mercoledì 18 novembre 2009

La nebbia di Napoli.

A Napoli e in tutta la Campania c’è la nebbia. Un cortina presente tutto l’anno con qualsiasi condizione atmosferica; pioggia, acqua, vento, sole, la nebbiolina è leggera e ad un occhio distratto potrebbe non essere notata. Eppure c’è, i suoi effetti sono sotto gli occhi tutti; riduce la nostra visibilità, può farci inciampare, o peggio ancora farti precipitare in un tombino, far sparire un tuo amico, distruggerti la vita. A Napoli c’è la nebbia e si chiama malavita organizzata
Roberto Saviano ha ragione a dire che è colpevole chi tace e finge di non vedere. Anche io sono colpevole, ma ho paura di questa guerra. Ho persino paura di nominare quel nome che inizia per la C. Il nemico non è oltre confine a chilometri distanza e non siamo protetti da un muro di cinta sormontato da filo spinato. Non indossa una divisa che puoi distinguere e identificare. Il male è tra noi. Sentinelle di certi quartieri sono dotati di binocoli a visione notturna. Quando cammini per strada puoi solo sperare di non incrociare la tua vita con loro. La persona più lontana da certe meccaniche può trovarsi inconsapevolmente a contatto con la nebbia. Due esempi:
Una ragazza si era trasferita da poco in quartiere di Napoli sorvegliato. Andava all’università perciò aveva affittato quella casa. Una sera la stavamo accompagnando a casa con l’auto quando raccontò con disarmante normalità di essere stata fermata diverse volte da qualcuno per dirle semplicemente “ Noi ti conosciamo, sappiamo dove vai la mattina ” e cose simili. Parole inquietanti , che non lasciano possibilità di replica. Ora credo che ai fini legali non sia nemmeno reato questo. Qui si vuole marcare il territorio, far capire a chi non è del quartiere come funzionano le cose.
Un mio amico di un comune della provincia di Napoli è iscritto ad una associazione sportiva che ha sede sul porto. L’associazione fece richiesta al comune di un autorizzazione per poter mettere una barca in acqua. Giorni dopo venne puntuale l’esattore. Non del comune ma della malavita che esordì dicendo “Qui c’è da pagare” . Come fosse una tassa dovuta dell’anti-stato. Ora qualcuno può spiegarmi come quel tizio sia venuto a conoscenza della richiesta attraverso una domanda fatta al comune ?
Queste sono solo due piccole gocce del mare desolazione che incontra l’uomo qualunque. Ripeto a Napoli c’è la guerra civile e anche se vivo la mia vita quasi normalmente ho paura, tanta paura di ritrovarmi un giorno a sbattere contro un palo per la nebbia.


   By Kirby

<!--



-->

5 commenti:

  1. Ma qualcuno le legge le cose cosi lunghe?

    RispondiElimina
  2. giochi a fare la stupida ochetta? divertiti pure

    RispondiElimina
  3. e porta pazienza, ma a me che sono del nord e queste cose non le ho mai vissute nè le capisco, mi fa tanta tanta rabbia. Con la testa che ho in questo momento, me ne sarei andata da tempo da Napoli. 

    RispondiElimina
  4. tengo a precisare: qui non è il paradiso. Il lavoro manca e pur non essendoci una malavita organizzata (molta disorganizzata) la legge per qualcuno è più uguale che per qualcun altro. Ma non ho mai vissuto nel terrore di essere sorvegliata, se non dalle vecchiette alle finestre. Ma son tendenzialmente innocue.
     

    RispondiElimina
  5. Azz...quello che testimoni è inquietante veramente...il trafilo che mi ha colpito di più è questo: Il male è tra noi. Sentinelle di certi quartieri sono dotati di binocoli a visione notturna. Quando cammini per strada puoi solo sperare di non incrociare la tua vita con loro...
    e ribadisco...azz!

    RispondiElimina