Ovunque
vada il cielo sopra la mia testa è sempre lo stesso. Cambiano le città, gli
edifici, i monumenti, le strade, le chiese i paesi, i sorrisi, la gente, gli
alberi, le montagne ma il cielo no. Perfino il mare non è lo stesso,
all’orizzonte si spostano isole e coste e fari e barche; e il colore cambia,
per non parlare dell’odore che penetra le narici. Qualsiasi città di mare ha il
proprio, profumato o puzzolente che sia, e perfino il sapore; il sapore salmastro
che ti lascia sulla pelle, cambia ogni volta.
Il
cielo no, quando alzo gli occhi, è sempre lì a rassicurarmi con la sua costanza.
Ovunque posso trovare un cielo limpido, o con quelle nuvole bianche e soffici
che mi piacciono tanto. Il cielo grigio e tempestoso è uguale sia a Napoli sia
a New York . La notte tempestosa gela il sangue ovunque e un cielo stellato è
bello anche tra le mura di una prigione.
Forse
quello che scrivo, è una banalità, ma nella mia vita è la prima volta che
riflettevo sull’immutabilità del cielo, una piccola verità cui sono giunto solo
oggi.
Qualche pignolo potrà obbiettare che la
posizione delle stelle è diversa secondo il mio punto sulla Terra, ma io sono
ignorante in astronomia e preferisco abbandonarmi disteso sotto le stelle e
concepirle per quello che sono; diamanti cuciti su di un vestito di seta nera e
il suo miglior pendente appaiato è la Luna.
By Kirby
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