sabato 20 novembre 2004


Nonostante la situazione non sia peggiorata; sospendo il mio sciopero



I 13 sospiri (terza parte)



Eccomi qui all’università. Il maestoso edificio che mi sovrasta, ormai non è in grado più di impressionarmi. Dati i diversi anni che lo frequento. Tanto più oggi; con i grattacapi  cui sono sottoposto. Per mezzo di un esame; la mia mente sarà sottoposta ad una lunga e lenta tortura psicologica.



Aggirandomi per l’edificio, incontro volti noti a cui rivolgo il mio saluto distratto.



In questi momenti, sembra di vivere in un mondo ovattato; le mie percezioni sembrano diminuire.In pratica sono intontito, e tutto ciò che accade all’esterno sembra non tangermi.



Alla fine del lungo corridoio bianco c’è l’aula del giudizio.Qui, alcuni saranno mandati in paradiso e altri all’inferno.Fuori l’aula ci sono i miei compagni di ventura.Dopo il rituale saluto passo a tastare la preparazione altrui: “sei preparato? “ ,”quanto tempo hai impiegato?” , “questa cosa l’hai capita?”,”da dove hai studiato?” . Queste frasi sono una costante irrinunciabile ad ogni esame. Quasi fosse il saluto di riconoscimento di una setta segreta.



“Sta arrivando!”, qualcuno sussurra. Dall’altra parte del corridoio si scorge la sagoma del nostro boia.



Il boia si trascina stancamente lungo il “miglio bianco”. In questi momenti nessuno di noi ha un aspetto rilassato; il terrore scorre sui nostri sguardi.



Per il boia è un giorno come tutti gli altri; per noi un piccolo giudizio universale.



Attraversato il corridoio, il carnefice entra nell’aula; noi lo seguiamo.



Inizia l’appello. Inizio a contare quante persone mi separano dalla mia sentenza…uno due tre..dodici…:”Presente”.



Sono tredicesimo;ciò non mi sconvolge dato il mio scetticismo.Il brutto sarà aspettare tutto il tempo….



In religioso silenzio tutti ascoltano i primi esami, poi la folla si disperde.C’è chi va a fumare, chi a prendersi il caffè, chi cerca di distrarsi parlando d’altro.



Io non ci riesco.L’attesa logora i miei nervi.Aspettare dodici sentenze significa, almeno un paio d’ore…



E’ passata un'ora. Odio questi momenti, le mie budella sono in subbuglio, sento la mente annebbiata,non riesco più a pensare….



Ci siamo, dopo tocca a me. A questo punto cercare di ripetere non servirebbe più a nulla; quello che è fatto è fatto.



“Mi dica la differenza fra…”



Bene, alla prima domanda sono in grado di accennare un discorso…



Ecco che accade l’imprevisto;non ricordo più come continuare. I secondi di silenzio sono pesanti come macigni….



Così il boia per darmi respiro cambia argomento:”In cosa consiste l’esempio….”



Cazzo! Proprio questo dovevi domandarmi? Di tutti gli imputati, giusto a me dovevi chiederlo?



Inizio a dire qualcosa sperando nella fortuna. Il boia annuisce per qualche frase. Sforzo la mia mente di creare un discorso che nel mio cervello non è mai esistito.Più vado avanti e più arrivo al punto di non ritorno. Il boia inizia ad interrompermi per le stronzate che inizio a dire.Fa qualche domanda. Il mio cervello ormai è andato in fumo;non riesco nemmeno a ricordare definizioni che ricordavo benissimo. Apro bocca giusto per non interrompere il mio silenzio.



Dopo aver capito che questo argomento non è pane per i miei denti, mi dice di tornare la prossima volta. Mestamente annuisco, ed esco dalla scena….



Sfiga,sfiga,sfiga.Almeno la metà degli imputati non era in grado di rispondere esaustivamente alla domanda; e a chi poteva mai domandarla? Che palle,il sol pensiero di dover rifare l’esame mi annichilisce. La mia sentenza per oggi è stata l’inferno. Maledetto boia,maledetto il corridoio,maledetta l’università…



Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno. Mentre mi dirigo fuori dall’edificio mi dedico a considerazioni filosofiche: L’università è una metafora della vita; non è detto che l’impegno che hai profuso per un obiettivo sarà ricompensato. Molte volte c’è qualcuno che con minor sforzo ottiene più. Spesso la fortuna gioca un ruolo decisivo. Talvolta i più intraprendenti si salvano con il minimo danno.



E come una qualsiasi guerra metropolitana, solo il tempo guarisce le ferite riportate.



 



                                            By  KIRBY



Pensiero del giorno:Non pensare che domani sia un altro giorno; ma pensa a fare qualcosa di buono oggi



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