domenica 31 ottobre 2004


Ho cercato di fare qualcosa più impegnativa.Spero non sia noiosa



13 Sospiri (parte prima)



 Odio la mattina. Il mio organismo è ipersensibile. Non riesco a bere acqua, al massimo un po’ di caffè; figuriamoci mangiare cose troppo impegnative; più di qualche biscotto non posso ingurgitare. Il mio cervello è come annebbiato, non riesco a ragionare bene fino a mezzogiorno. Sono anche facilmente irritabile, molto spesso mi sveglio con luna storta. Rari sono i momenti in cui la mattina sono tranquillo. A pensarci bene, sono rari i miei momenti di tranquillità durante tutta la giornata, infatti, sono quasi sempre scontroso con tutti, qualsiasi cosa mi vada storto, mi altero all’inverosimile. Soprattutto la mattina, è meglio che nessuno mi rivolga la parola.



Sono quasi le otto; è meglio che vada alla stazione a prendere il treno. Non vedo l’ora di tornare a dormire.



Ecco che arriva il treno…sono le otto in punto.



Il treno è semi-vuoto, la cosa strana e che, nonostante ogni postazione presenti quattro sedie, solo una di queste è occupata. Le persone che salgono ad ogni stazione cercano una postazione totalmente libera prima di sedersi vicino a qualche sconosciuto (quasi avessero paura). Dal canto mio utilizzo questa premura solo se non c’è nessuna ragazza carina, seduta da sola.



Eccoci qui; in questo piccolo vagone, 5 persone, ognuno nella sua postazione.



Io, un uomo di mezza età, un ragazzo, una signora, ed un altro ragazzo.



Ognuno coi propri pensieri, proprie paranoie, problemi personali, le rispettive paure, speranze personali. Tutti stimo guardando il paesaggio orizzontale che scorre d’innanzi a noi. Ad un tratto rallenta; il paesaggio si ferma. Alberi immobili, case impietrite, muri di cinta sull’attenti, solo il mare continua il suo dovere; è una stazione ferroviaria. Dopo pochi attimi la giostra riprende il suo giro.Poco dopo una nuova sosta; ma non c’è nessuna sosta ad aspettarci, ci fermiamo in mezzo al nulla.



Già, ora, siamo noi ad aspettare: l’eurostar delle otto e un quarto…eccolo che passa in tutta la sua folle corsa contro il tempo.



Tu-tum tu-tum tu-tum…..



Ho impiegato un po’ di tempo per capire l’origine di quel rumore.In pratica lo spostamento d’aria di ogni singolo vagone crea questa specie di sobbalzo.



Quasi fosse un respiro veloce è affannato del treno.



 Contando i sobbalzi risalgo al numero dei vagoni….1 2 3 4 5 6 ….11 12 13!



Ogni volta che conto sono sempre 13. Tredici respiri che equivalgono a tredici vagoni, sfrecciano d’innanzi a me in pochi secondi, poi, tutto tace.



Il mio treno riprende la sua corsa per una nuova stazione (altro giro altra corsa…)



Attraverso i finestrini osservo la mia meta.Questo luogo è dotato di uno strano abito grigio che lo avvolge.Forse sarà la cosidetta cappa di smog creata dai suoi abitanti per proteggersi dal freddo invernale e dagli eccessivi raggi solari…..



Arrivato nella gran metropoli: cerco di scendere dalla giostra.Un turbinio di persone vuol salire mentre io voglio scendere; a mala pena riesco a scivolare via dalla grande folla, utilizzando i piccoli spazi che si vengono a creare tra un uomo ed un altro durante il loro spostamento.Ecco fatto sono fuori! Da quel mostro senza testa e senza coda, quale è la folla. In quei brevi attimi mi sono sentito un verme che si sposta nel sottosuolo attraversando gli interspazi tra le rocce.



Tra pochi minuti sarò all’aria aperta, appena superato questo piccolo labirinto di scale e corridoi ritornerò nel caos, nella metropoli



 



                                                                                 BY     KIRBY



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1 commento:

  1. wow interessante... mi piacerebbe sapere di più su questo riflessivo soggetto (almeno sesso ed età)!

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