martedì 18 dicembre 2007

Visioni: il gobbo

La vestaglia lo ricopriva fino alle caviglie. Era di color bianco con sfumature d’azzurro. Molto consumata e sbiadita non sporca. Al di sotto della veste fuoriuscivano i piedi : grandi deformi e leggermente pelosi.
La testa aveva le vaghe forme di una patata bitorzoluta
Occhi verdi infossati, ciglia nere e folte, pelle solcata da rughe, quasi del tutto calvo con pochi ciuffi di capelli. Un’espressione del viso perennemente pensierosa. Naso ovale e mento leggermente appuntito.
La gobba spuntava da sotto la vestaglia in modo evidente, facendo assumere alla figura corporea una strana forma.
Si aggirava per la stanza nervosamente. Scarna e ingiallita, la camera sembrava più vecchia dei suoi anni . Al centro della stanza c’era una piccola voliera con all’interno un uccellino. Un cardellino in ottimo stato. Con colori vivi e splendenti, in particolare il rosso della sua maschera, un piumaggio lucido e perfetto.
Il giorno in cui era entrato in quella casa il volatile aveva un pessimo aspetto, ma grazie alle sue attenzioni migliorava a vista d’occhio
Il gobbo trascorreva buona parte del suo tempo intorno alla gabbia. Accudiva l’uccellino, dandogli sempre cibo e acqua in abbondanza .
Non parlava, ma emetteva mugugni del tipo “Mmmhhggmmmhh” , “mmmhoooaaoo” o “mmghghmmgh”. Ogni tanto nominava qualche parola di senso compiuto, ma era completamente decontestualizzata.
Girava intorno all’uccellino mormorando. La sua andatura goffa ricordava un pinguino, ma il suo aspetto poteva suscitare sia tenerezza, sia pietà. Forse il paragone migliore era quello di un goffo clown del circo alla fine della sua carriera. Avanti e dietro a mugugnare, a volte faceva capriole, delle altre saltava e alzava le braccia. C’erano dei giorni invece, dove si metteva in un angolo raggomitolato a fissare sempre la gabbia, senza muoversi come fosse il suo acerrimo nemico.
Il cardellino cantava moltissimo, la sua voce era limpida e risuonava per tutto il locale. I giorni in cui cantava di più erano quelli festivi, senza tener conto delle stagioni, il sole e la luna gli erano indifferenti.
Col cinguettio, il gobbo si comportava diversamente, a volte faceva una strana danza tribale, oppure si agitava, afferrava la gabbia e saltava in modo scimmiesco.
L’aspetto più particolare di questa storia era la gabbia. Non aveva aperture per far uscire l’uccello, né tanto meno il gobbo avrebbe potuto, afferralo. Il destino del cardellino era di rimanere per sempre imprigionato, dipendente dal gobbo. Non c’era pericolo comunque, lui lo avrebbe curato per sempre e alla sua scomparsa, comparirà un’apertura per farlo volare via…

                                           BY Kirby


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2 commenti:

  1. tutti abbiamo un cardellino. io ce l'ho (in senso metaforico). :)

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  2. Ammazza, quanto sei bravo....descrizione dettagliata...curati tutti i particolari...Good, good...;-)

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