martedì 30 agosto 2005

Un racconto sensuale? commentate e ditemi se lo è


Occhi di ghiaccio (prima parte)


- L’altra sera ero in quel locale situato nei pressi del lungomare, quello con le finestre colorate…
- Il “British Bulldog?
- Sì, per l’appunto. Ci sei mai stato?
- Un paio d’anni fa, ma ho dimenticato com’è fatto all’interno…
- All’entrata si scendono un paio di gradini, sulla destra c’è la cassa e il lungo bancone del bar. A sinistra ci sono tavoli di legno e il piccolo palco per le esibizioni.
- Che tipo d’atmosfera c’è dentro?
- Da taverna per scaricatori di porto, lampadine colorate e pacchiane diffondono una luce opaca gialla, rossa o verde; al muro ci sono appesi gli oggetti più disparati: la bandiera inglese, una rete da pesca, uno specchio…e naturalmente il pezzo forte, una testa di Bulldog inglese impagliata!
- Caspita! Hai ragione ora ricordo…che assurdità quella testa.
- Come stavo dicendo, ero lì a far sbollire un po’ di rabbia accumulata sul lavoro, bevendo la mia birra preferita, tra parentesi la “Red Fox”, quello è l’unico locale della città in cui posso trovarla.
- E comunque…
- In ogni caso, mentre bevevo notai un’evidente cappa di fumo che dominava il locale, mi voltai intorno e apparentemente nessuno degli altri clienti sta fumando, anche se era una serata morta senza esibizioni dal vivo c’erano parecchi avventori e nessuno fumava.
- Allora il fumo?
- Pensai a qualcosa che bruciasse dalla cucina, così guardai in direzione di essa, ma niente. Guardando attentamente, poi, qualche persona seduta ai tavoli notai la minuscola fiamma che provocano le sigarette, nascosta sotto al tavolo.
- Perché ciò?
- Siccome è vietato fumare nei locali e il gestore fa rispettare tale divieto, allora tutti fumano tenendo nascoste le sigarette e facendo dei fugaci tiri come degli adolescenti che hanno paura di essere scoperti dai genitori.
- Ha ha
- Si era creata, così, questa nube creata da fumatori impenitenti
- Ha parlato il salutista, quello che fuma anche le foglie delle noci.
- Certo ma non nei locali pubblici; e non divagare che stavo finendo di raccontare.
- Vai che sono tutto orecchie…
- Vicino al mio tavolo c’erano due ragazze che discutevano amichevolmente.
- Ecco che il discorso inizia a farsi interessante, com’erano?
- Una mora, corporatura minuta, pelle chiara con gli occhi da cerbiatto, deliziosa davvero. L’altra era una mangiatrice d’uomini: capelli folti e tinti di rosso, pelle bianchissima, occhi chiari, ombretto nero e labbra carnose, messe ben in evidenza da un rossetto vermiglio, con un corpo atletico di chi si tiene in forma.
- Potevi farmi un colpo di telefono.
- Certo e tu lasciavi un attimo la tua ragazza e attraversare tutta la città solo per vedere una donna.
- Sai benissimo che le rosse mi fanno impazzire.
- Lo stesso vale anche per me, infatti, la mia attenzione era tutta su di lei. Indossava un completo niente male: una specie di camicia bianca e nera a righe, priva di maniche che esaltava il colore della sua pelle e una mini-gonna dello stesso colore che mostrava due gambe accavallate e scandalosamente nascoste da un paio di sexi-calze
- …
- Chiudi la bocca che entrano le mosche.
Le due ragazze stavano bevendo un paio di odiosi cocktail alcolici ambedue azzurri.
- Un Angelo Azzurro?
- Per me poteva essere anche acqua colorata, che importa; ma se avessi visto il modo in cui lei afferrava il calice con le sue lunghe dita e lo portasse alla bocca per sorseggiare, avresti avuto un principio di infarto. Altro che angelo azzurro, ero sempre più convinto che fosse un diavolo rosso del girone dei lussuriosi, pronto a raccogliere altre vittime per l’inferno.
Per farla breve, era dotata di un enorme fascino e di una sensualità tale da mettere a dura prova la volontà un monaco buddista. Dal canto mio in pochi minuti mi sentivo gia un suo schiavo. Dovevo conoscerla a tutti i costi altrimenti non avrei chiuso occhio quella notte. Sicuramente non dovevo andare da loro e presentarmi, altrimenti non avrei iniziato col piede giusto, quindi aspettai il momento opportuno per intervenire.
Nel momento in cui finirono di bere il cocktail, lei fece per accendere una sigaretta: estrasse il pacchetto dalla borsa di pelle nera e prese una sigaretta, poi tirò fuori un accendino dorato, di quelli quadrati con il coperchio, portò la sigaretta alla bocca, aprì l’accendino, accese la fiamma (oddio avrei voluto essere quella sigaretta per bruciare lentamente tra le sue labbra); nel momento in cui stava per infiammare la sigaretta intervenni.
“ Scusi signorina, qui dentro è vietato fumare, non per importunarla ma sono allergico al fumo”. Dissi in modo ironico.
Ottenni il suo primo sguardo, aveva ancora la fiamma dell’accendino accesa, e con i suoi occhi di ghiaccio sembrava volesse sottopormi al giudizio universale, mi lanciò uno sguardo d’odio, come per dire “microbo ma come osi rivolgermi la parola?”, sentii un tuffo nel cuore, come se stessi precipitando da una cascata.
Senza dir nulla rimise a posto i suoi arnesi e si voltò in direzione dell’amica.
Il mio approccio era fallito.
Hai mai avuto la sensazione di sentirti vuoto dentro? (continua)
                                                                     


                                                     By Kirby


                                                                  


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