martedì 4 dicembre 2012

Un sogno chiamato Svizzera

Quando ero piccolo, mi piaceva la Svizzera perché era neutrale. Giudicavo il debito pubblico come causa delle spese sostenute in guerra. La Svizzera era ricca perché non aveva sostenuto spese inutile per conflitti.
In un recente sondaggio dell'Economist il paese più felici in cui nascere è appunto la Svizzera seguita dall'Australia. Una classifica tenuta conto di criminalità, istruzione, assistenza sanitaria e clima.
Come tutti sappiamo siamo una società fondata sull'economia capitalistica.
In parole semplici vuol dire che per il benessere del paese occorre una costante circolazione di denaro. I settori su cui un paese basi può fondare un forte sistema economico possono essere l'industria, l'agricoltura, il turismo...
Il sogno della Svizzera felice si è infranto quando ho capito lo scopo della sicurezza bancaria elvetica.
La svizzera è uno dei paradisi fiscali, cioè uno di quei luoghi, dove le regole funzionano in maniera diversa. Le banche dei paradisi fiscali ricevono i soldi dalle criminalità organizzate, dagli evasori fiscali e dai corrotti. Sottraendo denaro al prorpio Stato e aggiungendoli al paradiso fiscale. Non c’è etica in questa raccolta perché il denaro non ha faccia; e questi paradisi, anche se sono su di una black list, hanno sistema economico è in perfetta sintonia con gli altri stati.
Ecco la sottile ma feroce differenza. Questi Stati a livello politico sono trattati diversamente ma non a livello economico. La politica è sempre costretta a inseguire il sistema economico, aggiornando le sue leggi.
Ogni mondo è paese, chi segue le leggi devi rigare dritto e chi no pazienza.

La soluzione? Io sogno un bel finale alla Stefano Benni con un nuovo dittatore italiano (Bonito Napoloni) che salito al potere, conduca i nostri nuovi aerei da guerra per i cieli e dichiari guerra alle banche svizzere.
Ka-boom 



By Kirby

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