lunedì 31 dicembre 2007

Discorso di fine anno

L’anno è finito. Qual è stato il tema principale che ha accompagnato me e chi è intorno a me quest’anno? L’amore .
L’amore , quello tra un uomo e una donna, che ti porta a elevare una persona dalla massa, che ti induce un’attrazione fisica e mentale verso qualcuno. L’amore che ti porta a fare l’amore.
Ognuno di noi è stato protagonista di una storia che l’ha portato ad affrontare l’amore in una delle sue mille sfumature.
Da chi ha continuato la sua storia seguendo il filo rosso sperando che sia quello giusto, a chi invece proprio quest’anno l’ha dovuto spezzare. Da chi cerca e cerca senza stancarsi bussando ad ogni porta, come un monaco paziente raccoglie elemosine fare opere di bene, a chi invece ha trovato proprio quest’anno un filo rosso da iniziare a seguire. Da chi si è confrontato con dubbi e perplessità non sapendo che strada intraprendere, a chi invece si è trovato un muro davanti non avendo più possibilità di scelta. Da chi è appollaiato su un albero nascosto in attesa degli eventi a chi invece è a piedi dell’albero a curarsi le ferite. Da chi è inseguito dai fantasmi del passato a chi invece li rincorre affinché diventi il suo futuro. Da chi ha speranza da vedere afferrando il signor amore di petto per costringerlo a sganciare il portafoglio a chi si è disilluso e la lasciato andar via.
Chiunque di noi ha avuto il suo ruolo in queste storie; in cui il voler amare e l’essere amati possono costituire un abisso incolmabile. In cui, forse, è più egoistico il voler amare che il voler essere amati.
Sarebbe sciocco auspicare a tutti di trovare quello che cercano per il prossimo anno; ciò che accadrà sarà uno scambio di ruoli in queste storie…come sempre la vita è una ruota che gira!!!


                       By 
KIRBY

Rumori consigliati : Gli Offspring con la canzone Defy you


You may push me around,
But you cannot win.
You may throw me down,
But I'll rise again.

The more you say,
The more I defy you.
So get out of my face,
Whoa, yeah.

You cannot stop us!
You cannot bring us down.
Never give up,
We go on and on!

You'll never break us!
Never bring us down.
We are alive!

The wind blows,
I'll lean into the wind.
My anger grows,
I'LL USE IT to win.

The more you say,
The more I defy you.
So get out of my way,
Who-oa yeah.

All my will.
All my strength.
Rip it out.
Start again.

You cannot stop us!
You cannot bring us down.
Never give up,
We go on and on!

You'll never break us!
Never bring us down.
We are alive!

All my will.
All my strength.
Rip it out.
Start again.

All my will.
All my strength.
Rip it out.
Start again.

Can you leave it all behind?
Can you leave it all behind?
Cause you can't go back
You can't go back

You cannot stop us!
You cannot bring us down.
Never give up,
We go on and on!

You'll never break us!
Never bring us down.
We are alive!



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sabato 22 dicembre 2007

Emergenza Rifiuti - Possibile Soluzione


Una volta l’immagine di Napoli era legata a parole del tipo: sole, pizza e mandolino. Col passare del tempo una delle parole che si è aggiunta era “mafia”.
Grazie ad un servizio sull’emergenza rifiuti campani andato in onda in Germania, ora la parola immondizia è da aggiungere all’elenco. “ A’ munnezz” è il termine napoletano con cui viene indicata l’immondizia. Da molti anni ormai ciclicamente per la provincia di Napoli stazionano rifiuti non raccolti per molti giorni. Accumulandosi in modo impressionate, si vengono a creare situazioni da quarto mondo, quali cumuli di enormi di immondizia, incendi dei cumuli da parte della popolazione, generando vere è proprie emergenze sanitarie.

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martedì 18 dicembre 2007

Visioni: il gobbo

La vestaglia lo ricopriva fino alle caviglie. Era di color bianco con sfumature d’azzurro. Molto consumata e sbiadita non sporca. Al di sotto della veste fuoriuscivano i piedi : grandi deformi e leggermente pelosi.
La testa aveva le vaghe forme di una patata bitorzoluta
Occhi verdi infossati, ciglia nere e folte, pelle solcata da rughe, quasi del tutto calvo con pochi ciuffi di capelli. Un’espressione del viso perennemente pensierosa. Naso ovale e mento leggermente appuntito.
La gobba spuntava da sotto la vestaglia in modo evidente, facendo assumere alla figura corporea una strana forma.
Si aggirava per la stanza nervosamente. Scarna e ingiallita, la camera sembrava più vecchia dei suoi anni . Al centro della stanza c’era una piccola voliera con all’interno un uccellino. Un cardellino in ottimo stato. Con colori vivi e splendenti, in particolare il rosso della sua maschera, un piumaggio lucido e perfetto.
Il giorno in cui era entrato in quella casa il volatile aveva un pessimo aspetto, ma grazie alle sue attenzioni migliorava a vista d’occhio
Il gobbo trascorreva buona parte del suo tempo intorno alla gabbia. Accudiva l’uccellino, dandogli sempre cibo e acqua in abbondanza .
Non parlava, ma emetteva mugugni del tipo “Mmmhhggmmmhh” , “mmmhoooaaoo” o “mmghghmmgh”. Ogni tanto nominava qualche parola di senso compiuto, ma era completamente decontestualizzata.
Girava intorno all’uccellino mormorando. La sua andatura goffa ricordava un pinguino, ma il suo aspetto poteva suscitare sia tenerezza, sia pietà. Forse il paragone migliore era quello di un goffo clown del circo alla fine della sua carriera. Avanti e dietro a mugugnare, a volte faceva capriole, delle altre saltava e alzava le braccia. C’erano dei giorni invece, dove si metteva in un angolo raggomitolato a fissare sempre la gabbia, senza muoversi come fosse il suo acerrimo nemico.
Il cardellino cantava moltissimo, la sua voce era limpida e risuonava per tutto il locale. I giorni in cui cantava di più erano quelli festivi, senza tener conto delle stagioni, il sole e la luna gli erano indifferenti.
Col cinguettio, il gobbo si comportava diversamente, a volte faceva una strana danza tribale, oppure si agitava, afferrava la gabbia e saltava in modo scimmiesco.
L’aspetto più particolare di questa storia era la gabbia. Non aveva aperture per far uscire l’uccello, né tanto meno il gobbo avrebbe potuto, afferralo. Il destino del cardellino era di rimanere per sempre imprigionato, dipendente dal gobbo. Non c’era pericolo comunque, lui lo avrebbe curato per sempre e alla sua scomparsa, comparirà un’apertura per farlo volare via…

                                           BY Kirby


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mercoledì 12 dicembre 2007

Mare in Tempesta


Il mare in tempesta è come il supplizio di Tantalo. Condannato a soffrire fame e sete legato ad un albero di frutti. Appena allungava le braccia per afferrarla i rami si allontanavano. Allo stesso modo il mare in tempesta posso osservarlo e ammirarlo, ma non posso immergermi, non posso far parte di esso. Sei bello e indomabile fratello di tutte quelle forze naturali che non riusciremo mai a controllare .  
Onde alte che si infrangono sugli scogli, che hanno ispirato e ispirano versi, immagini e sinfonie. Mare in tempesta sei stato tra i primi paesaggi disegnati nella mia infanzia. Ricordo ancora la barchetta in mezza al mare che posi in mezzo alle tue onde.
Guardare ma non toccare, come una calda fiamma che danza nel buio, o una splendida donna che ti ammalia, la quale incenerirà il tuo cuore se incontrerai le sue labbra.



                  By Kirby

Rumori consigliati. Subsonica con la canzone "nei nostri luoghi"

Le serrande chiuse dal tempo e noi
Nei tuoi occhi i gesti nascosti e poi.

Rami secchi e dietro i cancelli noi
L'innocenza è chiudere gli occhi e poi.

Dammi un po' di te
La parte più dolce
Prendi un po' di me
Respira più forte.

Facevamo un gioco da grandi noi.
Giocavamo a prendere il vento e poi.

Forse non lo sai che quei giorni non tornano più
Tornerà a cercarti ancora lì
Mentre insegui sogni che oggi non bastano più
Nei nostri luoghi e nei ricordi.

Quei segreti chiusi d'inverno e poi
Le paure, il tempo là fuori e noi.

Che viviamo un giorno da grandi noi.
Sapevamo prendere il vento e poi.

Forse non lo sai che quei giorni non tornano più
(Nei nostri luoghi e nei ricordi)
Mentre incolli quelle immagini
(Nei nostri luoghi e nei ricordi)
Mentre cerchi sogni che oggi non bastano più
(Nei nostri luoghi e nei ricordi)
Nei nostri luoghi e nei ricordi
(Nei nostri luoghi e nei ricordi).



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