sabato 30 luglio 2005

Una storia in stile Cyberpunk...


Cervello di cane (prima parte)


 

 



 

 



 

 



Un’auto di color scuro viaggia a velocità moderata e coi fari spenti verso la periferia di Denver City. Si ferma davanti ad un deposito di merci e autocarri.


Approfittando del buio, due individui sgusciano fuori dell’auto e si dirigono verso il muro di cinta del deposito; mentre un terzo rimane in auto.

 



Camminano parallelamente al muro in cerca di qualcosa…

 



Raggiungono un palo della luce. Uno vi si arrampica, agilmente, sopra e taglia alcuni fili che vergono verso il deposito.

 



Il buio cala sulla zona.

 



Con l’aiuto di un impianto cyberottico, l’altro senza problemi scala il muro di cinta.

 



I rumori sospetti mettono in allarme il cane di guardia, situato dall’altra parte del deposito, che inizi a ad abbaiare e correre con fare minaccioso verso gli intrusi.

 



L’uomo sul muro impugna una pistola Colt AM 2000 e prende la mira sul cane; il quattro zampe guardiano si ferma a diversi metri di distanza dal muro.

 



BANG-BANG !

 



La Colt spara alcuni colpi, un decimo di secondo dopo, dal dorso del cane parte un micromissile modello Anti-Armor che esplode con precisione sul petto dell’uomo.

 



L’intruso cade all’indietro con la gabbia toracica squarciata, privo di vita; l’uomo sul palo scende giù e corre via chiedendo aiuto al compagno rimasto in macchina. L’auto scura raggiunge il fuggitivo, lo carica a bordo e fuggono nella buia notte di Denver City .

 



Il deposito è situato nel Rammstein: un vasto campo desertico, in cui sono presenti solo alcuni arbusti, gli animali predominanti sono topi e scarafaggi.

 



Questo campo è spesso il luogo di ritrovo per bande di booster (gang di motociclisti et simili), che si affrontano a suon di catene e bastoni.

 



“Per fortuna, quei bastardi non vengono a darmi noie”, pensava Tony Santagata, il proprietario del deposito, quando dall’alto della sua torretta d’avvistamento guardava i booster scannarsi a vicenda, “Avrei bisogno di un esercito di Krauser per fronteggiare quei drogati assatanati”.

 



Krauser era il cane da guardia del deposito, un animale potenziato con apparecchiature cybernetiche per essere più funzionale nel suo lavoro; in pratica un cyberpet.

 



Di taglia molto grande con il colore del manto bianco e nero, Krauser era un bastardo di sei anni, raccattato da Tony al canile alcuni anni prima, e trasformato in una macchina da guardia. Provvisto di due placche dermali di protezione, una del dorso e l’altra del cranio rendevano il cane insensibile a qualsiasi tentativo di carezza che qualcuno potesse fargli, in modo che nessuno potesse cercare di farci amicizia, cosa che nemmeno a Tony non era passata mai per la testa. Daltronde chi mai vorrebbe accarezzare un cane con il cranio coperto da una placca cranica

 



Oltre alle protezioni era stato dotato di rinforzi interni agli arti per sopportare dei pesi innaturali per un cane. Grazie a tali modifiche, Tony montava di sera al cane un inbrigliatura dotata di un piccolo lanciamissili con due colpi in canna.

 



Un normale cane non può certo essere addestrato ad utilizzare un lanciamissili; a ciò era dovuto il processore di base neurale, gli spinotti d’interfaccia collegati all’arma, un chip di riflessi per utilizzare l’arma.

 



Il momento principale in qui lavorava Krauser era di notte, perciò fu dotato anche di un impianto ottico ad infrarossi per vedere nel buio e di un mirino telescopico per colpire al meglio i potenziali invasori.

 



La possibilità che dei ladri avrebbero potuto avvelenare, spinsero Tony ad installare nel cane anche delle antitossine, che potenziavano la resistenza ai veleni.

 



 Se tanti processori diminuiscono l’umanità sugli umani, per gli animali viene a mancare il livello di natura animale, così il risultato di tutti i congegni rendeva Krauser alla stregua di un automa, con la differenza che si nutriva di cibo normale. Scodinzolare, annusare, guaire erano attività che il cane non praticava ormai da molto tempo.  Resti di normalità era possibile notarli attraverso la sua faccia (una delle poche cose non cybernetiche), il muso nero con alcune macchie bianche e la lingua rosa acceso erano delle isole in mezzo ad un mare di cyberetica… (continua)



                                                      By Kirby

 



 

 



 

 



 

 



 


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4 commenti:

  1. evviva mi ha aperto i commentiiii!!!
    volevo dire... povero cagnolinooooooo é___è spero che alla fine si faccia giustizia! è___é

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  2. Perchè i puntini non piacciono?!Servono ad alleggerire le spalle,togliere responsabilità,non lo capisco questo bisogno di qualificare ogni cosa che succede e cercare di rinchiuderla in un determinato compartimento.E' soffocante.

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  3. beh ma qui si passa da un eccesso all'altro.. nn è un bene nè essere indifferenti che essere succubi.. un semplice rapporto genitore figlio, anche se nn so come possa essere un "semplice rapporto"
    Saluti LastDance

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