giovedì 27 dicembre 2012

Le castagne del prete

L'odore di castagne del prete appena sgusciate che ti penetra nelle narici e ti fa scoprire l'odore delle montagna

 Il tramonto di un cielo annuvolato, su di una Napoli illuminata; da guardare ad occhi spalancati mentre il freddo e il rossastro si riflettono nell'iride.

Il rumore del panariello della tombola, mentre i numeri vorticano all'interno, e io che urlo "questo è la mano e questo è il culo del panaro".

Il presepe costruito con amore e passione, con cui puoi trascorrere le ore a sbirciare nelle case, incantarti sulla cascata, il fornaio, la fruttivendola, i "piennoli" appesi; osservare il più possibile come se volessi diventare parte di esso.

 Il braciere che arde, l'incenso e le scorze di mandarino, che sprigionano il loro intenso odore e creando un sottile e leggero fumo bianco, quasi fosse uno spiritello che danza nel silenzio della stanza.

 Il sapore dello spaghetto alle vongole alle otto di sera, con le posate delle grandi occasioni, mentre la tavola indossa la tovaglia buona, il vino è sulla tavola e il Presidente della Repubblica parla; ma nessuno lo ascolta.

Il sapore del vino rosso con la neve che si scioglie in bocca, le labbra diventate porpora per la coraggiosa merenda, mentre le gambe sono affondate nel manto soffice e dal cielo grigio cadono fiocchi bianchi.

 Il sospiro, il pensiero di questo ciclo che si ripete, con il nostro bagaglio di luoghi comuni, più pesate di un arredamento sulle spalle; agli immancabili resoconti, alle aspettative, ai buoni propositi, alle promesse e a tutto quello che la mente umana ha bisogno per andare avanti. Quello che non ci sarà, mi mancherà.

 By Kirby 






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