lunedì 10 settembre 2012

Fame d'arte

Il seguente articolo è nato dalla riflessione sull’ottima recensione di Ilaria Serra
L’autrice, dopo aver smontato il successo editoriale “Cinquanta sfumature di..”, paragonandolo ad un Harmony venduto sulle bancarelle si chiede come sia possibile che il successo sia dovuto solo ad un lavoro di marketing da parte della casa editrice.Mi viene in mente il libro L’alchimista, Successo di vendite, poi legge le recensioni su Anobii e scopri una caterva di commenti negativi. L’arte, qualsiasi tipo di arte è per pochi. La letteratura di qualità, la vera comprensione di un quadro, “sentire” una melodia e non semplicemente ascoltarla, non è per tutti. La maggior parte delle persone sono impegnate a lavorare, vivere, sognare, occuparsi dei prorpi problemi, e non sono capaci/allenate/istruite a comprendere l’arte.
Ricordo una volta, leggendo un articolo in merito ad un famoso quadro, in cui il critico si lamentasse della folla di “turisti dell’arte presente” e di aver dovuto osservare il quadro mentre era con la testa sotto l’ascella sudata di una signora. Tutti vogliono usufruire dell’arte e godere delle emozioni che trasmette. Come sempre, quando non siamo intenditori, ci rivolgiamo alle opere “mainstream”, di moda, sulla bocca di tutti, Tali opere non sono sempre le migliori, di solito sono quelle più facili da capire e che trasmettono emozioni facilmente, anche se ad un occhio allenato risultano banali e ovvie (vedi Fabio Volo) . Rendiamoci conto che gli incompetenti d’arte sono la maggioranza e che in fondo l’arte ha bisogno anche di loro. Se nel museo entrassero solo critici e studiosi, non ci sarebbero soldi per il sostentamento della struttura e così via. In fondo andrei a vedere “La Gioconda” se fossi a Parigi pur sapendo poco e niente di Leonardo, per poter dire: anche io l’ho visto.


By Kirby

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