sabato 23 luglio 2005

Una storia che potrebbe essere tranqullamente essere trasformata in una leggenda metropolitana; a intenditor poche parole...


La baronessa


E’ una calda sera d’estate, il sole è quasi del tutto tramontato, lasciando nel cielo uno spettacolare blu metallico che ben presto sarà rimpiazzato dal nero della notte. Nonostante sia arrivata l’estate, la città è ancora popolata.


In questi periodi di magra, sono ben pochi che possono permettersi una vacanza.


Per fortuna che a far compagnia tutti quelli che rimangono in città, ci sono le zanzare tigre. Aiutando a passare il tempo nelle notti insonni d’estate.


A lavorare più alecremente sono le prostitute, i cui clienti di certo non mancano.


La voglia di sesso è ciò che non può di certo mancare in una città che lavora per tutto il giorno rendendo necessaria la voglia di rilassarsi.


Il bisogno è lo stesso per ogni classe lavorativa, dall’impiegato alle poste al muratore, passando per lo studente universitario e il suo docente, dal netturbino all’imprenditore.


La principale differenza è data dai gusti di ciascun individuo; in particolar modo è quella per le diverse etnie delle prostitute. Non dimentichiamo


La preferenza per un tipo di prostituta piuttosto che un altro (mi riferisco ai trans, effemminati e cosi via…).


In tutto questa voglia di commercio sessuale, c’è anche spazio per i giovani marchettari. Quest’ultimi hanno come clienti principali, uomini omosessuali passivi.


Proprio ad un di questi giovani che erano sul marciapiede ad aspettare i clienti, fu affiancato da un’auto nera coi vetri scuri.


Il finestrino del guidatore si abbassò; il busto di un uomo vestito da autista comparì dall’auto.


-Giovane, sapresti indicarmi la strada per il ristorante “Il leone d’oro”? – domandò l’uomo vestito da autista.


Il ragazzo senza scomporsi rispose: “ arrivi in fondo alla strada e svolti a destra, troverà una piazza; faccia il giro e torni indietro fin qui, poi domandi a qualcun altro che io non ho la più pallida idea di dove sia”.    


L’uomo vestito da autista, senza batter ciglio ringraziò, e andò via.


Passati alcuni minuti l’auto ritornò, tornado a fermarsi davanti al giovane.


Questa volta ad aprirsi fu il finestrino posteriore. Comparve la figura di una donna, in avanti con gli anni. Indossava una pelliccia bruna, capelli tinti di rosso, gote quasi dello stesso colore, palpebre di un turchese scuro, e labbra, vergognosamente, di un rosso acceso.


“ Potresti accompagnarci tu al ristorante, giacché l’autista non ricorda la strada, per favore”. Disse la donna con modi gentili.


Il giovane accettò l’invito, pensando che avrebbe rimediato una cena.


“Come ti chiami?” Domandò la donna sorridendo.


“Jonathan” rispose lui.


“Piacere, sono sala baronessa Maria Guidobaldi Viendalmare


I due iniziarono a parlare delle solite cose che si dicono tra due che si sono appena conosciuti: astronomia, quantistica, genetica, economia, meccanica…


Contemporaneamente, Jonathan, dava delle istruzioni totalmente a caso all’uomo vestito da autista; il quale eseguiva senza fiatare.


Al ragazzo non erano ancora chiare le intenzioni della donna; forse cercava semplicemente qualcuno con cui passare la serata, oppure cercava qualche cosa in più…


Grazie a delle indicazioni totalmente inventate, l’auto arrivò al ristorante “Luigi’s” (famoso e lussuoso ristorante di una città inventata).


Mentre l’uomo vestito da autista attendeva in auto, la baronessa e il marchettaro cenavano nel ristorante.


“Buonasera signori sono Gustavo il vostro cameriere per la serata…”


…….


La cena trascorse senza intoppi, ad eccezione del cuoco che voleva accoltellare un cliente fin troppo esigente, di uno sqilibrato che sosteneva di aver avvelenato la zuppa, e del suicidio di Gustavo per motivi passionali nei confronti di un inserviente.


Arriviamo così alla conclusione (il dolce). Durante la cena la baronessa ha promesso al ragazzo un lauto compenso per la compagnia fattagli e un extra se avesse accettato di seguirla a casa sua.


Jonathan, che di solito tratta una clientela maschile, non può che essere felice e pensare che oggi sia il suo giorno fortunato accetta di buon grado la proposta.


La baronessa aggiunge che se sarà particolarmente bravo, potrà andare con lei in vacanza in Costa Smeralda.


Tutto ciò non fa che aggiungere carne al fuoco per il giovane.


Aristide (il sostituto di Gustavo) consiglia il dolce per la coppia: “ Posso permettermi di consigliarvi un ottimo tiramisù per concludere la cena?”


“prego faccia pure”, rispose la baronessa.


La donna si rivolse, poi, al giovane: “ Inizia a mangiare il dolce che io vado ad incipriarmi il naso”.


  Sebbene avesse mangiato a sazietà, Jonathan mangiò con voracità il dolce. Sicuramente era stato uno dei migliori pranzi che avesse mai fatto, pensava mentre mangiava la leccornia. Il pensiero di poter passare un’estate di questo livello lo portava al settimo cielo. Capitò così che il giovane mentre mangiasse allo stesso tempo iniziasse a sghigniazzare – HA HA HA


Contemporaneamente, la baronessa era uscita, dal ristorante e sgusciata nella sua macchina fece partire in tutta fretta la sua auto.


 

 



In una calda sera d’estate, di una città inventata, dove c’è chi riposa dopo una giornata di lavoro, e chi esce per godersi la notte, anche i nobili decaduti hanno bisogno di svagarsi ogni tanto



                                              By  KIRBY


 


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3 commenti:

  1. mi è piaciuta :) e mio zio si chiama Gustavo...azz

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  2. ghaaaaaa..... jonathan.....crepes al mars........!!!!!!! sbav!!!

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