giovedì 10 aprile 2008

La ninna nanna di Cristina (seconda parte)

Passarono diverse auto che non si fermarono ai suoi cenni. La strada era poco trafficata, tra un auto e l'altra passavano alcuni minuti, e lei comunque era serena e fiduciosa. Dopo un po' di tempo iniziò a pensare se fosse stato opportuno accettare il passaggio del primo che capitasse o aspettare di trovare un volto rassicurante. Alla fine non si pose il problema; era un maggiolino guidato da una ragazza.
- Grazie. Cristina spiegò un ampio sorriso aveva il sole che le illuminava il volto, facendole tenere gli occhi socchiusi.
- Dove sei diretta ?
- Tu dove vai ?
- In provincia.
- Bene allora anche io.
L'autista era Amalia una ragazza di alcuni anni più grande di lei. Aveva i capelli ricci e neri, una pelle biancastra, una corporatura gracile, mani sottili e curate. Una espressione simpatica che a Cristina piacque subito.
Quella sera dormi a casa della ragazza, i suoi genitori erano fuori per lavoro.
Successivamente andò ad abitare in un appartamento con altri ragazzi. La prima offerta di lavoro che trovò fu nuovamente la cameriera in un osteria. “Cos'è l'unico lavoro in Italia per ragazze che lasciano casa?”. Pensò ironicamente.
Ora era in una città di provincia, di quelle tranquille, dove se accade qualcosa, ne parla il giornale locale per venti giorni. Quattro linee di autobus, e molta gente in bicicletta. Un duomo, una piazza centrale, pensionati seduti sulla panchina, un parco comunale con il lago dei cigni.
Le due ragazze rimasero in contatto, Amalia si offrì di darle lezioni di computer così dopo alcuni mesi Cristina andò a lavorare nell'agenzia di viaggio della madre dell'amica.
Lavorando qui dovette ricominciare a leggere sulla storia e cultura locale, iniziando così un passione
Arrivò il giorno del suo compleanno,il primo lontano da casa, lo trascorse con la famiglia di Amalia, ormai era diventata la sua famiglia adottiva. Ebbe per la prima volta una torta con le candeline con tanto di canzoncina classica, non riuscì a trattenere alcune lacrime di gioia.
Quando si sentì dire prima di spegnere le candeline “Forza, esprimi un desiderio”, la prima cosa che le venne in mente fu quella di non perdere mai di vista quell'amica speciale che aveva trovato.
Trascorrevamo molto tempo assieme quando nel tempo libero. Amalia frequentava all'università il corso di giurisprudenza e vedeva in Cristina uno spirito libero e sincero che non era in grado di trovare nel suo ambiente.
In estate organizzarono perfino le vacanze insieme. Loro 2 e un altro paio di amici in riviera adriatica. La spiaggia, la discoteca, i divertimenti...
Non mancarono le occasioni in cui qualche galletto da spiaggia voleva rimorchiarla, ma lei in quel soggiorno non cadde mai nelle loro mani. Quei ragazzi che si erano avvicinati erano così vuoti dentro a parer suo, molto diversi da quel Peter che l'aveva portata via da casa.
In vacanza poté assaporare l'esperienza di una nuova città da scoprire, con le sue stradine antiche, i suoi monumenti e poi quello stile di vita così insolito per lei, eppur così normale in quel contesto: la vita notturna, uscire di casa al tramonto e far rientro all'alba riuscendo ad assaporare quel punto di transizione tra la vita notturna e quella diurna.
L'aspetto migliore fu il mare, che aveva sempre visto poco, sopratutto l'immergersi. Il liquido che avvolgeva la sua pelle le dava una piacevolissima sensazione. Quando, poi, l’acqua era abbastanza calda e il sole splendeva nel cielo, s’immergeva per pochi metri, poi lasciava che il suo corpo emergesse in superficie , osservando il sole da dentro l’acqua. Quella luce sfocata che s’avvicinava ,il liquido che l’avvolgeva, le davano per pochi istanti la sensazione di uscire dal utero materno, rinascere insomma. Cento e più volte era stata partorita Cristina.
Al rientro tutto riprese come al solito ,fino all'arrivo dell'autunno quando nell'agenzia arrivò un giovane nell'agenzia per comprare un biglietti d'aereo.
La ragazza nel vederlo entrare, rimase affascinata. Non riusciva nemmeno a capirne il motivo. Lo sconosciuto non era uno stupido e ne approfittò per invitarla a cena.
Il tardo pomeriggio civettò con Amalia sull'appuntamento e siccome il suo guardaroba non era molto fornito passarono in rassegna gli abiti dell'amica. Cristina, purtroppo, era molto più famosa per cui dovettero rivolgersi ad un altra ragazza, Silvia. Non riusciva a capire bene l'agitazione per questo appuntamento, però sentiva che era giusto comportarsi in questo modo, era un euforia positiva che si trasmetteva tra loro tre e ciò era quello che contava.
La serata fu perfetta, Christian si dimostrò essere un ragazzo ricco di fascino e simpatia, e lei rimase molto colpita.
A fine serata lui la portò nel suo appartamento e fecero l'amore. In una piovosa notte d'autunno Cristina perse la verginità.
Dopo rimase abbracciata a lui, con il cuore che le batteva ancora forte e la testa piena di pensieri. “Sto bene, mi piace, sarà questo l'amore?”. Il suo flusso di pensieri fu interrotto dalla frase “Tra un mese sarò dall'altra parte dell'oceano”.
Smise il suo vortice di pensieri. Che sciocca, era stata lei a vedergli il biglietto aero, l'aveva rimosso dalla sua mente. Andava In America a lavorare come ricercatore.
Leggermente delusa, non volle più vederlo per il resto della sua permanenza.
Pian piano,con lo scorrere dei giorni, una convinzione si fece largo nella sua testa. Quella città gli aveva dato tutto quello che poteva offrirgli, ed era il momento di cambiare.
Comprò un trolley rosso e un biglietto del treno, poi diede un addio alla città...

               
                     BY Kirby

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2 commenti:

  1. Alcune soluzioni letterarie sono davvero intense ed originali. Sembra far parte di quei romanzi d'appendice che si leggevano nei primi del 900 in fondo ai quotidiani e che hanno fatto la fortuna di molti scrittori. Dai, dai, con la terza parte. ;-)

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  2. Dai presuntuosetto, che non sei male per niente..forza!
    Ciao
    Annalisa

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