domenica 2 aprile 2006

La prossima volta una storia pulp...


Le scale della domenica (seconda parte)


Lasciatasi alle spalle gli odori del primo piano , Sara avanzava sempre più affamata verso il suo appartamento. Era arrivata al pianerottolo che separa il primo dal secondo piano. Salendo la prossima rampa , sarebbe arrivata al successivo piano…
Salendo le scale iniziò a sentire un odore intenso ma non disgustoso. In una frazione di secondo, Sara riconosce l’odore di carne arrostita Immediatamente. La sua mente inizia ad immaginare un’enorme grigliata di carne, la fiamma arde, il sangue sgorga , il fumo fuoriesce…
Se in quel momento un inquilino avrebbe visto la ragazza in quel momento, avrebbe pensato che stesse avendo una visione:
Immobile ad occhi chiusi sul pianerottolo, con un leggero sorriso d’estasi tra le labbra ed alcuni raggi solari ad illuminarle il viso…
Pochi attimi dopo la fantasia di carne era terminata, Sara si ridesta dal suo sogno; e con la sensazione di fame ritorna alla sua eroica impresa.
La nostra eroina ha superato metà del suo percorso. Il più sembra fatto pensa la ragazza mentre sale le scale per il terzo piano.
Per sua sfortuna un temibile ostacolo è in agguato…
Salendo, in tutta fretta, le scale che conducono al terzo piano, le orecchie di Sara sentono un rumore di passi.
Alza lo sguardo e vede una figura scendere le scale. In un attimo riconosce quella sagoma.
Con la sua andatura zoppicante, le sue flebili spalle, capelli grigi, occhiali spessi e con la voce acuta e stridula; non poteva che essere lei : la signora Formicola !
Appena l’ebbe riconosciuta, la ragazza si pietrificò, sapeva già cosa l’aspettasse.
Nemmeno il tempo di elaborare un piano che la signora nota la sua presenza.
“ Oh buooongiorno caaara” fece l’anziana donna.
“ Oh buongiorno” rispose Sara , facendo un sorriso d’occasione,
La signora scende immediatamente i gradini che la separavano dalla ragazza e incomincia a parlare…
La signora Formicola era la più chiacchierona del palazzo, chiunque cambiava strada se la intravedeva arrivare da lontano.
Incontrarla significava essere sottoposti ad un’estenuante somministrazione di parole; tra cui domande, e fatti superflui.
Dopo la possibilità di incontrare un serial killer, la signora Formicola era la cosa peggiore che poteva accadere per le scale.
Sara iniziò ad annuire e a rispondere in modo telegrafico alle domande.
Intanto pensava al pasto fumante che l’aspettava in tavola. Avrebbe voluto interrompre bruscamente la conversazione e volare a casa sua, purtroppo avrebbe rischiato di rovinare i rapporti di buon vicinato, poiché la chiacchierona abitava al suo stesso piano.
I minuti passano e lo stomaco di Sara inizia a brontolare. “E’ necessario trave una soluzione” pensa. “bisogna usare l’astuzia…”.
Sara interrompe bruscamente lo sproloquio della vicina, dicendo con modi ingenui : “ Cosa fa a quest’ora per le scale? Non dovrebbe essere a casa a preparare il pranzo ?”.
La signora Formicola ha un attimo d’esitazione, poi risponde “ Stavo appunto scendendo per andare a pranzo da mia figlia”.
Dopo un attimo di pausa aggiunge “ora che me ricordo, è meglio che vada , altrimenti potrei fare tardi…”. Detto questo la signora si congeda e scende le scale.
Sul volto di Sara è possibile scorgere un sorriso malizioso e un segno di vittoria; per poi subito riprendere la salita.
Arrivata al terzo piano, Sara inizia ad accelerare il suo passo. L’odore questa volta è il suo preferito. L’inconfondibile profumo di sugo di pomodoro, è il colpo di grazia. Lo stomaco reagisce brontolando fragorosamente.
La fanciulla ha l’impressione di non magiare da tre giorni.
Decide di iniziare a correre per non pensare a tutto quello che si può cucinare con il sugo di pomodoro…
Il suo corpo esile le permette di non fare molta fatica per arrivare all’agognato traguardo.
Arriva affannando alla destinazione. Il battito del cuore è accelerato.
Senza indugi estrae dalla sua borsetta le chiavi di casa e tutta tremante apre la porta.
“Tesooroo sono tornataa”. Dice con tono radioso.
La ragazza nota subito un anomalo silenzio.
“Tesoro ci sei ?”, domanda leggermente preoccupata.
Nella casa regna il silenzio.
Si aggira per le stanze fino ad arrivare alla cucina.
La tavola non è apparecchiata, nessun piatto fumante ad attenderla. Al suo posto un semplice bigliettino, con scritto:
“ LA NOSTRA STRORIA NON PUO’ CONTINUARE, TI LASCIO, IN SETTIMANA TORNO PRENDERE LE MIE COSE”


                      BY Kirby


                                


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