martedì 5 agosto 2008

Un semplice racconto ispirato alla comicità surreale di Achille Campanile,  che giaceva nei mendri del mio pc da molto tempo. infine è giunto ad una conclusione

L'uomo che non sapeva maidire di no

 Qualunque cosa poteva dirsi su Tito, ma sicuramente non che fosse maleducato.
Era stato educato fin da piccolo a essere generoso con il prossimo. Ha sempre diviso la sua merenda con i suoi amici, fattosi in quattro per non deludere il prossimo. Si è anche fatto da parte quando si contendeva l’amore per una donna con un conoscente. Si è anche preso delle solenni bastonate al posto di qualcun altro. Ora all’età di quarant’anni è un single, sfruttato al lavoro e dai suoi “amici”. Non si è mai lamentato di tutto ciò. “l’importante è non deludere il prossimo” ripeteva tra sé.
Quella mattina doveva recarsi alcuni giorni, alla capitale per motivi di lavoro. Senza indugio si recò in stazione.
Mentre aspettava il treno, un tizio gli chiese se per caso poteva scambiare il biglietto del treno con il suo biglietto d'aereo che aveva usato ieri. Tito per educazione accettò lo scambio senza fiatare.
“Dove va di bello signore?” Domandò lo sconosciuto.
“Al lavoro” rispose con tono soddisfatto Tito.
“Ah beato lei , che può andarci” disse rammaricato
“Perché lei non lavora ?”
“No, sono disoccupato”
“Oh mi spiace” risposte con voce commossa e aggiunse “Come mai, è stato licenziato?”
“No, non ho mai lavorato in vita mia” disse con voce sommessa. “Ho ricevuto da mio nonno una ricca eredità, e sono sempre in giro per il mondo in vacanza, così non ho mai tempo per lavorare”.
“Oh come mi dispiace “
Nel frattempo arrivò il treno.
Tito prese posto in uno scompartimento vuoto. Il viaggio era di circa un’ora.
Alla fermata successiva sali un ragazzo con Ipod che si sedette di fronte a lui.
Passarono alcuni minuti e a un’altra fermata successiva, entrò un altro ragazzo che ascoltava musica con un lettore cd che andò a sedersi di fianco a lui.
Dopo dieci minuti entrò prima una donna con un walkman nelle orecchie e infine un signore anzianotto che portava con sé un qualcosa d’ingombrante.
“Permesso scusate” . L'ultimo arrivato aveva con s'è un grammofono portatile. Con un po' d'impaccio si mise a sedere anche lui e iniziò ad armeggiare per metterlo in funzione. “Sapete ognuno si porta dietro gli oggetti della propria epoca” disse senza essere stato interpellato ma con il dovere di giustificarsi.
Si diffuse così nello scompartimento un’aria di Chopin.
Dopo un po’ arrivò il controllore : “Biglietti ,prego!”.
Tutti diedero i loro biglietti, ad eccezione di Tito che gli porse quello dell’aereo.
Il controllore guardò il biglietto stranit e disse : “ Scusi, ma cosa dovrei fare con questo?”
“Non lo so, è lei che l’ha chiesto il biglietto” . Rispose prontamente Tito.
“Certo , ma io volevo il biglietto del treno, non quello dell’aereo”
“Perché non le piace l’aereo? Ha forse paura di volare?”
“Non faccia lo spiritoso, mi dia il SUO biglietto del treno”
“L’ho dato in cambio di questo a un signore che mi ha proposto gentilmente lo scambio”
Il controllore rimase atterrito per un istante poi disse “Per piacere scenda dal treno prima che le faccia una multa”
Tito alla richiesta non seppe contraddirlo , però tra sé e sé pensò : “E poi incoraggiano a utilizzare i mezzi pubblici , ma se fanno di tutto per cacciarti ; non è certo una buona propaganda”.
Tito scese a una stazione diversa, e si guardò intorno incerto sul da farsi. Provò a scambiare con un paio di persone il suo biglietto d’aereo con uno del treno ma ebbe esito negativo.
“Forse è destino che oggi non vada al lavoro”. Pensò.
Si stese sulla panchina a meditare su come s fosse ritrovato lì, quando fu bruscamente destato da un’anziana signora.
“Giovanotto, è questo il modo di passare la giornata ?” . Un’anziana ma combattiva donna lo rimproverò e aggiunse : “ Invece di poltrire come un fannullone, dammi una mano a portare la valigia a casa”.
Tito si alzò come se fosse un automa e disse : “Si certo con piacere “. Senza fiatare prese la valigia della signora e la seguì.
Mentre la signora continuava a borbottare a destra e a sinistra, Tito pensava che per oggi la giornata di lavoro fosse saltata.
Accompagnò la signora a casa sua. Lei, per evitare che si offendesse, non pensò nemmeno di offrire un caffè e gli chiuse la porta in faccia.
Il signor Tito si ritrovò a vagare per il paese, meditando di tornare a casa, quando s’imbatté in un’ a manifestazione. Era composta di diverse centinaia di persone.
Tito si guardò in giro per capire su cosa stessero manifestando. Vide dei cartelli con alcune scritte :”No alla guerra”, “W la pace” . Si avvicinò a un manifestante per chiedere contro quale guerra stessero protestando. Il tizio rispose che manifestavano contro la terza guerra mondiale.
Tito ci pensò su : “Terza guerra mondiale?” , “Che io sappia non c’è nessuna guerra mondiale in arrivo” Obbiettò.
“Infatti, ma questa è una manifestazione preventiva” Rispose il tipo. “Per evitare lo scoppio di una nuova guerra noi manifestiamo in anticipo”. “Ci portiamo avanti il lavoro” disse un altro. “E poi quel giorno forse siamo impegnati”.
“Capisco” disse Tito : “Quindi siete tutti qui per questa ragione…”
“Non proprio” intervenne una signorina : “ Io faccio parte dell’Associazione”
“Associazione?!” Esclamò sorpreso Tito : ”Quale associazione?” .
“L’associazione dei Partecipanti Volontari delle Manifestazioni Altrui”. Rispose lei e aggiunse: “ Siamo un’associazione che è chiamata dagli organizzatori delle manifestazioni , per incrementare il numero di partecipanti”.
Un altro tipo corpulento si avvicinò a Tito e disse: “Forza tu, manifesta con noi, più siamo meglio è”. “Ma veramente io…” Lui cercò di controbattere inutilmente.
“Su su, forza”. Fu preso per la giacca e spinto nella folla, gli diedero in mano un cartello con la scritta : “Voglio decidere del mio futuro”.
Il corteo preventivo contro la terza guerra mondiale avanzò pacificamente per le strade della città, fino a quando si scontrò con la polizia. Nel parapiglia Tito fu colpito alla testa e gli venne un bernoccolo. Fu catturato dalle guardie e portato al commissariato per gli accertamenti di rito. Fece amicizia con un uxoricida e alla fine cercò di assumersi le colpe del nuovo amico per scagionarlo. I poliziotti increduli lo cacciò fuori così poté tornare tranquillo a casa.


             By Kirby

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10 commenti:

  1. bellissimo, folle e surreale... proprio come piacciono a me!

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  2. Kirby, è carinissimo!!!=)

    Mille baci!

    Eli

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  3. Grazie per il tuo commento al mio blog...

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  4. ..L'ho letto tutto d'un fiato....
    .....E meno male che non ti destreggi bene con le parole......;-)
    ....Un abbraccio...

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  5. in realtà non è che non si destreggia bene con le parole... e il racconto non si era perso nei meandri del computer da anni...
    è solo che da anni cerca tutti gli errori da corregere!!!

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  6. mica sto spammando!! il mio commento era perfettamente pertinente con l' intorduzione del post u.u!!
    ma soprautto ti sei segnato "evirare" da qualche parte prima che te lo scordi hihihi
    Scèèèèèèèè!!!

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  7. Bellino ciao!!!Eccomi nello tuo superspazio!!!!Bacione!!!

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