sabato 15 dicembre 2012

Il Matrimonio

Racconto per il Premio Santa Margherita 2012



Il matrimonio
A fine pasto, come dessert intingeva dei biscotti all’anice in un bicchiere di Merlot. Era Antonio Basile, cuoco in pensione, caro amico di mio padre. Ritiratosi in una tenuta con vigneto, ogni anno partecipavamo alla sua festa del raccolto. Mentre gli ospiti trascorrevano la giornata a raccogliere l’uva lui era in cucina a prepararci le sue specialità. Non aveva seguito nessun corso, la professione di cuoco l’aveva imparata lavorando sin da quando era giovane, affianco a professionisti. Omone grosso e canuto, con occhi tondi e neri, lo sguardo vivido di una vecchia volpe che si aggira per le vigne, questo era Antonio. Curioso della vita, era capace di farti cento domande se non ti conosceva, e accompagnava con espressioni di meraviglia le tue risposte.
Quel giorno c’era anche Laura, avevamo avuto un brutto litigio la mattina, era presente solo per salvar le apparenze e non disdire all’ultimo momento; nulla da meravigliarsi, infatti, la nostra storia dopo cinque anni non sembrava destinata a continuare. Grazie a quella mattina di lavoro riuscii a distendere i pensieri. Passeggiare tra i filari con l’odore della terra che penetra nelle narici, afferrare quei grappoli morbidi tra le mani e riempire i cesti di vimini, mentre il sole ti sorride sul viso, è qualcosa che ti scalda il cuore; l’inizio di una magia che terminerà solo mesi più tardi.
Rientrati in casa all’ora di pranzo la fame incombeva, per fortuna il padrone ci accolse con un invitante vassoio di tagliatelle alle erbe aromatiche. Il profumo caldo e denso ci avvolse facendoci dimenticare la fatica accumulata durante giornata.
«Ho raccolto la salvia e il timo stamattina nell’orto dietro casa» disse sorridendo. Sul tavolo c’erano bottiglie di Müller Thurgau da accompagnare alle pietanze.
Seduto di fronte alla mia ragazza, il mio disagio tornò, fui silenzioso e distante durante il pasto, forse non era destino restare insieme, forse eravamo troppo diversi, questi pensieri occuparono la mia testa, e allo stesso modo, quando sollevavo la testa per guardarla, lei non sembrava serena.
Come secondo arrivarono i bocconcini di tacchino con porro e timo; mentre poggiava la casseruola sul tavolo, Antonio mi chiese di andare a recuperare un coltello grande. In cucina mi raggiunse per chiedermi cosa stesse accadendo, così gli raccontai dei miei pensieri. Mi ascoltò concentrato, poggiandomi una mano sulla spalla mi rassicurò dicendo: «Non preoccuparti, la giornata è ancora lunga».
A fine pasto, Basile versò con tranquillità un bicchiere di vino, alzò il calice e raccolse il silenzio della tavola «Quando sono sceso in cantina, avevo una missione, trovare il compagno a una pietanza cremosa e saporita» disse come se stesse raccontando una leggenda. «Potevo scegliere tra tante bottiglie, ognuna con la propria anima: dolce, delicata, frizzante, intensa, speziata…» continuò con aria solenne. «Perché il vino e il cibo sono due persone che s’incontrano, hanno bisogno di amalgamarsi a vicenda per raggiungere un’armonia e non tutti sono nati per andare d’accordo» sorseggiò il vino e finì «Ho scelto con decisione il Müller Thurgau perché con il suo profumo di fiori di campo e di agrumi, dal sapore asciutto e ricco di gusto, era la scelta sapiente per il matrimonio perfetto».
A quelle parole lei ed io incrociammo gli sguardi sorridendo.
Antonio mi guardò con complicità e disse «Un brindisi alle coppie perfette».
Cari amici, senza di lui, ora Laura ed io non saremmo alla nostra festa di nozze. In alto i calici, vorrei fare questo primo brindisi alla memoria di Antonio Basile un uomo buono come il vino.


  By Kirby

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