sessuali scorsero nella mia mente, che fu in grado di risvegliare nuovamente il mio “amico”. Dovetti rapidamente accavallare le gambe per non far notare il particolare agli astanti.
La serata continuò senza eventi specifici , fino a consumare tutto quello che c’era da finire…
A quel punto della serata nessuno più aveva una completa delle sue azioni
Tony stava preparando l’ultima canna, in un religioso silenzio interrotto solo dalle sue bestemmie perché aveva chiuso dal lato sbagliato.
Erika era in bagno a vomitare.
Erik era steso sul divano con la testa sulle gambe di Stella, con il suo lungo braccio che toccava terra e che utilizzava per prendere e portare alla bocca l’ultima birra.
Io seduto sul divano avevo la mente offuscata e rispondevo a malapena ai discorsi d’Erik, l’unico che aveva ancora la forza di parlare…
-Ricordi Vincent ? disse lui.
- Chi ? risposi.
- Quello che abbiamo conosciuto al campeggio l’estate scorsa…
- Non ricordo. Borbottai senza aver fatto il minimo sforzo a ricordare.
- Quel playboy da strapazzo che era in competizione con te per farsi Erika…
- Ah sì ora ricordo.
Come potevo dimenticare un tipo del genere, un esaltato di prima categoria, lui e tutti i sui discorsi filosofici, tutto quel suo parlare della cura del corpo e della mente, ogni scusa è buona per mettere le mani su qualche ragazza vada in malora quel narciso del ca..o. Pensai.
- Quel tipo è pieno di grana, ha casa sparse per tutto il paese. Mi ha telefonato ieri , ha detto che deve passare in città la settimana prossima perché deve farsi un tatuaggio.
- E c’è bisogno di venire qua per un tatuaggio?. Domandai in tono infastidito
- Ha detto che deve tatuarsi qualcosa di bio-meccanico e che qui,in città, c’è né uno davvero bravo… Rispose Erik osservando la bottiglia di birra che aveva appena vuotato , e aggiunse “ vedrai che si farà di nuovo vivo per mettere le mani su Erika.
- Che si fotta ! Sentenziai.
La stanza scese nel silenzio. Rimanemmo ognuno coi propri pensieri… ma molto più probabilmente era il miscuglio di droga e alcool che ci stava domando.
Tony fumò da solo l’ultima canna, Erik s’alzò per prendere una boccata d’aria in cucina. Stella manteneva la testa per cercare di recuperare un attimo di lucidità; nel frattempo accavallò le gambe, in modo che potei vedere al di sotto della sua gonna.
Dopo un po’ si udì dal bagno il rumore dello scarico.
Erika, visibilmente stanca, arrivò in soggiorno.
- Dov’è Erik ? Domandò lei.
- In cucina. Risposi meccanicamente con la testa da un'altra parte.
Si mosse alla volta della cucina, disse ad Erik che sarebbe andata a dormire nella sua stanza. Si diresse da me , mi diede un bacio e fece per andare a dormire.
-Tra poco ti raggiungo. Dissi interrompendo il suo percorso e facendole intendere qualcosa.
- Ok… disse voltandosi un attimo.
Erika entrò nella stanza d’Erik e dopo pochi minuti la seguii
La stanza del mio amico era sobria, c’era solo un poster a adornare le pareti bianche, quello di “Pulp Fiction”. Un armadio , un comodino, un letto a due piazze , e tanta cianfrusaglia sparsa, tra cui spiccava l’enorme zaino che usa per il campeggio.
La ragazza era stesa sul letto a pancia in su, si era tolta le scarpe e osservava il soffitto.
- Come stai ? domandai io
- Sono stanchissima…
- Capisco. Le diedi un bacio sulla fronte e parlammo un po’ finché non si fu addormentata. Anche se non saprei dire di cosa poiché la mia lucidità mentale era solo a tratti.
La coprii con un lenzuolo e le misi un cuscino sotto la testa.
Nell’alzarmi dal letto urtai un bicchiere di vetro che era poggiato sul comodino. Il rumore del vetro in frantumi risuonò nella stanza; ma Erika non sentì niente era sprofondata tra le Braccia di Morfeo.
Dopo poco qualcuno bussò alla porta : “ Tutto bene ?” Era Stella che era accorsa allarmata dal rumore.
Aprii la porta e dissi . “ Non preoccuparti ho solo rotto un fottuto bicchiere” risposi lanciando un lungo sguardo negli occhi ingenui della ragazza, che finì per arrossire ed abbassare la testa.
Uscii dalla stanza e guardai il soggiorno: Vicino al divano c’era una scatola con il grosso delle bottiglie di birra vuotate, alcune giacevano sul tavolino, un'altra era a terra che gocciolava ancora. Sul tavolino c’erano anche i cartoni delle pizze e i mozziconi di sigaretta usati per le canne.
Sul divano era steso Erik con un braccio sotto la testa ed un altro che penzolava nuovamente a terra. Tony era seduto sul divano, con le braccia poggiate sui braccioli, la testa reclinata all’indietro e la bocca aperta.
Entramb
i dormivano, nessuno li avrebbe svegliati fino a domani.
Ritornai nella stanza d’Erik. La prima cosa che vidi fu il sedere di Stella che era chinata per raccogliere i pezzi di vetro.
Istintivamente chiusi la porta alle mie spalle e mi fiondai su di lei.
Poggiai le mani sui suoi fianchi e spinsi il mio basso ventre sul suo corpo.
“Uhhuuu” gemette la ragazza, lasciando cadere i cocci di vetro di nuovo a terra.
- Ma cosa stai facendo ? domandò con finto stupore
- Tu lascia fare. Risposi in preda all’eccitazione
Senza staccarmi da lei la spinsi sul letto, di fianco ad Erika.
Dopo un paio di baci avevo conquistato il suo prosperoso seno, che afferrai con voracità come un cane col suo osso.
Le sue parole erano solo d’approvazione : “Oh sii” “ Continuaaa”
Dopo dei fulminei preliminari andammo al sodo…e mentre i nostri sussulti cullavano il sonno d’Erika, io pensavo “beh è solo una sera tra amici…”
                                                                      By Kirby

















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venerdì 21 luglio 2006


Ultima lezione: Fà più male far soffrire qualcuno che vuoi bene che essere allontanati da essa....By Kirby



Una sera tra amici (terza parte)



Arrivò il rancio. Le birre avevano stimolato sufficientemente la nostra fame. Le ragazze mangiavano la loro parte timidamente, quasi non volessero far sentire la loro presenza. Io ed Erik mangiavamo più rumorosamente senza farci alcun problema. Tony, si distingueva da tutti per il suo metodo da aspirapolvere; introduceva bocconi enormi nella bocca, se per caso qualche pezzo di pizza che staccava a morsi stava per allontanarsi dalla sua bocca e cadere, lui senza scrupolo provava a recuperalo succhiando l’aria, emettendo il tipico rumore da risucchio…ussshh. Anche un cieco avrebbe potuto paragonare il suo modo di mangiare a quello di un maiale selvatico.
BURP…a fine pasto un po’ tutti fecero qualche rutto per trasmettere agli altri che avevano gradito.
A quel punto della serata avevamo già fatto fuori la metà delle scorte di birra. Iniziavo ad avvertire un formicolio alla testa e allo stesso tempo il bisogno di andare in bagno.
Alzandomi di scatto dal divano ebbi uno sbandamento, barcollai per un attimo per poi riprendere la retta via; farfugliai qualcosa riguardante la mia meta, e mi diressi senza indugi.
Accesi la luce del bagno; guardandomi intorno ebbi un flashback:
era lo scorso capodanno, io ed un folto numero di amici eravamo riuniti a casa d’Erik. Il bagno in cui ora mi trovo, era in diverso stato; sembrava quello di un osteria di porto.
Tutti privi di complete capacità mentali…i più sobri di noi riuscivano a stento a reggersi in piedi.
Quella sera di cose ne accaddero parecchie ma i ricordi sono molti confusi…Il bagno di Erik fa ritornare alla mia mente Gino; era ubriaco fradicio, era seduto sul pavimento con le spalle rivolte al muro. Iniziò a mugugnare qualcosa sul fatto di andare in bagno. Due ragazzi dovettero alzarlo di peso e portarlo. Nel mentre accadeva ciò, Gino iniziava a lamentarsi in modo indecifrabile. Quando fù seduto sulla tazza del water, iniziò a piangere senza ragione alcuna…
Noi trascinammo le nostre membra al capezzale dell’ubriaco piagnone, e potemmo così assistere alla memorabile scena di Gino che cagava e piangeva contemporaneamente…  (continua )



By KIRBY



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domenica 16 luglio 2006


Questo è il finale di un brano che dava voce ai miei pensieri, il quale non pubblicherò mai...



"Chissà se un giorno,e lo spero, potrò essere di nuovo abbracciato dalla sua brezza d’amore, un abbraccio che toccava la mia pelle ma che arrivava nella parte più profonda del mio cuore…"



                     by Kirby


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martedì 20 giugno 2006


Pensiero del giorno: Io non sgomito per ottenere una cosa...ma per non perderla uso anche morsi e calci



                              By Kirby



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lunedì 5 giugno 2006


Pensiero del giorno: ...L'importante che tu stai bene.



                   By Kirby               



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lunedì 29 maggio 2006


Una sera tra amici (seconda parte)



Erika, prese posto sul divano, io seguii il mio amico in cucina.
Erik stava preparando la prima canna della serata…
“ Quando arriva Tony ?” domandai.
“ Credo che tra un oretta arriverà”
“ Aspettiamo lui per ordinare le pizze ?”
“Si, si; altrimenti poi si lamenta che le pizza non è di suo gradimento…”
Erik stava sbriciolando a mano un po’ d’erba…
La sua cucina era piccola e accogliente, era stata arredata da una coinquilina che prima abitava in quella casa.
Mobili d’alcuni decenni prima si mantenevano ancora in buono stato; una tavola di legno, ingiallita, al centro. I fornelli leggermente arrugginiti ma funzionanti. Una finestra lasciava intravedere il buio della notte e le luci della città.
I silenzio che stava regnando fu interrotto da me:
“ Che fine ha fatto la vostra coinquilina ?”
“Claudia ? Chissà, era rimasta incinta, andò a vivere in col suo fidanzato in un'altra città…”
Dopo un attimo di pausa, Erik, aggiunse “ Ci salutò dicendo che un giorno si sarebbe fatta risentire”.
“ Capisco” risposi mentre guardavo fuori della finestra il via vai di macchine .
“ E’ un vero peccato che sia andata via; era l’unica che non portava ritardo nei pagamenti. Addirittura, una volta anticipò per me i soldi dell’affitto”.
Nell’attesa di Tony, mi accesi una sigaretta come antipasto; rimasi a fissare case e strade dalla finestra, mentre del fumo usciva dalla mi bocca.
“Stella, mi porti un paio birreee ?” Urlò Erik, che nel frattempo aveva completato il suo capolavoro…
Timidamente Stella comparve dalla porta con le bottiglie, e dietro di lei la mia ragazza.
Nell’attesa di Tony mandammo giù le prime birre e accendemmo la prima canna…
Puntuale nel suo ritardo Tony suona alla porta con mezz’ora di ritardo.
- Ciao avete iniziato da molto
- no solo una cassa di birra fa. Rispose Erik
- a meno male credevo peggio.
- Che cosa hai portato di buono ? Intervenni io .
- Qualche striscia da tirare . Rispose lui, sapendo che la scelta sarebbe stata gradita .
Tony era decisamente il più trasandato del gruppo: barba incolta , almeno una decina di chili in eccesso, capelli lunghi e scapestrati, una maglietta nera con alcuni strappi in dotazione, jeans ultra consumato.
- Che pizza prendete voi ?. Nemmeno il tempo di varcare la soglia del soggiorno, ed Erik già aveva afferrato la cornetta del telefono.
Digita a memoria il numero della sua pizzeria di fiducia.
- Pronto? Gianni ? Sono Tony…senti portami due metri di pizza…
Tony si nutriva quasi sempre di pizza; non che fosse il suo cibo preferito, ma è uno dei pochi che ti portano a casa. Conoscendo Tony, solo in situazioni d’emergenza si cucinerebbe un piatto di pasta; ad esempio in un giorno di festa e con il frigo di casa vuoto.
La compagnia della serata era al completo.
Eravamo accomodati nel salotto nell’attesa delle pizze, scolandoci alcune birre, e preparando una canna per Tony che ancora doveva fumare.
Tony era seduto al suo posto di combattimento; la poltrona sulla destra del divano. Erik e le ragazze erano seduti sul divano ed io ero sull’altra poltrona con una birra in mano e i piedi poggiati su un tavolino acquistato per questo scopo. Null’altro che una tranquilla serata tra amici… (continua)



      By Kirby


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